Milena Gabanelli, Corriere della Sera 03/09/2013, 3 settembre 2013
50&50: LA DIVISIONE DEI COMPITI E’ IL SEGRETO DELLA FELICITA’ — Uguaglianza, parità, non solo sul lavoro, anche in casa
50&50: LA DIVISIONE DEI COMPITI E’ IL SEGRETO DELLA FELICITA’ — Uguaglianza, parità, non solo sul lavoro, anche in casa. Dopo aver incoraggiato le donne professioniste a farsi avanti con un libro manifesto ammirato quanto contestato, Sheryl Sandberg, 44 anni, amministratrice delegata di Facebook, affina la penna sulla situazione all’interno delle mura domestiche. «Nei Paesi occidentali — si era lamentata l’anno scorso dal palco del summit di Davos — le donne continuano ad avere due lavori, gli uomini uno». Anche quando fa carriera, insomma, la donna torna a casa e (metaforicamente o meno) indossa il grembiule. E allora basta. Impugnando il suo motto — diventato non solo il titolo del suo libro, ma anche il nome della sua fondazione — si è fatta avanti. Con la prosa graffiante e incisiva che le è caratteristica ha esposto la necessità di dividere equamente mestieri, pappe e pannolini con il compagno. «Non è solo giusto — precisa —. È la cosa migliore che possa capitare a una famiglia. Permettere agli uomini di fare la loro parte a casa fa bene alla donna, perché le dà più scelte, così come fa bene agli uomini e ai figli». L’uomo si sentirà più partecipe, i figli cresceranno forti e sicuri in un ambiente senza situazioni conflittuali e frustrazioni, dove i punti di riferimento adulti sono due e hanno mansioni e doveri simili. A chi crede che frasi come «No, cara, siediti, stasera cucino io (e non sporco ogni pentola e posata in cucina)» e «leggi tranquillamente il giornale, vado io a portare i bambini a lezione di nuoto» appartengano a una visione tanto paradisiaca quanto poco realistica, Sandberg — che per Forbes è tra le persone più potenti al mondo — ha la risposta pronta, così come l’aveva avuta per le donne che si affacciavano all’universo lavorativo. «Non è facile, ma bisogna». Anche lei, d’altronde, fatica a ottenere quell’anelato 50-50. «Io e mio marito Dave (Goldberg) abbiamo due figli e miriamo a dividere ugualmente la cura dei bambini e le responsabilità di casa. Siamo fortunati. Possiamo permetterci ottime governanti, ma ci sono comunque temi che vanno affrontati, come quanto stiamo via da casa e dalla famiglia, e la necessità, se uno è via, che l’altro ci sia». Facile, in mille metri quadrati di casa a Menlo Park, California, e con uno stipendio di circa 26 milioni di dollari annui (e, si presume, un piccolo esercito di dipendenti). E invece no. «Direi che raramente riusciamo a ottenere il 50-50 — ammette — ma l’obiettivo c’è». Quello che non spiega, nell’introduzione al libro Getting to 50-50, how working parents can have it all, Arrivare a 50-50, come i genitori che lavorano possono avere tutto (Sharon Mears e Joanna Strober le autrici) è come centrarlo. Come si fa a convincere un compagno stanco e svogliato a infornare la cena, organizzare un paio di lavatrici e trovare un gioco educativo per i bambini? A questo, in parte, supplisce il libro, per il quale le autrici hanno interpellato un centinaio di donne in carriera. «Non c’è bisogno che a casa le donne facciano il capo, soprattutto se vogliono arrivare al top sul lavoro — spiega Strober —. Lasciamo spazio agli uomini. Forse non faranno tutto come lo faremmo noi, ma va bene lo stesso. E ricordate. Nessuno vuole tornare a casa e trovarsi un amministratore delegato, uomo o donna che sia». Il volume ha già riscosso un certo successo negli Stati Uniti — non senza le solite critiche alla Sandberg, «facile essere femministe immerse nel lusso» — e ora fa discutere in Gran Bretagna, dove secondo una ricerca pubblicata recentemente dall’Institute for Public Policy la parità, a casa, è ancora lontana. L’80% delle donne ritiene di occuparsi della casa più del marito. Paola De Carolis