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 2014  febbraio 22 Sabato calendario

PIER CARLO PADOAN (ECONOMISTA)


Pier Carlo Padoan ha sessantaquattro anni e nel 1980, a trenta, insieme con giovani colleghi e guidato da Claudio Napoleoni, scrisse Afferrare Prometeo, un ponderoso saggio che si riprometteva - attraverso meccanismi di cooperazione e partecipazione che non sapremmo dettagliare meglio - di trovare una terza via fra marxismo e capitalismo. Il tentativo fallì, come le centinaia da cui fu preceduto e seguito, a meno che l’ipotesi non si stia concretizzando nel renzismo. Legge libri di storia ed è molto tifoso della Roma. Ha saputo dell’incarico a Sydney, da dove si sta scapicollando per tornare in Italia, ma è già in forte ritardo.
Mattia Feltri
Massimo Gramellini

L’ANAGRAMMA–
Pier Carlo Padoan = Apparirà con lode
di Marco Bresolin


PIER CARLO PADOAN–
Economia
Tecnico, 64 anni
(Dario Di Vico) Pier Carlo Padoan è un professore universitario di economia nato a Roma nel 1950. Ha collaborato dal 1998 al 2001 a palazzo Chigi nello staff dei premier Massimo D’Alema e Giuliano Amato. È stato direttore esecutivo del Fmi a Washington e successivamente capo economista dell’Ocse a Parigi. Il governo Letta lo aveva appena designato alla presidenza dell’Istat. La prima volta che il suo nome è rimbalzato nelle cronache politiche risale al 1998 per un pamphlet — che fece discutere — uscito da Laterza («Proposte per l’economia italiana»), scritto assieme a Nicola Rossi e Marcello Messori con prefazione di D’Alema.

↑ La confidenza con le élite e gli ambienti economici internazionali che contano, sia negli Stati Uniti sia in Europa, è sicuramente un punto di forza per rappresentare le ragioni dell’Italia in una Bruxelles che comincia a fare i conti con le imminenti elezioni europee. E può essere il passepartout per tentare di costruire quell’asse mediterraneo con Francia e Spagna, che un conoscitore dei meccanismi Ue come Romano Prodi consiglia vivamente come strategia.

↓ Il dubbio di molti osservatori è se il neoministro avrà il carisma e la forza d’urto per fare veramente i conti — come avrebbe potuto probabilmente un navigato di Via XX Settembre ministro politico — con la potente burocrazia interna che ha dimostrato ampiamente di essere capace di superare tutte le prove. Lo conferma, tra le altre cose, la sorprendente difesa che ne ha fatto il ministro uscente Fabrizio Saccomanni nell’ultima intervista rilasciata domenica scorsa.
CdS