Giornali vari, 26 agosto 2013
Anno X – Quattrocentonovantesima settimanaDal 19 al 26 agosto 2013Vi hanno dettoBerlusconi farà cadere il governola sua condanna è «incostituzionale»Volevano direDi martedì, di giovedì e di sabato
Anno X – Quattrocentonovantesima settimana
Dal 19 al 26 agosto 2013
Vi hanno detto
Berlusconi farà cadere il governo
la sua condanna è «incostituzionale»
Volevano dire
Di martedì, di giovedì e di sabato. Gli altri giorni, invece, «Enrico sta lavorando bene».
Mercoledì scorso Berlusconi ha spedito Alfano da Enrico Letta per trattare la questione della sua decadenza dalla carica si senatore. Quasi tre ore di faccia a faccia, senza risultato: il giovane Letta è capo del governo e la decisione di far decadere o no Berlusconi dalla carica di senatore spetta alla Giunta per le elezioni del Senato, cioè al Parlamento. Non esiste nessuna possibilità che il capo del governo possa dire a dei parlamentari, anche se del suo stesso partito, che cosa fare o non fare (si chiama “separazione dei poteri”). La risposta ha mandato in bestia Berlusconi, il quale ha fatto capire a tutti (senza però dirlo in modo davvero definitivo) che se la Giunta, convocata per il 9 settembre, gli voterà contro lui farà cadere il governo. È seguita, sabato, una mega riunione di tutto il vertice del Popolo della Libertà a Villa San Martino, cinque ore di discussioni concluse da un comunicato in cui l’eventuale decadenza di Berlusconi veniva definita, oltre che «incredibile, impensabile, inaccettabile», persino «incostituzionale». Sembrava l’addio al povero Letta, che intanto qualificava come «follia» la crisi. Ma domenica scorsa, metre falchi e colombe del Pdl santificavano la festività dilaniandosi in pubblico, si segnalava un Berlusconi a un tratto svuotato, e poco incline alle cannonate. Siamo dunque al punto di prima: il governo cadrà, forse che sì, forse che no.
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Vi hanno detto
Assad sta sterminando i siriani
per mezzo delle armi chimiche
Volevano dire
Non fidatevi. Le armi chimiche potrebbero averle adoperate i ribelli
Mercoledì 21 agosto Assad ha riconquistato con un bombardamento i quartieri orientali di Damasco - Douma, Jobar, Zamalka, Arbeen e Ein Tarma, in una regione detta Goutha - , fino a quel momento in mano ai ribelli. Costoro subito dopo hanno mandato in giro foto terribili nelle quali si mostravano, allineati uno vicino all’altro, un migliaio di cadaveri, uomini donne bambini, evidentemente ammazzati da armi chimiche. Si ricorderà che Obama aveva definito questa una «linea rossa»: se il regime di Damasco avesse fatto ricorso al sarin, gli americani sarebbero intervenuti. E infatti gli Stati Uniti hanno mandato nel Mediterraneo la nave da guerra Mahan, e a questo punto sono quattro le unità in grado di sparare missili sulla Siria dal mare. Però il presidente Usa vorrebbe intervenire dopo un mandato dell’Onu, obiettivo impossibile da raggiungere dato che russi e cinesi porrebbero il veto, e Mosca sostiene, non senza argomenti, che le armi chimiche sono in realtà state usate proprio dai ribelli. Francesi e inglesi vorrebbero l’intervento, i tedeschi no, l’Iran ammonisce a star fermi, intanto Assad ha finalmente autorizzato gli inviati dell’Onu a ispezionare i siti martoriati per appurare la verità. «È troppo tardi» dicono però inglesi e americani: le prove dell’eccidio sarebbero state distrutte dai bombardamenti successivi. Secondo i giornali inglesi, gli Usa sarebbero pronti ad attaccare entro dieci giorni.
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Vi hanno detto
Senza gli americani
i generali egiziani
non andranno da nessuna parte
Volevano dire
Ci sono i sauditi: con un assegno di dodici miliardi hanno reso irrilevante Obama
In Egitto è stato scarcerato il vecchio presidente Mubarak, contro il quale il popolo manifestò a milioni un anno fa. È un favore che l’uomo forte del Cairo, generale al Sisi, ha fatto ai sauditi, in cambio di un assegno di dodici miliardi con cui l’Arabia sosterrà il nuovo regime, in barba agli Stati Uniti (divenuti a un tratto ininfluenti), e contro gli odiati Fratelli Musulmani. I quali sono tornati in massa nelle strade venerdì scorso, ma senza ottenere niente. I generali stanno vincendo, e nella nuova Costituzione, in corso di riscrittura, saranno messi al bando i partiti religiosi.
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Vi hanno detto
Non parcheggiate in divieto di sosta
I comuni vi stangheranno senza pietà
Volevano dire
C’è una nuova regoletta, e forse il divieto di sosta sarà più conveniente del garage
Lunedì 19 agosto è apparso in Gazzetta il decreto cosiddetto del "Fare" nel quale, tra l’altro, si concede uno sconto del 30% all’automobilista che paga la multa entro cinque giorni. Qualcuno ha calcolato che, tutto sommato, a questo punto il divieto di sosta può essere più economico del garage. Lo stesso giorno è stato acceso il redditometro, quel sistema di server capace di macinare 24.200 informazioni al secondo e col quale si metteranno a confronto gli stili di vita dei contribuenti e le loro dichiarazioni dei redditi. Non c’è da avere troppa paura: saranno chiamati a dare spiegazioni solo i 35 mila peggio messi (lo 0,8% dei 4 milioni e 300 mila evasori).
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Vi hanno detto
Avvicinarsi al Papa
è quasi impossibile
Volevano dire
Se non andate voi da lui, si farà vivo lui con voi. Magari per telefono.
Domenica 18 agosto, lo studente Stefano Cabizza, 19 anni, padre tipografo e mamma infermiera, ha sentito squillare il telefono nella sua casa di Padova, ha risposto e dall’altra parte c’era papa Francesco. Lo scorso Ferragosto Stefano gli aveva fatto avere una sua lettera. «Sono stati gli otto minuti più emozionanti della mia vita - ha detto poi - una cosa grandissima, non volevo crederci, volevo dargli del lei e lui mi ha detto che era meglio il tu, mi ha ricordato che anche gli Apostoli e Gesù si davano del tu... Mi ha chiesto se studio, se vado a messa, mi ha chiesto di pregare molto Santo Stefano e per lui stesso, e mi ha dato la benedizione».