Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  marzo 18 Martedì calendario

I FIGLI DI VERONICA PASSANO ALL’INCASSO DALLA HOLDING ARRIVANO 15 MILIONI


Se papà è stato messo a stecchetto da Francesca Pascale, loro invece per la prima volta quasi stappano champagne.
È stato un inizio d’anno da ricordare per i figli di secondo letto di Silvio Berlusconi. Barbara, Eleonora e Luigi hanno infatti incassato nello scorso mese di febbraio un assegno da 5 milioni di euro a testa, mettendone perfino da parte un quarto appena più cospicuo nelle casse della loro società comune. Tutto merito dei dividendi che la Fininvest è tornata a distribuire dopo anni di magra, consentendo così un utile di 20,2 milioni di euro alla holding italiana quattordicesima che riunisce i figli nati dal matrimonio fra il Cavaliere e Veronica Lario. I tre - che per altro hanno incarichi nel gruppo e percepiscono i relativi emolumenti - contrariamente al passato hanno deciso di togliersi qualche soddisfazione personale e incassare senza tenere il tesoretto da parte. L’anno scorso le soddisfazioni erano state ben minori (utile di 2,7 milioni di euro), e tutta la somma era stata messa in cassa come riserva per affrontare tempi difficili. Il 7 febbraio scorso quando si è svolta l’assemblea della holding dei cosiddetti “berluschini”(che nel frattempo sono piuttosto cresciuti, regalando anche una piccola nidiata di nipotini), Barbara, Eleonora e Luigi- che erano collegati in videoconferenza- hanno chiesto al presidente Salvatore Sciascia di potersi dividere una parte degli utili. E così l’assemblea ha previsto di girare ai tre azionisti 15 milioni e 6.160 euro, quindi 5 milioni e 2 mila 53 euro a testa.
In cassa della società come riserva per i tempi futuri sono stati accantonati altri 5.253.483,13 euro. Una somma che in qualsiasi momento potrà essere chiesta indietro dai tre figli del Cavaliere, insieme alle riserve già attualmente distribuibili e tenute in pancia alla società. Un bel tesoretto, che complessivamente ammonta a 208 milioni, qualcosina meno di 70 milioni di euro a testa che rendono meno problematico attendere l’asse ereditario deciso dal padre, che è ancora l’azionista di maggioranza assoluta del gruppo. Ma è una eventualità solo teorica, perché i tre piccoli Berlusconi sembrano convintissimi della attività della loro holding, e ogni anno allargano il ventaglio delle attività industriali e finanziarie sia in Italia che all’estero procedendo con acquisizioni. Circa 50 milioni della holding sono stati investiti nominalmente in partecipazioni. Sono controllate una immobiliare (la Belimmobiliaresrl) e due società di servizi e finanza, la Belfin Uno srl e la B Cinque srl. Oltre a Fininvest è collegata anche la Facile spa (società che offre un servizio di comparazione focalizzato sulle polizze assicurative) e ci sono partecipazioni in altre quattro imprese: la Molmed Molecular Medicine spa, la Expobee Incorporated, la Paymill Holding Gmbh e il Sator Private Equity Fund “A” L.P. di Matteo Arpe,chefin dall’inizio è il partner finanziario dei tre. Attraverso la Belfin Uno srl è stata acquisito il 40% della Happy price srl, “proprietaria del sito prezzo felice.it, la cui attività si concentra nel couponing e retailing online a prezzi molto vantaggiosi”. La B Cinque srl ha a sua volta l’8,09% di Payleven Holding Gmbh, “società tedesca specializzata nei servizi di pagamento tramite Pos”. Notevole anche la liquidità in pancia alla holding dei tre Berlusconi. Nelle gestioni patrimoniali sono investiti 58 milioni e 360 mila euro. Sui conti correnti bancari alla fine del periodo dell’ulti - mobilancio (e quindi al 30 settembre 2013) c’erano depositi per 77 milioni e 311 mila euro, accresciuti di ben 18,3 milioni di euro rispetto all’anno precedente. I soli interessi attivi che vengono dai conti correnti bancari ammontano a 3,3 milioni di euro. Da versare (e inseriti nei conti d’ordine della holding) ancora al fondo Sator di Arpe restano ormai 1,7 milioni di euro ben garantiti dalla copiosa liquidità accantonata.