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 2014  gennaio 07 Martedì calendario

BANCA SVIZZERA, MAXI-PERDITE CON IL CROLLO DELL’ORO


LUGANO La discesa del prezzo dell’oro manda in rosso i conti della Banca nazionale svizzera. L’istituto centrale elvetico ha chiuso l’esercizio 2013 con una perdita di circa 9 miliardi di franchi (circa 7,3 miliardi di euro). In base alle cifre provvisorie rese note ieri dalla BNS, il valore delle riserve in oro dell’istituto è sceso di 15 miliardi di franchi. L’utile di circa 3 miliardi di franchi realizzato grazie alle posizioni in valute estere e gli oltre 3 miliardi di franchi incassati con la vendita alla Ubs del fondo di stabilizzazione StabFund (in cui a suo tempo erano stati raccolti i titoli tossici della stessa Ubs) non hanno permesso di controbilanciare la perdita sull’oro. A differenza di altri anni, questa perdita non può essere compensata dalla riserva per le distribuzioni future, che non può risultare negativa. A fine 2013 la riserva ammontava a 5,3 miliardi di franchi, una cifra nettamente inferiore alla perdita d’esercizio registrata.
La Confederazione, i Cantoni, gli azionisti (la BNS è quotata a Zurigo, con un piccolo flottante) non avranno dunque dividendi. Si tratta della prima volta dalla fondazione della BNS nel 1907 che Cantoni e azionisti non ottengono alcuna partecipazione all’utile, e anche della prima volta dal 1991 (ossia da quando ha iniziato a beneficiare di un dividendo) che la Confederazione resta a mani vuote. Negli anni scorsi, anche a causa dei suoi interventi per fermare l’apprezzamento eccessivo del franco, la BNS aveva già subito alcune perdite, ma era stato comunque possibile attribuire utili a Confederazione (un terzo) e Cantoni (due terzi). L’ex presidente della BNS Philipp Hildebrand avvertì però che «dal 2012 i versamenti saranno chiaramente inferiori agli usuali 2,5 miliardi o verranno addirittura a mancare del tutto». Già per il 2012 l’importo fu ridotto a un miliardo, in base a una convenzione valida fino al 2015. Sulla base della situazione della riserva per le distribuzioni, per poter versare nuovamente un dividendo di un miliardo per il 2014 la BNS dovrebbe realizzare quest’anno un utile di circa 7 miliardi di franchi.
D’altro canto il compito principale della BNS, ora presieduta da Thomas Jordan, non è naturalmente quello di fare utili, bensì quello di mantenere la stabilità della valuta nazionale e dei prezzi. In passato la BNS è riuscita spesso a anche a garantire utili, ma ora i margini sono stretti, in qualche caso a causa degli interventi per fermare il franco (con acquisti di euro o altre valute) in qualche altro (come nel 2013) per la caduta delle quotazioni dell’oro. A causa della mancata entrata legata al 2013, la stessa Confederazione potrebbe registrare cifre rosse, seppure lievi. Nel preventivo 2014 erano infatti stati inseriti 333 milioni provenienti dalla Banca nazionale. Ora invece di un’eccedenza di 121 milioni potrebbe risultare un deficit di 212 milioni. Il direttore dell’Amministrazione federale delle finanze (AFF), Serge Gaillard, ha ricordato però che sui conti incidono numerosi fattori. Per il momento non c’è motivo di temere che il freno all’indebitamento pubblico non venga rispettato, né sono previste misure immediate.
Una ventina di Cantoni aveva inserito nei budget l’importo previsto della Banca nazionale. Ad esempio i Grigioni, cui dovrebbero venire a mancare 16,3 milioni di franchi, Vaud (-60 milioni), Berna (-82) e Zurigo (-116,5). Quanto al Ticino, la cifra BNS che verrà a mancare dovrebbe essere di circa 28 milioni di franchi.