Nello Scavo, Avvenire 9/5/2014, 9 maggio 2014
MATACENA, DAL PARLAMENTO ALLE COSCHE. LA POLITICA COME COPERTURA
Amedeo Matacena junior è un noto imprenditore, nato a Catania ma cresciuto in Calabria, figlio dell’omonimo armatore passato alla storia per avere dato inizio al traghettamento nello Stretto di Messina e morto nell’agosto 2003. In Parlamento Amedeo junior ci è andato due volte, tra il 1994 e il 2001, con Forza Italia. I suoi guai erano cominciati con la maxi inchiesta ’’Olimpia’’ con la quale, nei primi anni ’90, la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria ricostruì molti eventi criminali, tra cui un centinaio di omicidi, e i rapporti ’ndrangheta-politica fin dai primi anni ’80. Nel 2010, dopo la condanna in primo grado, Matacena fu assolto dalla corte d’appello di Reggio. La Cassazione, accogliendo un ricorso della procura generale, annullò la sentenza disponendo il rinvio ad un altro collegio. E nel nuovo processo d’appello, il 18 luglio 2012 , è arrivata la condannata, divenuta definitiva con la decisione della Cassazione. Matacena, infatti, è riparato all’estero dopo essere stato giudicato colpevole di concorso esterno in associazione mafiosa, reato per il quale deve scontare cinque anni di reclusione. L’avvocato generale dello Stato, Francesco Scuderi, aveva una pena a sei anni di condanna, aveva sostenuto in aula che, nonostante non fossero stati prodotti significativi vantaggi materiali per la cosca, dal riconoscimento del patto ne sarebbe comunque derivato un rafforzamento del prestigio della consorteria di ’ndrangheta. Figlio dell’omonimo armatore che negli anni ’60 diede vita al traghettamento nello Stretto di Messina, l’imprenditore 51enne Amedeo Matacena, è stato deputato di Forza Italia per due legislature, la XII e la XIII, dal 1994 al 2001. L’ex deputato, non ricandidato da Forza Italia proprio a causa della condanna a 5 anni e 4 mesi inflitta in primo grado nel marzo 2001 dal Tribunale di Reggio Calabria per concorso esterno, vide la prima sentenza annullata dalla Corte di Assise di Reggio Calabria nel marzo 2006, che lo assolse. Nel 2010 la Corte di Assise di Appello confermò l’assoluzione del primo grado, ma la Cassazione annullò quella sentenza con rinvio ad altro collegio. Si arrivò così al 18 luglio 2012, data in cui Matacena venne condannato a 5 anni di reclusione, sentenza confermata dalla Cassazione il 6 giugno dello scorso anno. Matacena fuggi a Dubai dove invano avrebbe tentato di coprirsi la latitanza coinvolgendo legali e personalità politiche.