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 2014  marzo 18 Martedì calendario

DALL’EUROPA SOLTANTO UN RUGGITO DEL CONIGLIO


Il "ruggito del coniglio" non è solo il titolo di una fortunata trasmissione radiofonica della Rai, ma esprime anche la misura delle "sanzioni" adottate dall’Ue nei confronti della Russia, sanzioni che molto difficilmente faranno cogliere a Putin il costo del suo isolamento internazionale. A leggere quanto deliberato ieri dal Consiglio dei ministri degli Esteri dell’Unione, c’è da pensare a uno scherzo. Un po’ come la fantomatica rappresaglia che il sito satirico arabo The Pan-Arabia Enquirer aveva sostenuto fosse stata adottata dal Qatar nei confronti delle monarchie del Golfo colpevoli di aver richiamato i propri ambasciatori dalla capitale dell’intraprendente emirato: vietare ai sudditi e alle suddite delle monarchie del Golfo di fare acquisti presso i magazzini londinesi di Harrod’s. Peccato che nel caso europeo non si tratti di uno scherzo e ci sia ben poco da ridere. Non che gli americani abbiano approntato chissà quale piano doloroso, ma vale ancora una volta la pena ricordare che la Crimea è stata invasa dai russi per impedire che l’Ucraina potesse sottoscrivere il trattato di associazione all’Unione Europea: non agli Stati Uniti d’America e neppure alla Nato. Si osserverà che il risultato minimale è stato l’unico che ha consentito di mantenere l’unità (di facciata) della posizione europea. Ma in tal senso occorre anche ribadire che esso si rivelerà, molto probabilmente, insufficiente. Se i disordini nell’Ucraina orientale tra filorussi e nazionalisti dovessero continuare, è assai difficile che le sanzioni europee saranno in grado di inibire Putin dal prendere in considerazione nuove mosse militari. Così, alla decisione della Russia di intraprendere con determinazione la via dell’escalation - prima attraverso l’invasione militare poi sostenendo la via del plebiscito - l’Europa ha balbettato e scelto la strada dell’appeasement.
È stato anche sottolineato che la "prudenza" europea sia stata dettata dalla volontà di non «fare dell’Ucraina il nuovo muro di Berlino che possa dividere Ue e Russia». Ma è l’invasione russa ad aver aperto questa prospettiva. Ed è solo attraverso la fermezza che sarà possibile far intendere al Cremlino quanto grave e costoso sarebbe continuare in quella direzione. Le residue chances di una qualche composizione della questione con Putin non passano dall’appeasement rispetto all’uso della forza da parte russa. Occorre semmai far pressione sulla dirigenza russa affinché scelga di congelare gli effetti giuridici del referendum e sospenda il progetto di annessione della Crimea, nella consapevolezza che solo la riarticolazione confederale del rapporto tra Ucraina e Crimea potrà essere accettata dalla comunità internazionale e dalle autorità di Kiev. A chi infine solleva i problemi della contiguità tra Russia e Unione e della dipendenza energetica di alcuni Paesi chiave dell’Unione (Germania in testa) dalle forniture di gas russo, mi pare pleonastico ricordare che proprio l’irrisolvibile contiguità dovrebbe suggerire ben altra fermezza, mentre la dipendenza energetica è una scelta che non ha nulla di obbligato o di irreversibile, essendo disponibile nel mercato mondiale un’offerta di gas abbondantemente superiore alla domanda. È strategicamente irresponsabile continuare a non diversificare le proprie fonti di approvvigionamento quando una di queste (tra le principali) si rivela così platealmente inaffidabile dal punto di vista politico. Questa è un’osservazione che irrita i governi europei, alle prese con una crisi economica e finanziaria che persino quando sembri attenuarsi non porta con sé alcuna ripresa occupazionale, e quindi tutt’altro che disponibili a sacrifici pur di rendere meno vulnerabile la nostra libertà d’azione strategica e, in definitiva, la nostra sovranità politica: nazionale e dell’Unione. Il mondo che verrà, quello dei nostri figli di cui la nuova retorica politica italiana ama tanto parlare (da Monti a Renzi), potrà tranquillamente fare a meno del contributo europeo: ma siam così sicuri che i nostri figli ci saranno grati di aver lasciato loro in eredità un mondo governato esclusivamente dalla sopraffazione?