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 2013  dicembre 20 Venerdì calendario

TURCHIA SPENDACCIONI E INDEBITATI


Una popolazione di più di 75 milioni di persone e un Prodotto interno lordo che, negli ultimi dieci anni, è triplicato, passando da quasi 200 miliardi di euro ai 600 miliardi attuali. Questa è la fotografia della Turchia di oggi: un Paese in pieno boom economico, che sembra sprizzare benessere e che pare proiettato con successo nel consesso delle potenze mondiali del 21° secolo. È tutto oro quello che luccica? In parte no, perché sotto l’apparente benessere diffuso, un nuovo fenomeno si sta spargendo e comincia seriamente a preoccupare i cittadini e le autorità di Ankara, cioè quello del debito privato. Siamo spesso abituati a sentir parlare di debito pubblico e delle finanze statali da risanare, ma cosa accade quando sono i privati cittadini a essere stretti nella morsa dell’insolvenza? È quanto ci si chiede in Turchia, dove sembra che l’idea di prosperità che è stata trasmessa sia stata presa fin troppo alla lettera dai cittadini. E, adesso, le persone si trovano a essere indebitate oltremodo, dopo aver provveduto a comprare tramite le carte di credito dei beni oltre le loro stesse possibilità effettive. I circa 57 milioni di carte di credito che circolano in Turchia hanno accumulato fino a ora un debito complessivo di 33 milioni di euro. Di questi, circa 10 miliardi sono cosiddetti crediti di sofferenza, la cui riscossione da parte delle banche o degli intermediari finanziari non è garantita, in quanto chi ha contratto il debito è diventato insolvente. L’anno scorso, tale cifra era inferiore del 20% e, se nel 2009 le persone non più in grado di pagare i debiti erano poco più di 270mila, adesso sono quasi due milioni. Paradossi di un Paese dalle mille contraddizioni, che forse cresce più di quanto sia sostenibile e che va al di là delle proprie stesse possibilità. Il Primo Ministro Erdogan nei suoi discorsi continua ad ammonire i cittadini turchi circa il rischio di possedere carte di credito con cui si fanno spese incontrollate, mentre l’opposizione guidata dal Partito Repubblicano del Popolo (CHP) si scaglia contro lo stesso governo, per aver illuso eccessivamente i cittadini. Che adesso cercano di capire se sia il caso di rallentare o di continuare a vivere un sogno che potrebbe però rivelarsi pericoloso.