Giornali vari, 1 luglio 2013
Anno X – Quattrocentoottantaduesima settimanaDal 24 giugno al 1° luglio 2013Vi avevano detto«Il cattivo in Siria è il presidente Assadbisogna sperare che i ribelli lo rovescino»Volevano dire: nella guerra di Siria, con i suoi centomila morti, non si salva nessuno e non si sa che cosa si deve sperare
Anno X – Quattrocentoottantaduesima settimana
Dal 24 giugno al 1° luglio 2013
Vi avevano detto
«Il cattivo in Siria è il presidente Assad
bisogna sperare che i ribelli lo rovescino»
Volevano dire: nella guerra di Siria, con i suoi centomila morti, non si salva nessuno e non si sa che cosa si deve sperare. L’ultimo orrore: un video, postato sul sito "Syrian Documents", in cui si vede un ribelle che dice alla sua vittima: «Vescovo, sei al soldo del regime», e poi prende a tagliarlo pian piano alla gola, fino a che la testa non si stacca dal busto. Il boia ripete quindi il suo rito con una seconda vittima e ne decapita infine una terza. Intanto una piccola folla di cento persone filma con i cellulari e grida «Allahu akbar!» (Dio è grande). Radio France International dice che i tre giustiziati sono frati francescani del convento di Ghassanieh, rapiti lo scorso 23 giugno. Il sito che ha pubblicato il video sostiene che uno dei religiosi è François Murand, che sarebbe stato ammazzato domenica a Idlib. Padre Pizzaballa, custode di Terra Santa, smentisce tutti e informa che «non c’è nessuna notizia relativa alla morte di nostri frati. Abbiamo chiamato in Siria e sono tuti vivi». I ribelli gridano che il video è opera degli uomini di Assad, intesi a screditarli. Dall’Osservatorio siriano (che è tuttavia considerato «un falso gruppo di attivisti umanitari») si fa intanto sapere che in un ospedale di Damasco sono stati ritrovati, e consegnati alle rispettive famiglie (tutte di Harasta), i cadaveri di sedici uomini torturati dal regime.
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Vi avevano detto
«Gli Stati Uniti sono amici nostri,
stiamo facendo persino un accordo commerciale»
Volevano dire: finché non si mette di mezzo la Cia e le altre agenzie di spioni. Risulta infatti che gli amici americani hanno diviso il mondo alleato in tre categorie: se stessi, quelli di cui ci si può fidare e gli altri. Degli altri facciamo parte anche noi, con Francia, Grecia, Germania, Messico, Giappone, India, Turchia, Corea del Sud. E che trattamento viene riservato ai cosiddetti «altri»? Si spiano a tutto spiano, con aggeggi piazzati ovunque, cimici per leggere i fax, intercettazioni via radio, ecc. L’Europa a questo punto vuole interrompere le trattative per l’area comune di libero scambio commerciale, i tedeschi sono furibondi, tutti chiedono spiegazioni. Loro rispondono: non fate i finti tonti, lo sapevate benissimo ed eravate d’accordo. È con questo sistema che abbiamo tenuto a bada il terrorismo in questi anni, a nostro, ma anche a vostro, vantaggio.
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Vi avevano detto
«La condanna di Berlusconi per Ruby
non cambia nulla e non significa niente»
Volevano dire: il Cav è all’angolo e non sa come uscirne. In un momento di disperazione ha persino esclamato: «Ma io emigro in Sudafrica!» (è questa la lettura autentica della dichiarazione di Alfano che lo prega di restare al suo posto). Berlusconi vede un accanimento nel fatto che le tre giudici del caso Ruby lo hanno condannato, oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, a sette anni di carcere invece che a sei, come aveva chiesto l’accusatrice Boccassini (che a questo punto fa la figura della moderata). C’è poi il caso Lele Mora: in tribunale ha smentito le sue dichiarazioni precedenti parlando del "degrado" nelle cene di Arcore. Ha poi negato con i giornalisti di aver tradito Berlusconi («parlavo del degrado della mia anima»), ma si comporteranno tutti così i 32 testimoni favorevoli al Cavaliere i cui fascicoli sono stati inviati alla Procura perché li si incrimini per falsa testimonianza? Il Cav è all’angolo soprattutto perché non ha contromosse vere: far cadere il governo è inutile e danneggerebbe le sue aziende. Forse non resta che accantonare il Popolo della Libertà e rifondare Forza Italia: ed è quello che sta facendo.
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Vi avevano detto
«Il Vaticano non lascia mai
che l’Italia interferisca negli affari suoi»
Volevano dire: prima che arrivasse Francesco. Infatti, quando la Procura di Roma, venerdì scorso, ha ammanettato monsignor Nunzio Scarano, il portavoce padre Lombardi ha garantito che la Santa Sede fornirà la massima collaborazione alla magistratura italiana. Don Scarano, vescovo, 51 anni, è accusato di aver dato mano a un riciclaggio - tramite trasporto aereo dalla Svizzera in Italia - di 20 milioni di euro di proprietà degli armatori D’Amico. Il Vaticano lo aveva già sospeso dal servizio e, se le accuse saranno provate, lo licenzierà. L’apertura della Santa Sede ai magistrati italiani va inquadrata nella prossima rivoluzione dello Ior: Francesco ha messo un prelato e una commissione di cinque persone a vangare nei 28 mila conti segreti della banca, che ha depositi per 7,1 miliardi tutti cifrati. Moneyval, la divisione del Consiglio d’Europa che vigila sull’antiriciclaggio, non la considera ancora affidabile.