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 2013  settembre 09 Lunedì calendario

ANCHE DAGLI ARRESTI DOMICILIARI POTRÀ COMPARIRE IN TV E ORGANIZZARE VERTICI POLITICI


Nell’immaginario collettivo, il Cavaliere verrà murato in casa a scontare la pena. Ristretto, come si dice in gergo, dal 15 ottobre in avanti con quei pochi autorizzati a frequentare il detenuto o, nel caso della compagna Francesca, a condividerne buona e cattiva sorte. Separato dal mondo per nove lunghi mesi quale effetto di una condanna in larga parte abbuonata dall’indulto e dal decreto svuotacarceri. E’ insomma pregiudizio diffuso che, una volta blindato, Silvio non sarà in grado di fare politica. La circostanza affligge i suoi fan e rallegra gli avversari: con Berlusconi fuori gioco, chi guiderebbe la campagna elettorale del centrodestra? Chi farebbe i comizi? Chi andrebbe in tivù?

Ma questi interrogativi muovono appunto dal presupposto che la detenzione domiciliare rappresenti un impedimento totale. La realtà è diversa. Il carcere a domicilio, cioè il massimo di afflizione ammessa dalla legge per un ultrasettantenne, concede amplissimi margini di libertà personale e addirittura di manovra politica. Impone di trascorrere tra le quattro mura, quelle prescelte dal condannato quale domicilio, un «tot» di ore molto variabile, deciso dal giudice dell’esecuzione. Sicuramente le serate al night non verrebbero tollerate, tantomeno dormire fuori casa. Però durante il giorno è di regola consentito mettere il naso fuori in un arco compreso tra le due e le sei ore. Quando è a spasso, il detenuto può fare ciò che maggiormente gli aggrada, perfino tenere un pubblico discorso. Addirittura recarsi in uno studio televisivo e da lì lanciare appelli alla nazione. Berlusconi (se l’annunciato ricorso contro la condanna non sarà accolto) avrà come unici vincoli quelli di evitare approcci ad altri pregiudicati e di non tenere comportamenti disdicevoli. Ma una comparsata da Vespa, per dire, o una puntata da Santoro difficilmente verrebbero bollati come gesti biasimevoli. Insomma: chi già pregusta una

moratoria di Berlusconi sul video, specie durante una campagna elettorale, rischia cocenti delusioni.

Ma il Cavaliere non avrà nemmeno bisogno di recarsi in uno studio tivù. Da casa sua, che è dotata di tutti i prodigi della tecnologia, se lui volesse sarebbe continuamente on-line, addirittura in diretta streaming come nel «Grande Fratello» o nell’immaginario grillino, e nessuno glielo potrebbe negare. A maggior ragione i regolamenti gli consentiranno di ricevere nel salotto chi vorrà e quando vorrà. Dunque potrà non solo organizzare feste eleganti, ma pure presiedere riunioni politiche; avendone voglia sarà in grado di dirimere le liti tra «falchi» e «colombe»…

Tutto questo, Berlusconi lo sa. Di sicuro si sarà informato con il vecchio amico Previti, che questa esperienza l’ha già vissuta. Pure è cosciente che tutto cambierebbe in peggio nel caso in cui qualche procura dovesse spiccare nei suoi confronti un mandato di arresto. Perché, a differenza della detenzione domiciliare susseguente a condanna definitiva, la custodia cautelare disposta nella fase delle indagini gli precluderebbe davvero, quella sì, ogni contatto con il mondo. Perfino l’avvocato Ghedini dovrebbe farsi dare l’okay dai pm prima di poterlo incontrare. E la custodia preventiva, in attesa di processo o di confessione, in Italia può trascinarsi a lungo, anche molti mesi. Ecco perché il Cav si sta battendo con tutte le forze per tenersi il seggio in Parlamento, unico scudo in grado di proteggerlo dagli arresti a sorpresa. Se evita quelli, il più è fatto…