Adriano Scianca, Libero 9/5/2014, 9 maggio 2014
IL CORSARO DELLE NOTIZIE CHE INGANNA IL WEB: «HO CONVINTO L’ITALIA CHE LA BARBA È ILLEGALE»
Sapevate che presto portare la barba sarà fuorilegge? Conoscevate quella ricerca secondo cui le flatulenze sono indice di intelligenza? E che dire del fatto che da agosto la patente sarà revocata a tutte le donne? Se non avete mai sentito parlare di tutte queste notizie, allora non conoscete Il Corriere del Corsaro. Informazione irriverente, la chiamano. Bufale belle e buone, in realtà, sull’onda di quella che è la nuova tendenza del web: prendere in giro l’informazione mainstream, cavalcare i tormentoni del momento, surfare in modo situazionista sul flusso spesso incontrollato di notizie. Sulla stessa linea, nel web spopola Lercio, sito che fa il verso alla free press Leggo o, per esempio in Francia, Legorafi, anagramma di Le Figaro. «La mia è una guerra contro l’informazione standard e pilotata, combatto l’agenda setting e cerco di creare articoli divertenti che ogni tanto lanciano delle piccole frecciate su temi comuni e reali», spiega lui, il Corsaro in persona, 26enne romano, laureando in scienze della comunicazione presso l’Università di Roma Tor Vergata. Uno del ramo, insomma. Le sue possono sembrare semplici burle, ma occhio ai numeri: «Il mio blog nasce lo scorso marzo e nei primi cinque giorni di vita supera i due milioni e mezzo di visitatori, raggiungendo il podio su oltre due milioni di blog del circuito Altervista a livello di share». Numeri da blog di Grillo. E proprio sulle reazioni urlate, indignate, sospettose dell’utente simil-grillino medio, in genere più attento a rilanciare gli scoop che a verificarne l’attendibilità, giocano i siti di questo tipo. I risultati sono tutti da ridere: «Il mio cavallo di battaglia racconta ancora il Corsaro è l’articolo di cronaca intitolato “Roma: Si risveglia durante il suo funerale, esce dalla bara e aggredisce il prete a morsi”. Questo mio articolo ha fatto il giro del mondo, ha toccato i due milioni di visualizzazioni in due giorni, ed è stato condiviso su decine di siti e blog e addirittura tradotto in altre lingue. Per esempio è finito su un quotidiano francese o su Map, l’agenzia di stampa ufficiale del Marocco. Inoltre sono stato contattato da una vera giornalista di Napoli per avere informazioni dettagliate sulla fonte di un mio articolo che parlava della revoca della patente alle donne». Quando l’inarrestabile passaparola del villaggio globale sospinge da un capo all’altro della rete certe notizie improbabili, le reazioni di chi naviga in internet sono le più svariate. «Ho classificato gli utenti in tre categorie», spiega l’autore del Corriere del Corsaro: «Innanzitutto ci sono i Credenti, quelli che prendono subito per vera la notizia senza porsi domande e senza effettuare indagini accurate. Poi ci sono i Bacchettoni, che devono mettere in mostra la loro perspicacia facendo notare a tutti che la notizia è «una bufala» (parola che odio), un fake, e si sentono così appagati e superiori. E infine c’è la Ciurma, ovvero quelli che hanno capito lo spirito del Corsaro, leggono e condividono gli articoli consapevoli dello spirito del mio Corriere». Ovviamente, al di là della provocazione e di un bel po’ di cazzeggio, i siti di questo genere sono anche dei piccoli esperimenti sociologici. Come accade che centinaia di migliaia di persone comincino a credere che farsi selfie diventerà reato penale o che da giugno il vecchio sistema di messaggistica Msn dovrà essere riutilizzato da tutti per legge? Forse ci fidiamo troppo (dei media). O forse troppo poco (dei politici). E che accadrebbe se ma è solo un’ipotesi di fantasia, ovviamente... qualcuno sfruttasse questo abisso di credulità popolare con fini meno goliardici? «Il mondo dell’informazione spiega ancora il Corsaro è drasticamente cambiato con l’avvento di internet. In male o in peggio? Dipende. Come ha dimostrato il mio sito, una notizia è in grado di fare il giro del mondo in 24 ore. Una persona colta e attenta saprà come muoversi nella rete, chi è meno attento invece rischia di assorbire passivamente tutto ciò che passa il convento e spesso prende per vero tutto. Persino il reato di barba».