Gualtiero Gualtieri, Il Sole 24 Ore 17/11/2013, 17 novembre 2013
I 4 FANS DI MAGDI ALLAM
Il premio Penisola a Piano di Sorrento. Giusto qualche settimana fa. Tra le autorità, c’è Magdi Cristiano Allam. Applausi. Il mese scorso, invece, se lo sono contesi ben tre club dei Lions di Modena al ristorante «La Secchia rapita» che ne hanno ascoltato, rapiti, la trattazione sul tema «la primavera araba e la situazione mediorientale». Applausissimi. Il Magdi non fa più libri. Tra i giganti del pensiero di destra li fa, ormai, solo Bruno Vespa. E però l’egiziano naturalizzato italiano, eroe dei valori occidentali, il suo daffare – tra editoriali sull’Euro e banchetti in Emilia dove sgranocchia suini a dimostrazione della sua convinta adesione all’insaccato occidentale – ce l’ha.
Il Magdi è passato dal pensiero all’azione. Dopo aver squagliato il proprio partito è diventato il Giuseppe Mazzini di Ignazio La Russa e toccherà a lui saldare i Fratelli d’Italia ai centurioni di Francesco Storace. Plaudente – tra tricolori festanti – è stato fotografato, giusto a completare cotanto quadrumvirato, con Giulio Terzi di Sant’Agata, l’ex ministro della Farnesina, quello del pasticcio dei due marò in India. Magdi, che pure è stato battezzato nel 2008 da Joseph Ratzinger – accompagnato al Fonte da Maurizio Lupi – ha rinnovato il fervore ripudiando papa Francesco, «fisiologicamente tentato dal Male» per aver riconosciuto tra le religioni abramitiche, l’Islam.
Un argomento assai sentito, questo, nei convivi Lions. Ed è l’italiano perfetto, Magdi. Dal quotidiano comunista il Manifesto è arrivato al Giornale di Alessandro Sallusti. La sua parabola è scaltra e fruttuosa. Non si fa forte della sapienza propria, piuttosto dell’ignoranza altrui. Come nel Consiglio d’Egitto di Leonardo Sciascia, dove l’abate Vella millanta la conoscenza del Corano per aver cattedra d’arabistica (e spacciare scarabocchi per donazioni di ricchezze sottoscritte dagli Emiri a favore dei baroni di Sicilia), così lui, con i veleni dello scontro di civiltà, facendo scienza dell’islamofobia, amministra la propaganda. Redento rispetto al suo essere stato musulmano, Magdi ha messo a frutto l’essersi emancipato dal terzomondismo da cui ebbe l’imprinting per accreditarsi – scrittore di comizi qual è – presso la destra che, si sa, è pur sempre un pascolo grossolano e boccalone. Dove a tutti spetta un solo compito: applaudire. Possibilmente in sale abitate da quattro persone quattro: i quadrumviri.