Marcello Sacco, L’Espresso 20/12/2013, 20 dicembre 2013
POESIA TUTTI I NOMI DI PESSOA
«Io sono un’antologia / scrivo così variamente / che poco o molto che valgano / le poesie, nessun direbbe / che il poeta è uno solamente». Sono versi di Fernando Pessoa, scritti nel 1932. E proprio "Eu Sou Uma Antologia" fa da titolo alla più recente raccolta di eteronimi pessoani pubblicata dall’editrice portoghese Tinta da China, a cura di due giovani studiosi latinoamericani: Jerónimo Pizarro e Patricio Ferrari.
Sono più di vent’anni che i pessoani di tutto il mondo cercano di fare il censimento completo degli eteronimi (o "figure", preferiscono dire i curatori) del multiforme scrittore portoghese, di cui Álvaro de Campos e Ricardo Reis sono solo due dei più noti. Negli anni ’90 del secolo scorso se ne registravano svariate decine, oggi Pizarro e Ferrari arrivano a contare "136 autori fittizi", che è poi il sottotitolo di questo "libro di libri", frutto di anni trascorsi sui circa 30 mila fogli, manoscritti o dattiloscritti, spesso disegnati o scarabocchiati, in gran parte consultabili presso l’archivio Pessoa della Biblioteca Nacional di Lisbona.
In questa antologia - che include 77 testi assolutamente inediti ed esclude le figure fittizie che Pessoa concepì, senza però renderle responsabili né di autentici testi, né di progetti letterari - sfilano borghesi e baroni, spiriti e spiritisti, preti e anticlericali, traduttori, sciaradisti, antifascisti e giornalisti, come l’intera redazione e relativa rete di corrispondenti del giornale "O Palrador" (il chiacchierone), che un Fernando ancora adolescente inventò quando viveva in Sudafrica.
Il libro si può leggere come un vero e proprio dizionarietto di letteratura, in cui spesso più interessanti degli stessi testi antologizzati risultano le biografie a essi sottese. «Che cos’è un autore?», domandava negli anni ruggenti dello strutturalismo Michel Foucault. Qui scopriamo che Pessoa se lo era già chiesto almeno 136 volte. Ma attenti, avvertono Pizarro e Ferrari nella postfazione, perché la foto di gruppo finale non l’ha scattata ancora nessuno e le 30 mila sudate carte riserveranno ancora sorprese.