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 2013  agosto 19 Lunedì calendario

Anno X – Quattrocentoottantanovesima settimanaDal 12 al 19 agosto 2013Vi hanno dettoDopo la condannaBerlusconi non parla piùVolevano direC’è un modo di gridare anche stando zittiAll’inizio della settimana s’è saputo che Napolitano avrebbe prodotto una nota sul caso Berlusconi e al culmine dell’attesa la nota è finalmente arrivata (martedì 13 agosto)

Anno X – Quattrocentoottantanovesima settimana
Dal 12 al 19 agosto 2013

Vi hanno detto

Dopo la condanna
Berlusconi non parla più

Volevano dire
C’è un modo di gridare anche stando zitti
All’inizio della settimana s’è saputo che Napolitano avrebbe prodotto una nota sul caso Berlusconi e al culmine dell’attesa la nota è finalmente arrivata (martedì 13 agosto). La posizione del Quirinale si può riassumere così: il governo non si tocca, le Camere non si sciolgono, le sentenze si applicano, se Berlusconi vuole la grazia cominci col presentare domanda. Le colombe del Pdl ne hanno dato subito un’interpretazione positiva («c’è uno spiraglio per la grazia», «c’è il riconoscimento del ruolo politico di Berlusconi»), ma il Cavaliere, dopo un paio di giorni di tormenti, ha fatto sapere, sempre senza aprir bocca, che a lui quella nota non serve a niente, lui ha bisogno di un gesto importante del Quirinale e/o del Partito democratico, un gesto che lo tolga dalle grinfie della giustizia. Altrimenti... L’appuntamento chiave è fissato al 9 settembre, quando l’apposita giunta del Senato dovrà decidere se Berlusconi, dopo la condanna, può oppure no restare senatore. Fa sapere il Berlusconi silente: se votano la decadenza, un minuto dopo i miei ministri si dimettono. Forse è un bluff, perché la famiglia e Fedele Confalonieri non vogliono la crisi. Però Enrico Letta ha annunciato che a ottobre si vara la nuova legge elettorale.

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Vi hanno detto

I generali egiziani hanno preso il potere
per salvare la democrazia dagli islamisti

Volevano dire
Che democrazia ci può essere in un paese in cui i cittadini campano con due dollari al giorno?
La situazione in Egitto è precipitata mercoledì 14 agosto: il generale al Sisi, ministro della Difesa e uomo forte del momento, ha ordinato di sgombrare a cannonate le due piazze occupate dai Fratelli Musulmani, dove da un mese si reclamava il ritorno del presidente deposto Morsi. È cominciata la strage: cecchini appostati sui tetti hanno sparato sulla folla, elicotteri in volo a bassa quota hanno mitragliato i manifestanti, carri armati hanno abbattuto le tende, l’esercito ha assaltato anche le moschee in cui s’erano asserragliati i ribelli, e intanto in tutto l’Egitto sfilavano cortei e controcortei, inneggianti a questi di adesso o a quelli di prima, e col tragico contorno della distruzione di una quarantina di chiese cristiane. Si valuta che i morti, al momento in cui scriviamo, siano 750. Impossibile prevedere come andrà a finire. È sicura però la nascita di un nuovo filone terrorista, dato che i Fratelli Musulmani hanno una lunga storia di clandestinità. I generali hanno reso nota, finora, una forte simpatia per Israele e, naturalmente, un’avversione implacabile per gli Stati Uniti, benché finora gli americani abbiano aiutato il paese versando ogni anno un miliardo e mezzo a fondo perduto.

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Vi hanno detto

Lo spread misura
lo stato di salute del Paese

Volevano dire
L’economia non c’entra. Conta quello che decidono due banche americane, due banche tedesche e la Bce.
La settimana scorsa lo spread - la differenza tra l’interesse pagato dai bond italiani a dieci anni e gli analoghi titoli tedeschi - ha raggiunto quota 230, il livello - piuttosto basso - del primo semestre del 2011. Eppure il debito italiano ha realizzato adesso un nuovo record (2.075 miliardi, in giugno), il Pil è sceso per l’ottavo trimestre consecutivo, i dati segnalano il calo dei consumi e della propensione al risparmio, i numeri della disoccupazione sono sempre preoccupanti... Forse Berlusconi e Tremonti, che alla fine del 2011 furono defenestrati per colpa dello spread, non avevano tutti i torti a gridare al complotto...

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Vi hanno detto

I politici non rinunceranno mai
ai loro privilegi da faraoni

Volevano dire
La crisi potrebbe portare un briciolo di saggezza
In questo senso è da segnalare la decisione della presidenza del Consiglio di ridurre da dieci a sette gli aerei di Stato, degli A319 capaci di ospitare, nella versione commerciale, 150 persone. I 50 milioni risparmiati saranno girati alla Protezione civile perché rafforzi la flotta dei velivoli anti-incendi. Decise anche la riduzione delle ore annuali di volo (non più di 5.000, dalle 5.962 di Monti e le 10.000 del 2010) e le uscite del personale di Palazzo Chigi, obbligato d’ora in poi a servirsi dell’autobus, e non del taxi, e a volare in classe economica.