Virginia Piccolillo, Corriere della Sera 10/5/2014, 10 maggio 2014
L’AUTO ALLA MOGLIE DI MATACENA
«Sto rientrando in Italia. Mi voglio mettere a disposizione della giustizia. Mi scusi tanto... non mi sento bene». Al telefono da Palazzo «Le Victoria», al numero 13 della prestigiosa Boulevard Princess Charlotte di Montecarlo, Chiara Rizzo, la moglie dell’ex senatore pdl latitante Amedeo Matacena, risponde con voce provata: «Su di me sono state dette tante cose ingiuste». Ma davvero sta tornando? «Sì, sì, ma datemi un po’ di tempo. Voglio soltanto abbracciare i miei figli. Non voglio altro».
Il sogno dorato della bionda quarantatreenne, che da Messina ha scalato le vette dell’alta società, affascinando politici, ministri e imprenditori, si è infranto giovedì fragorosamente su quelle righe dell’ordinanza di custodia cautelare che la rende ufficialmente latitante, finché non si presenterà come ieri prometteva. Considerata l’«anello di congiunzione indispensabile» per «l’intera operazione di mascheramento» del marito, sfuggito a un mandato di cattura per concorso esterno in associazione mafiosa.
Nell’intrigo ’ndrangheta-politica-massoneria, che fa da sfondo alla fuga di Matacena, Chiara Rizzo è l’elemento più brioso. Il 25 febbraio di quest’anno, in piena latitanza del marito, viene colta da un paparazzo, al «Festival de la Comedie» di Montecarlo, con l’ingegnere Francesco Gaetano Bellavista Caltagirone e scambiata per la «sua signora». Un equivoco nato forse dal rapporto di amicizia di Lady Matacena con l’imprenditore romano, finito sotto inchiesta per il porto turistico di Imperia, che spesso l’ha ospitata per il week-end nella casa vicino Nizza.
A Imperia Chiara Rizzo era vista spesso sfrecciare sulla Porsche Cayenne in compagnia di Claudio Scajola che, secondo l’ordinanza di custodia cautelare, le era completamente «asservito». E le aveva messo «a disposizione un complesso apparato logistico ed una fitta rete di relazioni personali, per tutelare gli interessi di natura economica».
Ma anche a Montecarlo Chiara Rizzo riscuoteva un discreto successo personale. Nel 2010 era comparsa fra le 11 più belle «Women of Monaco», in un libro fotografico i cui proventi erano stati devoluti all’Association Mondiale Amis De l’Enfance , della principessa Grace.
Nata a Messina, due figli. La sua storia con l’ex parlamentare azzurro, conosciuto a Panarea, l’aveva raccontata in una rivista patinata della Costa Azzurra: Il foglio italiano . Dove dichiarava: «Tutto ruota attorno alla famiglia, la mia bella, unica, indissolubile famiglia e i suoi amici». Monaco per lei era «un’utopia realizzata» dove «avvengono cose che nelle altre parti del mondo stentano a realizzarsi».
Il primo duro colpo arriva con l’arresto del marito a Dubai. Lei si lamenta con l’amica Elvira che «non era vero quello che gli hanno detto che poteva andare» e che invece «appena arrivato lo hanno preso». Poi le manovre per la fuga di lui. Le telefonate con l’ex ministro dell’Interno che, secondo i magistrati, pianifica con lei la latitanza della «mamma» (per gli inquirenti il marito in fuga). E le offre un amichevole sostegno, informandosi delle sue condizioni e augurandole «sogni d’oro». Quelli che, se torna, Chiara Rizzo dovrà fare dietro le sbarre.