Laura Laurenzi, la Repubblica - Roma 18/3/2014, 18 marzo 2014
IL BLOGGER SENZA CASA
Barbone sì ma con un blog tutto suo. E presumibilmente anche con un computer a cui accedere. Il blog si chiama “Vivere senza fissa dimora” e andrebbe letto dalla prima parola all’ultima. È il diario di Roberto Di Feliceantonio, 47 anni, balzato qualche tempo fa agli onori della cronaca per essere stato sfrattato dalla sua casa a cielo aperto in via del Monte Fiore, a Trastevere. Casa si fa per dire: era un mini accampamento fatto di teli legati a bastoni che divideva con il suo cane. Benvoluto da tutti nel quartiere, Roberto continua a tenere il suo blog personale dove lancia appelli al sindaco di Roma e racconta di sé e della sua condizione. «La realtà che si vive una volta emarginato – scrive – è quella della legge del più furbo e/o più forte, la legge della giungla, in cui i deboli finiscono a chiedere soldi con in mano una boccia di vino. Roma ne è piena, complice il clima mite e la pseudo-assistenza da organizzazioni religiose e onlus». È vero: il numero dei clochard e dei senzatetto nella nostra città è in continuo aumento. Ottomila sono quelli censiti, quelli cui è stata data assistenza. Molti però non accettano alcuna forma di aiuto: si chiama sindrome dell’autoesclusione. Il barbone blogger è una vera eccezione.