Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  febbraio 22 Sabato calendario

PERISCOPIO


Lapo Elkann: «Voglio un paese dove viene premiato chi ha le capacità e non chi è amico di, fratello di o figlio di». E con questa battuta ha raggiunto il fratello John, che lo aveva appena sorpassato. Il rompi-spread di MF.

Matteo Renzi ha impiegato solo due minuti a presentare le linee guida del suo programma. Sono i vantaggi di non averlo. www.kotiomkin.it

Quando Matteo e Silvio suoneranno la campana, essa suonerà per Alfano. Jena. la Stampa.

Renzi, incontrando Grillo, non ha perduto la calma e ha infilato due o tre buone battute, dunque ha vinto davanti al suo pubblico: l’elettorato del Pd e dei partiti, che vede in lui l’ultima speranza di un’uscita normale e tradizionale dalla crisi. Grillo ha vomitato tutto il suo repertorio come se fosse in piazza, ma è stato attento a distinguere fra la persona del suo giovane interlocutore («buono») e il sistema restrostante («marcio»), e ha vinto davanti al suo pubblico: l’elettorato dei 5Stelle e degli scontenti dei vecchi partiti, che non si fida più di nessuno e non crede alla parodia che chiamiamo «democrazia» (di qui il grillesco dell’«io con te non sono democratico»). Con buona pace degli esperti che passano il tempo a spiegargli cosa vogliono i suoi elettori, Grillo lo sa benissimo da sé. Così come lo sa Renzi, giustamente poco preoccupato dell’applausometro post-straming e molto dei ministri e del programma del suo governo. Marco Travaglio. Il Fatto quotidiano.

Il settimanale Oggi ha raccolto il parere dei compaesani di Rignano sull’Arno, di Matteo Renzi. Un compagno delle elementari ne rammenta «l’intelligenza superiore» mentre una vicina di banco delle medie si avventura in metafore primaverili: «È come i mandorli: sempre il primo a fiorire. Mi creda, tra papa Francesco e Matteo siamo in buone mani». Il parroco non conferma né smentisce, ma perdona: «L’ambizione smisurata è un peccatuccio da cui lo assolvo: anche i padri costituenti erano smisuratamente ambiziosi». Smisurata è la pagella calcistica stilata dall’allenatore della squadra locale: «L’era un bel mediano, Matteo. Aveva i piedi grezzi ma suppliva con il carisma, un Pogba in miniatura». E il suocero: «Padre Pio, a 5 anni, ha visto l’angelo custode. Pelé, a 15, giocava in nazionale. Matteo l’ho conosciuto che ne aveva 16 e ho capito subito che aveva quella stoffa lì». Un po’ padre Pio e un po’ Pelé (per tacere del Papa). Il pizzaiolo ostenta per primo il miracolo: «Viene qui anche alle due di notte e si spazzola due Margherite. L’è un prodigio». Infine, immancabile, il mito dell’insonne, coltivato dall’amico scout: «Io se non sto a letto sette ore sono uno zombie, ma a lui ne bastano quattro». Matteo stai sereno. Se tra un anno dovessi cadere in disgrazia, si dirà che a scuola copiavi dai vicini, che a calcio eri un brocco e che, in fondo sei stato solo un debosciato che mangiava alle due di notte senza mai andare a dormire. Massimo Gramellini. La Stampa.

Da quando Renzi ha preso in mano le redini del partito, i renziani vanno a conquistare le strutture locali e perfino si scoprono candidati naturali alle amministrative senza nemmeno sognarsi di organizzare le tanto lodate primarie. Quelle si fanno ormai solo dove non ci sono renziani di spicco pronti a sedersi sulla poltrona. Negli altri casi vale lo stesso metodo con cui il «capo» ha fatto sloggiare Enrico Letta da palazzo Chigi, rimpiazzandolo al volo: «Mi va, e ora mi seggo lì». Franco Bechis. Libero.

Se andate su www.luigieinaudi.it troverete l’opera omnia del grande presidente, 30 mila pagine finalmente disponibili alla lettura, grazie alla fondazione Einaudi e alla provincia di Cuneo; una lacuna che andava colmata. Aldo Cazzullo. Sette.

REDUCE: sovrano con tendenze di estrema destra. Dizionario satirico.

La scienza è una benedizione, lo scientismo è una maledizione. La scienza (intendo quella che gli scienziati veri praticano) è ammirevolmente conscia dei suoi limiti e umilmente ammette il carattere provvisorio delle sue conclusioni; ma lo scientismo è dogmatico, e spaccia certezze. È sempre pronto a fornire soluzioni a ogni problema, dato che crede che la soluzione di ogni problema sia scientifica, e quindi fornisce riposte scientifiche a domande non scientifiche. Ma persino la questione del posto della scienza nell’esistenza umana, non è una questione scientifica. È una domanda filosofica, cioè umanistica. Leon Wieseltier, capo della cultura del settimanale americano New Republic.

La linea del sesso corre, scottante e frastagliata tra quei banchi di scuola e ne divide gli ospiti in due ranghi nettamente eterogenei. I primi hanno facce smunte e foruncoli, barìtone voci di capri, un’ortichetta di peli sul mento: meticci fra l’uomo e il bambino, lambiscono il frutto proibito e non più tanto misterioso di Eros. I secondi, rosei di pelle e bianchi di voce, senz’altra concupiscenza che quella per la torta alla doppia crema, dalla loro pancina si dipana un lunghissimo e invisibile cordone ombelicale che arriva fino a casa e li salda alla mamma. Sono gli ombelicali, i mammàri. Luigi Santucci, Il velocifero. Mondadori, 1963.

Ci sono commerci redditizi e senza rischi e non si capisce perché, chi vuol far fortuna, s’avvii per cammini difficili e pericolosi. Uno dei commerci che ignorano la lotta per la vita è quello del salumiere. Ho visto professionisti battuti dopo una vita di lotta. Ho visto industriali cadere, commercianti ridotti alla miseria dopo aver combattuto disperatamente. Ma non ho mai visto un salumiere sconfitto. Mai, d’uno di essi ho sentito dire: ha lottato per il commercio dei prosciutti ed è caduto sulla breccia. Tutti hanno visi rubicondi e lustri. Sono impregnati di salumeria. Achille Campanile, Cantilena all’angolo della strada. Rizzoli.

Più forte di Golia. SAILA. Sul web.

Tutti questi anni in cui insegnavo, ho io stesso appreso molto. Ho consolidato la mia fortuna, sistematizzato le mie conoscenze, colmato le mie lacune. Pierre Lemaitre, Au revoir là-haut. Albin Michel, Sette.

Solo da qui a qualche anno l’erba crescerà sulle nostre tombe. Siamo a cavallo del divenire. Poi, a un tratto, verremo disarmati. Kenneth Patchen, poeta. la Repubblica.

Un giorno chiesi a un celebre torero: «Di che cosa parlate quando non affrontate il tema dei tori?». Mi disse: «Non parliamo». Fernando Botero, pittore. WSJ.

Del passato ricordo solo le occasioni perdute. Roberto Gervaso. il Messaggero.