S.Mo., Il Sole 24 Ore 9/5/2014, 9 maggio 2014
UN DOSSIER DIMEZZATO E GIÀ IN GRAVE RITARDO
MILANO
Un dossier dimezzato. L’elenco di opere che dovevano essere pronte per l’Expo 2015 si è ridotto drasticamente nel tempo, già dal 2007, anno di candidatura di Milano. Oggi è praticamente certo che della decine di opere collegate direttamente all’evento, o indirettamente connesse, solo la metà sarà pronta per il prossimo anno.
Tanto per cominciare, a essere fatalmente in ritardo sono proprio le vie d’acqua, entrate oggi nel mirino della procura milanese, che prevedono un investimenti di circa 160 milioni. L’infrastruttura è indispensabile per irrigare il sito espositivo, partendo dal canale Villoresi, a Nord di Milano. A Sud dovrebbe poi proseguire per 12 chilometri passando per i principali parchi dell’area ad Ovest della città. Proprio in quest’ultimo tratto l’infrastruttura è stata contestata pesantemente dai comitati ambientalisti, e poi bloccata dalla società Expo e dal Comune di Milano dopo incidenti con gruppi di provocatori. Dopo una serie di modifiche al progetto iniziale, che prevedeva un canale superficiale, l’opera ora riapre i cantieri. L’accordo tra istituzioni e ambientalisti è stato raggiunto con l’interramento di un pezzo di tracciato. Ma il ritardo non è ormai recuperabile: le vie d’acqua saranno solo parzialmente pronte, e per il 2015 l’Expo si doterà di alcuni pozzi per l’uscita dell’acqua reflua.
In alto mare anche la Rho-Monza, contestata dai cittadini soprattutto nel tratto di Paderno-Dugnano, dove le stesse istituzioni locali chiedono un passaggio sotterraneo. Il ministero non ha del tutto sciolto la Valutazione di impatto ambientale e peraltro neppure il reperimento delle risorse è certo. La strada, ritenuta fondamentale per collegare l’area a Ovest di Milano con il sito espositivo di Expo, non sarà dunque pronta per il prossimo anno. Una parte importante dell’infrastruttura, lunga circa 7 chilometri, è sotto la responsabilità della società autostradale Serravalle, che avrebbe dovuto emettere un bond da 200 milioni per finanziarla. Ma niente di fatto. L’opera è ancora ferma e ormai non ci sarebbero nemmeno più i tempi tecnici.
Per quanto riguarda le opere cittadine, è stata appena iniziata la linea 4 della metropolitana (del valore di 2 miliardi), che è riuscita a intercettare i fondi Expo ma che sarà pronta non prima del 2017.
La grande strada regionale, Pedemontana, finita anch’essa nel dossier Expo, non ha neppure ad oggi un piano finanziario chiaro, e di conseguenza neppure una data di arrivo. Per il 2015 sarà forse pronto il primo tratto di 20 chilometri (su circa 70). L’opera ha un valore indicativo di 5 miliardi, inclusi gli oneri finanziari, ma le risorse certe ad oggi sono inferiori a 2 miliardi. Infine, la metrotramvia Milano-Seregno verrà ormai conclusa dopo l’evento universale.
Andrà meglio alla metro 5 di Milano, del valore di 2 miliardi circa, destinata ad arrivare in tempo a maggio 2015 pur con qualche fermata in meno, che poi verrà aggiunta ad ottobre. Della metro 6, inserita anni fa nel primo dossier Expo, nemmeno si parla più dal 2010.
Per quanto riguarda le grandi opere regionali, verranno completate nei tempi giusti la Brebemi e la Tangenziale esterna ad Est di Milano, due project financing resi possibili grazie all’intervento dei privati Gavio e Banca Intesa sanpaolo, e che altrimenti non sarebbero terminate. Anche le strade Zara-Expo, Molino Dorino e Stralcio gamma arriveranno al 2015. Quest’ultima è proprio la strada di connessione tra l’autostrada A4 e il sito urbanistico di Cascina Merlata, il cui appalto è finito nel mirino della procura di Milano con quest’ultima inchiesta. A Cascina Merlata sorgerà un grande parcheggio per ospitare i visitatori di Expo, che beneficia di 31 milioni di fondi pubblici.
S.Mo., Il Sole 24 Ore 9/5/2014