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 2014  febbraio 19 Mercoledì calendario

LE CURVE SVOLTANO A DESTRA


Bandiere rosse e bandiere nere. Le curve degli stadi si fregiano di simboli politici. Sul finire degli anni ottanta ai colori della squadra del cuore il tifo unisce quello dell’appartenenza politica. Una scelta di rabbia più che di ideologia che trova negli stadi la cassa di risonanza per agitare slogan che altrove sarebbero banditi.
Oggi negli stadi italiani e non solo, il tifo si nutre della passione per la squadra di calcio che alimenta e racchiude negli schematismi dell’estremismo politico. Slogan razzisti da un lato e genericamente anarcoidi dall’alto vengono scanditi e scritti sui muri accanto al simbolo della squadra del cuore.
Il viaggio nelle curve, spesso violente, dove ultras fa rima con estremista attraversa la seria A,B e non tralascia la Lega Pro. Un escalation che ha costretto le forze di polizia, dal 2000, a dar vita alle speciali squadre investigative sul tifo della Digos. Dall’analisi dei comportamenti emerge che 27 tifoserie sono orientate verso posizioni politiche di destra, 15 di sinistra e 7, un po’ confuse, sono composte da frange di orientamento diverso (Bologna, Brescia, Milan, Perugia, Lucchese, Crotone e Sora), mentre le restanti 79 si possono definire apolitiche.
Il mix di amore per la squadra e la passione politica ha trasformato anche il business della curva. Infatti oltre al merchandising sportivo ormai ne prolifera uno parallelo con gadget di orientamento politico, fanzine e opuscoli che puntano al proselitismo politico oltre che sportivo.
Così la ricerca di contatto e scontro con l’avversario a volte va oltre la bandiera della squadra e si infiamma dei simboli dell’estremismo. È proprio dalla fine degli anni ottanta che si è materializzata la cosiddetta fascistizzazione delle curve.
Sopra a tutte spiccano per identità politiche le Curve di Roma e Lazio. I movimenti politici «Base autonoma» e «Opposta fazione» hanno di fatto colonizzato i gruppi romanisti di Tradizione e distinzione e quelli laziali degli Irriducibili e Banda de’noantri.
Slogan e scritte contro la polizia uniscono gli ultras avversari come avvenuto negli assalti alla polizia dopo l’uccisione di Gabriele Sandri. A scanso di equivoci il giornalino di riferimento della curva romanista è Black Shirt, camicia nera. Le frange di ultras laziali hanno uno stretto legame con le tifoserie, di estrema destra, del Triveneto in particolare del Verona, (Verona Front) del Padova, del Treviso, della Triestina e del Vicenza.
Tradizionalmente nera la curva interista dove i Boys San non sono altro che una costola di Azione Skinheads. Ma sugli spalti di San Siro con le bandiere nerazzurre sono arricchite dal celtiche nei gruppi di Viking, degli Snakes, dei Bulldog Inter, degli Shining, dei Monkeys, del Gruppo Deciso. Anche nell’altra tifoseria milanese, quella milanista, tradizionalmente «rossa», i gruppi di estrema destra compaiono sempre più numerosi in curva: nel 1990 vengono vergate scritte razziste firmate White Power Skins e Milan Korps, ma nella stessa area si muovono anche la Squadraccia, Avanguardia e Rams Korps e quella dei Commandos Tigre. Curve nere un po’ in tutta la Lombardia da Bergamo a Monza e non mancano nomi dal richiamo inequivocabile: a Cremona quelle degli Sturmtruppen e dei Totenkopf di hitleriana memoria.
A Torino, non mancano i gruppi ultrà apertamente schierati su posizioni d’estrema destra. Nella tifoseria juventina si distinguono i Viking, i Drughi Kaos, i Drughi Nord e gli Area, in quella torinista i Granata Korps, gli Eagles, i Viking.Gruppi hooligan di destra negli stadi dell’Emilia Romagna, regione «rossa» per eccellenza, si registrano fermenti d’estrema destra: la Weisschwarz Brigaden e i Viking a Cesena; la Legione Gotica e gli Skinhead a Piacenza, mentre anche in due tifoserie di sinistra come quelle del Bologna e del Modena si sono formati piccoli gruppi di destra. In Umbria si registrano solo il gruppuscolo delle Brigaden a Perugia, isolato in una curva dominata dalla esplicita Armata Rossa, e i pochi Ultras e Mods del Gubbio e della Ternana. In Campania la politicizzazione delle curve è piuttosto depressa si registra soltanto la presenza a Napoli dei Korps, unico gruppuscolo d’estrema destra della pur vastissima tifoseria partenopea.
Il Fronte di resistenza ultras che unisce il tifo di sinistra vede le roccaforti nelle curve della Ternana, dell’Ancona e del Livorno. Ma resistono al dilagare del Tifo Nero anche le curve della Fiorentina ,del Perugia, del Venezia, del Cosenza, della Casertana, del Bologna e del Crotone.
Maurizio Piccirilli