Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  maggio 09 Venerdì calendario

PRIMA RIBELLE POI COACH: LE DUE ANIME DI PELÙ


Piero Pelù e «The Voice of Italy». Lo avevamo lasciato sul palco del Concertone del Primo Maggio a giocare al ribelle e adesso ce lo ritroviamo qui, a fare il coach insieme con Raffaella Carrà, Noemi e J-Ax. Che esistano due Pelù? No, tutta colpa del contesto.
Negli studi linguistici c’è un settore che si occupa del rapporto fra i segni e i loro utenti, ovvero dell’uso dei segni, che ha sempre luogo in un contesto. È il contesto che decide sul riferimento, sul significato, sul senso di ogni enunciato, a scanso di interpretazioni fuorvianti.
Pelù sa che bisogna essere pragmatici. Il Primo Maggio, in quel contesto, poteva fare il ribelle, insultare i politici, indossare l’abito del rocker ruvido, aggressivo e incazzato. Tornato in camerino poteva affermare: «Pagherò le conseguenze di quello che ho detto ma non me ne frega nulla. Questi ragazzi hanno bisogno di sentire qualcuno che dica certe cose. Ormai i mezzi di distrazione di massa sono compatti sulla propaganda. Ci vuole una voce fuori dal coro».
Pagare non ha pagato e infatti mercoledì sera, su Rai2, indossava altri panni. Magari l’apparenza poteva ingannare (le ore di trucco e parrucco per sembrare ribelle, il volto mefistofelico, una cartuccera a tracolla, la tuba in testa come un vecchio brumista) ma il contesto è sincero.
Se a 52 anni, a fianco della mitologica Carrà, Pelù avesse ancora insistito sul ruolo ribelle avrebbe fatto una figura patetica e il contesto lo avrebbe trascinato nella parodia di se stesso. E infatti era buonista, dispiaciuto delle eliminazioni. Un ribelle gestibile.
P.S. Su Pelù è intervenuto ancora una volta Michele Anzaldi (Pd), il ciarliero segretario della commissione di Vigilanza Rai. Qualcuno può spiegargli che compito della Vigilanza non è quello di sapere chi andrà il giovedì al posto di Vespa? Questioni di contesto istituzionale.