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 2014  maggio 09 Venerdì calendario

IL PERISCOPIO VA IN PENSIONE E IL SOTTOMARINO DIVENTA INVISIBILE

Uno degli ordini più importanti e gravidi di conseguenze della Marina militare sta per scomparire, perché nelle guerre del futuro che si combatteranno nei fondali marini nessun comandante di sommergibile ordinerà più al suo timoniere la fatidica “Quota Periscopio”. Dopo un secolo di onorato servizio il periscopio, che venne introdotto sui sommergibili nel 1902, sta per andare in pensione, spodestato da Stella Maris, un gioiello dell’information technology israeliana. E’ un sistema basato su sensori e telecamere che permette di ricreare una realtà virtuale dell’esterno e proiettare le immagini sui maxischermi della sala comando, senza obbligare il sommergibile a salire a “quota periscopio” diventando così molto più vulnerabile. Stella Maris è stato messo a punto da un gruppo di studio del Technion di Tel Aviv. Il Technion Israel Institute of Technology è un’importante fonte di innovazione e di cervelli che guida l’economia di tutto il Paese, che ha fatto di Israele una “Start-Up Nation”:
i suoi tre premi Nobel esemplificano l’eccellenza accademica.
Il sistema Stella Maris, il suo nome è l’acronimo di Stellar Marine Refractive Imaging Sensor, è «un nuovo approccio per un periscopio virtuale che sfrutta passivamente l’acqua, le onde e la rifrazione della luce solare», spiega il Professor Yoav Schechner, che guida il team di ricerca e sviluppo. I sommergibili hanno un grande tallone d’Achille, il periscopio che deve salire da sott’acqua per vedere cosa sta succedendo in superficie. Ed era finora l’unico metodo per sapere cosa accadeva perchè le immagini viste da sott’acqua, prese da telecamere, sono distorte dalle onde. La “quota periscopio”, poi a pochi metri dalla superficie, espone il sommergibile alle telecamere dei satelliti e ai sensori delle boe sonar del nemico.
La squadra di Shechner ha trovato una via d’uscita, con soluzioni che sono state impiegate per visualizzare lo Spazio dalla Terra, in particolare il sensore astronomico Shack-Hartmann, che “corregge” la visione dello Spazio dalla Terra. Le immagini telescopiche sono degradate dall’atmosfera, mentre quelle subacquee sono distorte dalla superficie d’onda. Stella Maris utilizza un sensore di immagini collegato a una telecamera, con il sole come suo sistema di riferimento. Allineando i raggi del sole, il sistema può vedere il livello di distorsione applicare la correzione per l’immagine distorta e riprodurla correttamente. Il risultato è una visione molto più accurata di quello che si vedrebbe con il periscopio.
Il sistema potrebbe «avere anche usi civili e per la ricerca di biologia marina». Il team è già pronto
per l’ulteriore sviluppo di Stella Maris. Adesso per essere operativo richiede la luce solare, dice Schechner, «ma stiamo lavorando sullo sviluppo di metodi per raccogliere luce dalla luna o dalle stelle per essere in grado di utilizzare il sistema anche la notte».