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 2013  novembre 28 Giovedì calendario

LAURA PAUSINI – [«FESTEGGIO I VENT’ANNI DI ATTIVITÀ, MA ANCHE LA MIA PAOLA, CHE HA NOVE MESI. PER TANTI ANNI HO PENSATO CHE NON SAREI RIUSCITA A DIVENTARE MADRE. E INVECE…»]


Davanti alla hall dell’albergo milanese bivacca un gruppo di giovani. Uno di loro sfida il freddo della sera sfoggiando una maglietta rossa a mezze maniche. La scritta che porta sulla schiena rivela la loro provenienza romana e perché sono qui: «Semo fan della Pausini e nun famo mai casini». Quando pochi minuti dopo, saliti nella sua stanza, glielo raccontiamo, Laura scoppia a ridere: «Sì, i miei fan sono così: un po’ matti, ma molto educati».
La cantante, che ha appena pubblicato il suo nuovo disco, 20 – The greatest hits, raccolta delle più belle canzoni di vent’anni di carriera, impreziosita da duetti e inediti, tiene tra le braccia Paola, la sua prima figlia nata nove mesi fa. «È una bimba molto buona. Credo che abbia preso da suo padre perché i miei genitori mi dicono sempre che da piccola ero un bel peperino: ero estroversa, testarda e dicevo sempre tutto quello che mi passava per la testa. Sono ancora così».
Paola intanto ha puntato il telecomando della Tv e allunga le manine tentando di afferrarlo. La mamma la accontenta: «Che devo fare? È già una bimba tecnologica. Guarda: ha acceso la Tv e tra un po’ cambierà i canali». Non fa in tempo, perché nella stanza entra nonna Gianna, la madre di Laura, che la prende in consegna: «Dai Paola, vieni: è ora di fare la pappa». «Ciao amore, ci vediamo presto», la saluta Laura.
Stavamo parlando del tuo caratterino...
«Durante l’adolescenza, mia mamma lavorava in un asilo nido, mentre papà era sempre in giro a fare pianobar. Così passavo spesso i miei pomeriggi dai nonni o all’oratorio della parrocchia. Lì si ricordano molto bene di me perché spesso facevo domande un po’ “scomode”».
Per esempio?
«Perché i miei amici omosessuali non possono fare la Comunione? Le suore mi davano delle risposte che non mi convincevano del tutto. Però capivo che in quelle parole c’era comunque l’amore, non la volontà di escludere qualcuno. Anche adesso ho molti dubbi, ma mi sento sempre parte della Chiesa. Anzi, mi piacerebbe in futuro riproporre in versione rock i brani più belli che si cantano a Messa, come Fratello sole, sorella luna».
C’è un sacerdote, don Vitale, che gestisce una pagina Facebook dedicata a te, “Laura Pausini e la fede”. Chi è?
«È un caro amico iscritto al mio fan club. Anche a lui faccio le mie domande “scomode”. Sempre tramite il fan club ho conosciuto un frate francescano, fra Tommaso, che è venuto al Battesimo di Paola è ha fatto un’omelia bellissima citando il Cantico dei Cantici».
Uno degli inediti del disco. Se non te, ripercorre la storia d’amore dei tuoi genitori, Fabrizio e Gianna. Hai anche realizzato un video in cui appari con loro. È stato difficile convincerli?
«Mi hanno sorpreso: papà, estroverso come me, non voleva: (imita la sua voce, con accento romagnolo, ndr) “Ma no, poi mi si vede la pancia”. Invece mamma, che è più timida, ha accettato subito: “È un onore, come mi devo vestire?”. È bellissimo, specie ora che sono madre anch’io, osservarli di nascosto. Nei loro sguardi si capisce subito quanto siano ancora innamorati. C’è da dire che mia mamma è stata molto paziente. Papà per lavoro stava spesso fuori e, essendo un bell’uomo, aveva molte pretendenti. Per fortuna c’ero sempre io a controllarlo, dato che cantavo nel suo gruppo...».
Nei tuoi viaggi in giro per il mondo, non ti capita mai di sentirti sola?
«No, perché con il mio lavoro parlo sempre con qualcuno dal mattino alla sera».
Però spesso non si tratta di persone a te care, ma di gente che conosci, appunto, per lavoro...
«Sì, ma Dio mi ha dato un dono: faccio subito amicizia con tutti. Mi interessa conoscere chi ho davanti, anche se magari non lo vedrò più. Anche perché, con tutte le interviste che faccio, se parlo sempre di me stessa poi non mi sopporto più».
Non c’è il rischio che qualcuno si approfitti di questa disponibilità?
«Sì, e quando è successo sono stata malissimo. Se qualcuno mi ferisce, proprio perché sono così disponibile, poi faccio molta fatica a perdonarlo, anche se so che dovrei».
Nelle note del Cd racconti di esserti accorta di essere incinta dopo un concerto in cui hai cantato Celeste, una canzone in cui si parla della difficoltà di avere un figlio. Sembra una favola...
«E invece è andata proprio così. Per tanti anni ho pensato che non sarei mai riuscita a diventare madre. Stavo anche malissimo perché vedevo tutte le mie amiche con il pancione o altre che quando restavano incinte erano più impaurite che felici, mentre io avrei tanto voluto essere al loro posto. Finché dopo un concerto mi sono sentita poco bene e mia mamma ha voluto che facessi il test. Ho cercato di dirle di no, che non volevo illudermi ancora: lei ha insistito e ha fatto bene».
Prima sei stata bravissima a imitare tuo padre. Lo fai anche con le tue colleghe?
(Laura indugia un po’, poi si convince e si lancia in una spassosa imitazione di Ornella Vanoni). «Ne approfitto per dire che non è vero che c’è tutta questa rivalità tra le cantanti. Giorgia, per esempio, è una delle mie amiche più care. Quando è nata Paola, mi ha aiutato tantissimo. Abbiamo passato ore in giro con lei che mi consigliava i negozi che vendevano i pannolini migliori. Un’altra collega che adoro è Gianna Nannini. Pochi giorni fa tornavo in volo dal Messico, ero distrutta con Paola in braccio, quando nel dormiveglia ho sentito un annuncio su uno zaino ritrovato. Un secondo dopo sono stata svegliata da un urlo: “È mio, è mio!”. Era lei. Quando mi ha visto, non stava più nella pelle (Laura la imita, con un forte accento toscano, ndr): “Ma che sei qui? Allora ci si siede insieme”. Quando le hanno detto che non era possibile, si è arrabbiata tantissimo. Gianna mi fa sempre morire dalle risate».
Hai partecipato a Io ci sono, il disco tributo che i cantanti italiani hanno dedicato a Giorgio Gaber, interpretando una delle ultime canzoni che ha inciso: Non insegnate ai bambini. Cosa non vuoi insegnare a Paola?
«A cercare di diventare una mia copia, ma a essere sé stessa. Le starò sempre vicina, ma so che dovrà farsi male. Perché, se la proteggerò troppo, da grande se ne farà ancora di più».