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 2014  maggio 09 Venerdì calendario

BUSINESS PER 15,8 MILIARDI FINO AL 2020


MILANO
Le ricadute di Expo sull’economia milanese si riassumono in alcuni grandi numeri: nel solo 2015, anno in cui si svolgerà il maxi evento (dal 1° maggio al 31 ottobre), l’impatto previsto dell’Esposizione universale per la città di Milano è stimato in circa due miliardi di indotto e 20mila unità lavorative in più. Più in generale, nel periodo 2012-2020, tra investimenti della società di gestione e dei Paesi partecipanti (non considerando i progetti infrastrutturali), aumento dei consumi, fatturato turistico ed eredità economica che l’evento lascerà in termini di nuove imprese create, l’Expo dovrebbe attivare 102mila nuovi posti di lavoro nella sola Milano e aree contigue, più ulteriori 27mila nel resto della Lombardia.
Secondo una ricerca della Sda Bocconi, commissionata da Camera di commercio di Milano e società Expo 2015, fino al 2015 l’occupazione attivata dall’evento globale riguarderà, in primis, i settori delle costruzioni e dell’industria, nel corso dell’Expo sarà la volta di turismo e servizi all’impresa e alla persona, dopo il 2015 saranno industria, servizi alle imprese e commercio a offrire le maggiori opportunità di lavoro. Sempre nel periodo 2012-2020, la produzione aggiuntiva attivata da Expo per l’intera Lombardia è stimata pari a 15,8 miliardi: di questi, 12,7 dovrebbero riguardare la sola provincia di Milano, mentre gli altri 3,1 miliardi dovrebbero distribuirsi sul resto della regione.
Fin qui le stime, basate tutte su una premessa: che l’Expo riesca effettivamente a portare a Milano 20 milioni di visitatori. Così redistribuiti: 13/14 milioni dall’Italia, 3/4 milioni dall’Europa, soprattutto da Spagna, Svizzera, Regno Unito e Francia e tre milioni da Paesi extra europei, di cui almeno un milione di cinesi. Perché il successo di Expo sarà determinato soprattutto dai nuovi flussi turistici che il sistema Milano, affiancato dal sistema Italia, sapranno attrarre e valorizzare. Tutto il mondo imprenditoriale ne avrà un vantaggio rilevante e in prima linea ci saranno le imprese dei settori del commercio, del turismo e dei servizi.
Nello specifico, per il settore del turismo è attesa una crescita del 10% del fatturato.
I visitatori attesi, però, non arriveranno automaticamente. Bisognerà conquistarli, convincerli, migliorando prima di tutto l’attrattività del territorio e potenziando la sua comunicazione attraverso lo sforzo di tutti. L’Esposizione universale dovrà essere una grande opportunità di rilancio per l’Italia. L’Expo e il Padiglione Italia in particolare dovranno essere un potente strumento per restituire fiducia e orgoglio nell’Italia ai cittadini, superando le disavventure degli ultimi mesi.
L’Expo tra l’altro si sta già dimostrando per l’Italia un potente attrattore di capitali stranieri. Gli investimenti esteri stimati raggiungeranno un miliardo e trecentomila euro. Tra i Paesi che hanno già aderito, Germania e Svizzera hanno sancito per i loro padiglioni un budget rispettivamente di 48 milioni e 19 milioni di euro. La Russia ha assicurato investimenti per circa 30 milioni di euro, dai Paesi del Golfo si attendono investimenti per più di 150 milioni (tra cui almeno 70-80 dall’Arabia Saudita).
Infine c’è l’impatto complessivo dell’Expo sull’economia italiana. Un obiettivo strategico dell’Expo è quello di riuscire a incrementare, grazie alla vetrina del Padiglione Italia, la quota di export delle nostre grandi filiere agroalimentari. Una rete di distretti e di eccellenze che spesso non riusciamo a portare all’estero come meriterebbero. Il cibo "made in Italy" costituisce uno dei nostri punti di forza in tutto il mondo: pensiamo all’eccellenza dell’industria italiana in termini di qualità e sicurezza alimentare, di innovazioni nella filiera e nella ricerca in campo agro-alimentare e delle biodiversità. L’Expo avrà il compito di valorizzare queste eccellenze.

Marco Morino, Il Sole 24 Ore 9/5/2014