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 2014  febbraio 22 Sabato calendario

A KIEV QUAL È LA POSTA IN GIOCO?


Quando nasce l’Ucraina?
Dopo secoli in cui è stata contesa tra principati slavi, e poi Russia, Polonia e impero Austro-Ungarico, come Stato indipendente l’Ucraina appare solo nel 1991, dopo il collasso dell’Urss. E’ il Paese più esteso dell’Europa (600 mila km quadrati). Ha 44 milioni di abitanti, di cui il 78% si considerano etnicamente ucraini, mentre il 17% russi. Sono presenti altre minoranze: tatari della Crimea, ebrei, moldavi, ungheresi, polacchi. L’ucraino è lingua madre del 67% della popolazione, mentre il russo è preferito dal 27% e gode di status di lingua semiufficiale in molte regioni.
Chi governa?
Il presidente Viktor Yanukovich è stato eletto nel 2010 a suffragio universale. La maggioranza nella Rada (il Parlamento) è in mano al Partito delle Regioni filopresidenziale. Il governo di Mykola Azarov è stato licenziato sotto le pressioni della piazza e il Paese non ha un esecutivo.
Perché è scoppiata la rivolta?
Il 28 novembre 2013 Kiev doveva firmare un accordo di associazione e libero scambio con l’Ue. Pochi giorni prima il governo ha interrotto il negoziato ritenuto «svantaggioso», proponendosi un’alleanza più stretta con la Russia, contraria all’avvicinamento di Kiev all’Ue. Migliaia di persone hanno occupato il Maidan Nezalezhnosti, la piazza dell’Indipendenza nel centro di Kiev, dove da allora è in corso una protesta permanente che ha assunto il nome di Euro-maidan, la «europiazza».
Chi guida la rivolta?
Vitaly Klichko, l’ex pugile fondatore del partito Udar, Arseny Yatseniuk del partito Batkivshina (Patria) che fa capo alla ex premier imprigionata Yulia Timoshenko e Oleg Tiagnybok, dei nazionalisti di Svoboda. Nel Maidan confluiscono diversi gruppi, studenti, reduci dell’Afghanistan, ultrà calcistici, religiosi, nazionalisti radicali protagonisti della maggior parte degli scontri dei giorni scorsi e volontari che prestano soccorso medico e portano viveri.
Cosa chiede la piazza?
Dopo il primo tentativo di sgombero violento della piazza da parte della polizia, il 30 novembre, i discorsi europeisti sono passati in secondo piano rispetto alla richiesta di elezioni anticipate di Parlamento e presidente, le dimissioni del governo e la punizione dei responsabili del blitz. Dopo due mesi di stallo dei negoziati il corso non violento della protesta è stato interrotto da scontri sempre più cruenti tra polizia e manifestanti. Oggi l’opposizione chiede il ritiro della polizia, l’amnistia dei militanti, il ritorno alla Costituzione meno presidenzialista del 2004 e il voto anticipato.
Cos’è la «rivoluzione arancione»?
Nel novembre 2004 sul Maidan è esplosa la protesta contro i brogli elettorali che hanno fatto vincere le presidenziali a Yanukovich a danno di Viktor Yushenko, liberale filo-occidentale. Il braccio di ferro è terminato con nuove elezioni vinte da Yushenko, con la pasionaria della piazza Yulia Timoshenko diventata premier. La situazione economica e i litigi nella nuova coalizione al potere però hanno messo in crisi il progetto «arancione».
Il rischio di un Paese spaccato?
L’Ucraina è lacerata da divisioni storiche: l’Ovest prevalentemente cattolico e ucraino, influenzato dalla Polonia e dall’impero asburgico considera i russi dei colonizzatori, l’Est industriale, russofono e ortodosso, è più vicino alla Russia. Le divisioni politiche seguono le stesse linee, anche se nell’ultima crisi anche nell’Est ci sono state manifestazioni di solidarietà con il Maidan. Ma tra le due anime del Paese restano ostilità che hanno portato sia all’Est che all’Ovest a discorsi di secessione.
Quale è la situazione economica?
Il Pil procapite ucraino a parità di potere d’acquisto è di 7 mila dollari l’anno. Sia per mantenere le industrie ereditate dall’Urss e le miniere di carbone del Don che per riconquistare la sua fama di «granaio d’Europa» l’Ucraina ha bisogno di drastiche riforme finora rinviate. La moneta, la hrivna, è a rischio di svalutazione. La crisi politica, poi, ha portato il Paese sull’orlo del crac. La Russia ha sospeso il maxi-prestito, mentre le trattative per gli aiuti con Fmi e Ue sono paralizzate.
Perché l’Ucraina sogna l’Europa?
Per motivi economici, sperando in un miglioramento del tenore di vita. Per avere più democrazia e diritto, in un Paese devastato dalla corruzione e dalla lotta di clan. Per tutelarsi dalle ambizioni di controllo russe. Una parte cospicua della popolazione però vorrebbe tornare all’alleanza con il Cremlino o astenersi da alleanze.
Che ruolo ha avuto l’America nella vicenda del Maidan?
Gli Usa appoggiano le forze filo-occidentali in Ucraina, sia per affinità politiche che per la presenza nel Nord America di una diaspora di discendenti di ucraini fuggiti dal comunismo. La propaganda di Mosca ha considerato sia la «rivoluzione arancione» che l’Euro-maidan un «progetto americano» destinato a strappare l’ex satellite dai «fratelli maggiori» di Mosca.

A Cura Di Anna Zafesova