Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  febbraio 22 Sabato calendario

SILURATA LA BONINO, ESTERI E CASO MARÒ A FEDERICA MOGHERINI


Marco Pannella, che nonostante l’età fiuta l’aria politica meglio di tanti giovani, l’aveva capito da qualche giorno. E già domenica tempestava di telefonate Radio Radicale per far notare come Emma Bonino fosse sparita dai sondaggi sul gradimento dei ministri uscenti, o da quelli sui personaggi pubblici più popolari. “Qui mi sa che hanno già deciso”. Pannella ha capito le intenzioni di Renzi, “in nome della partitocrazia ha fatto fuori la storia radicale”, ma non sapeva se e quanto fidarsi della capacità di tenuta di Giorgio Napolitano. Che ieri pomeriggio, nelle due ore e mezza di “colloquio” con Matteo Renzi, oltre al caso Gratteri, ha dovuto battagliare con il nuovo presidente del Consiglio proprio per la casella più delicata di qualsiasi governo del mondo, quella degli Esteri.
ALLA FINE l’ha spuntata Renzi. E come notava un osservatore autorevole come Paolo Mieli, perché aveva bisogno di imprimere il proprio segno al nuovo governo E così nasce la candidatura di Federica Mogherini, la più giovane ministra degli Esteri della Repubblica italiana, bella presenza, competente anche se dovrà guadagnarsi innanzitutto la fiducia della Farnesina, dove piangono l’uscita di Bonino. La quale ha affrontato la giornata di ieri in modo molto sereno, concentrata sul caso ucraino per poi staccare tutto avuta la notizia della sostituzione. Parlerà, insieme a Pannella, oggi pomeriggio in un comizio pubblico a Largo Argentina . Il primo pensiero di Mogherini ieri è stato per lei, ovviamente via Tweet: “Grazie a tutti, ma soprattutto a @emmabonino per il lavoro eccellente che ha fatto quest’anno (e sempre) sugli #Esteri. Da domani al lavoro”.
Nata 41 anni fa, madre di due figli, sposata con l’ex braccio destro di Veltroni al Campidoglio, Matteo Rebesani, di politica estera Mogherini si occupa fin da giovanissima quando, non ancora ventenne, si reca al Servizio Civile Internazionale per seguire un seminario sui temi internazionali. Poi inizia una carriera tutta di partito. Nella Sinistra giovanile, poi nei Ds. Nel 2001 entra nel Consiglio nazionale con la segreteria di Piero Fassino e si lega alla componente che coltiva il rapporto con il mondo dell’associazionismo. In particolare con Marina Sereni fidatissima del sindaco di Torino. È il settore che si dedica alla Perugia-Assisi, cura i rapporti con il mondo del pacifismo e infatti Mogherini è molto attiva nell’organizzazione della più grande manifestazione contro la guerra, quella dell’Iraq, svoltasi il 15 febbraio del 2003.
I TEMI della guerra e della pace entrano stabilmente nella sua agenda: fa parte della Commissione Difesa, dove si è occupata di F35 – dossier su cui potrebbe avere i primi problemi – sempre con un approccio pragmatico e “governista”. Con la segreteria Veltroni del Pd entra a far parte dell’esecutivo del partito, organismo di cui non si ricorda più l’esistenza, ma soprattutto diviene deputata per la prima volta. E nel corso della legislatura sarà ricordata per il pancione con cui il 14 dicembre del 2010 si presenta a Montecitorio per votare la sfiducia al governo Berlusconi che però quel giorno la farà franca.
CON L’ADDIO DI VELTRONI al partito entra nella segreteria di Dario Franceschi con l’incarico alle Pari opportunità. Poi, durante la segreteria Bersani, rimane in stand-by ma viene confermata deputata alle ultime elezioni. Fino al ritorno in segreteria, stavolta agli Esteri, con Matteo Renzi. E sarà proprio lei a gestire per il premier un incarico politico molto delicato: l’accordo per il cambio di nome del Pse in “Partito dei socialisti e dei democratici” in modo da consentire l’ingresso del Pd in quella “famiglia” europea.
Profilo partitista, dunque, per quanto competente e ben vista al Quirinale dal Consigliere per gli Affari militari, generale Rolando Mosca Moschini. Una benevolenza che però non ha impedito al Presidente della Repubblica di discutere a lungo con Renzi sull’opportunità di privarsi di Emma Bonino della quale il capo dello Stato ha un’ottima opinione. Tanto che nel Pd sono in molti a scommettere che Napolitano prima o poi riuscirà a farla eleggere al proprio posto.