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 2014  febbraio 22 Sabato calendario

MATTEO RENZI, IL NOSTRO MASSUD


C’È UN PARALLELO sia pur blasfemo, fra Matteo Renzi e il comandante Massud, con qualche differenza. Massud era un grande guerriero e un coglione politico, Renzi è un coglione politico (sempre che non sia al servizio di interessi occulti oltre che dei suoi) e di battaglie conosce solo quelle, sordide, dei direttivi e dei congressi di partito, delle congiure di palazzo di cui ha dato recente dimostrazione facendo fuori uno dei pochi uomini presentabili del Pd, Enrico Letta. Il nobile Massud, che gode di grande considerazione in Occidente, è all’origine dell’attuale tragedia dell’Afghanistan. Cominciò portando nel Paese Bin Laden, che aveva le sue basi in Sudan, perché lo aiutasse a combattere il suo storico nemico, Gulbuddin Heckmatyar. Così quando i Talebani presero il potere se lo trovarono fra le palle, senza poterlo cacciare perché l’ambiguo califfo saudita, grazie alle proprie ricchezze, aveva costruito strade, ponti, ospedali e godeva di una certa popolarità, benché gli afghani non amino gli arabi. Nel 1979, sconfitti dai mujaheddin, che godono dell’appoggio degli americani che gli forniscono i missili, i sovietici abbandonano l’Afghanistan ma lasciano Kabul, formalmente presidente, un loro Quisling, Najibullah (quello che Karzai è oggi per gli americani). Massud, che vuole impadronirsi del potere, comincia a bombardare Kabul dalle montagne facendo 10 mila morti. Heckmatyar non ci sta. È l’inizio della guerra civile. I grandi comandanti militari che avevano sconfitto le truppe russe, Massud, Heckmatyar, Ismail Khan, Dostum con i loro sottoposti si trasformano in bande mafiose che taglieggiano, assassinano, stuprano la popolazione agendo nel più pieno arbitrio.
Quella talebana è la reazione a questo stato di cose. In due soli anni i giovanissimi “studenti di Dio”, guidati dal Mullah Omar, cacciano dal Paese i ben più esperti “signori della guerra ”, perché hanno l’appoggio della popolazione che non ne può più. Solo Massud, armato da Russia e Iran (oh yes), non si rassegna alla sconfitta e per tre anni logorerà i Talebani in continue scaramucce impedendogli di attuare in pieno il loro programma di governo fra cui c’era anche l’educazione scolastica femminile (oh yes), sia pur a modo loro. Finalmente nel 1999 Massud è ricacciato nel suo Panchir, tagiko. Ci sono contatti fra emissari di Omar e Massud per arrivare finalmente a una pacificazione dell’Afghanistan. Omar propone a Massud di diventare presidente, lui si riserverà un ruolo di guida spirituale.

È UNA PROPOSTA generosa visto che uno controlla il 90% del Paese, l’altro solo il resto. Ma Massud pretende anche il comando militare, perlomeno a metà. Omar gli spiega che una diarchia militare crea più problemi di quanti non ne risolva. Da quel momento Massud comincia a trafficare con gli americani che, decisi a invadere l’Afghanistan, hanno assolutamente bisogno di un appoggio sul terreno perché solo con i B52 e i caccia non possono piegare i Talebani. Omar fa pervenire a Massud un ultimo messaggio: “Guarda che se ti allei con gli americani poi saranno loro a comandare, non tu”. Costituita l’Alleanza del Nord, Massud viene assassinato. Non serve più.
E questa è la fine che farà, politicamente, Matteo Renzi. Renzi ha pienamente rilegittimato il “delinquente naturale” preparando con lui la nuova legge elettorale e Bibì e Bibò sono già d’accordo per nominare insieme il nuovo presidente della Repubblica. E la nostra poco allegra prospettiva è questa: d’ora in poi avremo due Berlusconi. Il Berlusconi propriamente detto e Matteo Renzi. Finché il primo, al momento opportuno, non deciderà di liquidare “l’utile idiota”.