La Stampa 24/9/2012, 24 settembre 2012
Fonte: La Stampa 24 settembre 2012 Nel 2011 il nostro paese è stato l’ottavo esportatore mondiale dopo Cina, Stati Uniti, Germania, Giappone, Olanda, Francia e Corea del Sud per un valore pari a 523 miliardi di dollari (+16,9% sul 2010), grazie a 187mila piccole e medie imprese che da sole fanno il 54%dell’export totale (il restante 46% è assicurato dalle duemila grandi aziende tricolore)
Fonte: La Stampa 24 settembre 2012 Nel 2011 il nostro paese è stato l’ottavo esportatore mondiale dopo Cina, Stati Uniti, Germania, Giappone, Olanda, Francia e Corea del Sud per un valore pari a 523 miliardi di dollari (+16,9% sul 2010), grazie a 187mila piccole e medie imprese che da sole fanno il 54%dell’export totale (il restante 46% è assicurato dalle duemila grandi aziende tricolore). A guidare il made in Italy oltreconfine spicca la meccanica (68 miliardi) davanti a prodotti in metallo (48), mezzi di trasporto (36,4), tessile-abbigliamento (25), chimica (24,9), alimentari (24,3), apparecchi elettrici (20), farmaceutica (15,3), calzature (15), gomma-plastica (13,7), vetro e ceramica (8,7) e mobili (8). La potenza della meccanica Fuori dell’italico soft power "cibo-moda-mobili" l’Italia è dunque anzitutto una potenza "meccanica", che vale da sola 44 dei 56miliardi di surplus commerciale manifatturiero 2011. Meccanica significa il cuore della produzione in cui eccelle il nostro capitalismo diffuso: macchine per l’industria, valvole, pompe, ingranaggi, rubinetteria, apparecchi per impacchettare o imballare merci o preparare cibi, cappe, attrezzature frigorifere e, ovviamente, un bel pezzo di filiera automotive, il primo bacino occupazionale del manifatturiero con 2.500imprese e 170mila addetti.