Renato Franco, Corriere della Sera 10/5/2014, 10 maggio 2014
GIULIA SUPERA IL MAESTRO SANTORO
GIULIA SUPERA IL MAESTRO SANTORO -
L’allieva batte il maestro. Considerazione scontata quanto inaspettata. Giulia Innocenzi, al suo debutto come conduttrice di Announo su La7, costola di Servizio pubblico , ipnotizza 2,2 milioni di spettatori (10% di share), un risultato che Santoro non aveva più ottenuto negli ultimi due mesi. L’ultima puntata del suo programma anzi aveva toccato il minimo stagionale (5,6%).
L’allieva batte il maestro?
«Questa trasmissione l’ha voluta lui, lui l’ha creata insieme a tutta la squadra di Sevizio pubblico — risponde Giulia Innocenzi —. La vittoria è della squadra. Senza il maestro Announo non esisterebbe».
Che consigli le ha dato Santoro?
«Mi ha detto di far emergere le storie dei ragazzi che sono in studio, la loro vita vissuta. Il rischio era quello di farli diventare dei piccoli politici, di avere dei mini-opinionisti. Invece se la gente li ascolta è perché sa che rappresentano dei mondi con storie diverse: mondi diversi che si incontrano».
Per attaccarla la chiamano santorina. Quanto le dà fastidio?
«Sono abituata ormai. Un giornale ha fatto un articolo sulle mie scarpe».
Beh è in buona compagnia, c’è chi ne fa sui calzini dei giudici...
Ride. «Posso dire che queste cose ormai non mi toccano. Un quotidiano ha fatto anche un sondaggio: “Perché Announo è andato bene? Perché c’era Renzi, perché non c’era Santoro, per le scarpe della Innocenzi?».
Renzi ha dopato gli ascolti?
«Il programma è andato bene fin dall’inizio, anche senza di lui. E poi la curva degli ascolti è sempre salita fino alla fine».
Per prepararsi si è riguardata una vecchia puntata di «Amici»: perché?
«Il primissimo Amici era l’unico programma dove i giovani parlavano senza che gli autori facessero delle costruzioni su di loro. Oggi i giovani li vedi solo in talent o reality, e lì non emergono le persone per quello che sono, ma gli schemi che gli costruiscono intorno. Maria De Filippi è la conduttrice che è riuscita e riesce di più a empatizzare con i giovani».
L’aveva colpita anche un programma di Mtv...
«Era una trasmissione con Tony Blair che parlava in mezzo a tanti giovani della guerra in Iraq. Mi è rimasta nel cuore la domanda di un ragazzo: “Non si sente di avere le mani sporche di sangue?”. Un giornalista non l’avrebbe mai fatta».
L’ansia del debutto?
«Sono molto razionale e vado come un treno. Però la cosa che mi faceva stare peggio era la responsabilità nei confronti degli altri. Mi avevano dato fiducia e non volevo deluderla. Sapevo delle potenzialità del programma, se avesse fallito era colpa mia».
È da cinque anni che sta (professionalmente) con Santoro. Da tre invece (sentimentalmente) con Pif. L’altra sera ha battuto pure lui: «Il testimone» ha fatto l’1,2% di share.
Ride di nuovo. «Beh le sue erano repliche... E comunque l’1,2 % è molto, di solito fa meno».
Che consigli le ha dato Pif?
«Mi ha detto solo una cosa: sei brava, l’importante è che tu sia te stessa».
L’impressione superficiale è che lui sia svagato e trasandato, lei centrata e precisa. Cosa avete in comune?
«Partiamo dal fatto che io sono di Rimini e lui di Palermo: due mondi opposti. Io da ragazzina andavo in discoteca, lui a mangiarsi la pizza. Io sono più estroversa, lui più introverso. Quello che ci accomuna più di tutto è che facciamo il nostro lavoro cercando di cambiare in meglio le cose, ognuno nel suo ambito. Lui sa parlare con tutti, riesce a coinvolgere sul tema della lotta alla mafia anche a chi non ne è interessato. Io sono partita dall’attivismo politico, ma mi sono ritrovata a fare la giornalista e ho capito che con la televisione posso fare di più che con la politica».
Gira voce che siate parecchio disordinati.
«Vinco io, ma è una gara al ribasso. Lui dice che la mia stanza sembra una cabina di una nave con il mare mosso. Adesso andiamo pure a vivere insieme, vedremo cosa verrà fuori».
Buona navigazione.
Renato Franco