Andrea Secchi, ItaliaOggi 9/5/2014, 9 maggio 2014
CHIAMBRETTI, MI SVEGLIO COL WEB
[Intervista] –
Due anni e mezzo di assenza e la televisione Piero Chiambretti l’ha ritrovata come l’aveva lasciata: «Stesse facce, stessi problemi di budget. Anche rassicurante ritrovare l’indirizzo di casa, ma forse è per questo che oggi la tv non va benissimo». Così il presentatore è tornato con una trasmissione in cui si dice pane al pane e vino al vino (si veda l’articolo in pagina), in cui si fanno «marchette» esplicitamente perché la televisione «è un grande supermarket».
Ma di cosa si nutre quando non fa tv, lui che è abituato a smontare qualsiasi cosa gli capiti a tiro?
Domanda. Chiambretti, qual è la sua dieta mediatica? Giornali, radio, tv, appena si alza cosa cerca?
Risposta. Cerco di non cadere dal letto, perché ho spesso la pressione bassa. Quindi per prima cosa cerco di alzarmi senza cadere. Se cado, batto la testa e magari divento intelligente, capito? Prima cosa.
D. Prima, poi?
R. Dopo vado al computer bevendo un caffè e puntualmente o me lo verso sul computer o sul pigiama.
D. E al computer cosa cerca?
R. Al computer vado subito sulle notizie di Corriere, Repubblica e Stampa. Poi Toro News, perché è la mia squadra del cuore, e poi faccio ovviamente un salto su Twitter per verificare quale fesso mi sta seguendo, eventualmente.
D. Lei ha oltre 45 mila follower, non pochi...
R. Neanche tanti, perché non cerco di entrare nei mondi degli altri, sto solo nel mio. Non uso hashtag (parole chiave, ndr), chi vuole mi trova là e basta.
D. Invece segue 126 persone, come le ha scelte?
R. Nella maggior parte dei casi ho scelto solo persone ininseguibili, cioè Michael Moore, Jay Leno... personaggi dello show biz americano. E magari non scrivono nemmeno loro. Poi non parlano in italiano, non si capisce niente. Italiani pochi.
D. Passata questa fase che si fa?
R. Ci si occupa della propria persona, quindi la doccia...
D. Parlavo di giornali, tv.
R. Io la televisione l’accendo soltanto la notte, mai durante il giorno. Diciamo che non ne ho bisogno.
D. Si ferma ai siti.
R. Sì, ma solo quelli di informazione.
D. C’è un giornalista con cui si trova d’accordo?
R. No, non sono mai d’accordo con nessuno... e con tutti allo stesso tempo. Prendo sempre le distanze da quello che leggo, perché conosco i giornali e so quanto ci sia sempre un margine di valutazione.
D. E ce n’è uno con cui non è mai d’accordo?
R. No, anzi, mi fanno molto ridere i giornali della destra che hanno quei titoli meravigliosi. I titolisti della destra dovrebbero fare gli autori televisivi.
D. Più bravi di quelli di sinistra?
R. Beh sì, la sinistra non ha ironia.
D. E in tv la sera cosa guarda?
R. Il cinema, molto cinema, perché ho un grande schermo a casa, è l’unica cosa da ricco che mi permetto, e poi guardo i programmi di approfondimento politico, da Santoro a Formigli alle urla delle piazze di Rete 4, giro rapidamente da uno all’altro, tanto l’argomento è unico, sfaccettato sui diversi canali.
D. Quando non è in tv cosa le manca?
R. Se non sono in tv non mi manca niente, perché posso fare un sacco di cose. È quando faccio la tv che mi manca il resto. Stare fuori dalla tv spiace a tutti come a un calciatore stare in panchina, però a me ha fatto benissimo perché ho potuto fare altro, ricaricare le pile e togliermi di dosso quel ruolo di employee (impiegato, ndr), perché stare in televisione sempre ti rende familiare, però ti da anche quel ruolo poco creativo di chi ogni giorno bolla una cartolina.
Andrea Secchi, ItaliaOggi 9/5/2014