Lauretta Colonnelli, Corriere della Sera 21/07/2013, 21 luglio 2013
GLI ARTIGIANI SI AFFIDANO AI SANTI
Basta girare tra i vicoli del centro storico per avere idea della quantità di artigiani che una volta avevano bottega in città. Intere strade conservano il nome di funari, cappellari, falegnami, orefici, pettinari, giubbonari, ombrellari. La storia degli artigiani ha segnato da sempre non solo il percorso economico di Roma, ma anche quello politico e religioso. Plutarco racconta che a pochi anni dalla fondazione dell’Urbe già esistevano almeno otto corporazioni che raggruppavano vasai e suonatori di tibia, orefici e argentieri, falegnami e tintori, fabbri e lavandai. E nel Medioevo le corporazioni si riunirono nella Mercanzia, i cui consoli si stabilirono in Campidoglio e parteciparono al governo della città. Oggi, per la prima volta dopo secoli, le imprese artigiane legate alla tradizione artistica sono a rischio di estinzione. Per far conoscere il proprio ruolo nella creazione e nella conservazione di un patrimonio culturale che va dalla pittura alla scultura, dall’oreficeria alla ceramica, dal mosaico all’affresco, dall’opus sectile alla lavorazione del legno e al restauro, la Confartigianato ha deciso di finanziare il restauro di 293 autentiche di reliquie, del libro che le raccoglie e del parato liturgico dell’Immacolata Concezione, custoditi nella chiesa di San Francesco a Ripa. L’iniziativa, che verrà annunciata martedì, comprende anche una mostra che dal 2 al 6 ottobre esporrà al pubblico gli oggetti restaurati.Si potranno vedere rari esemplari come il frammento della santa croce e la «sacra spina» della corona di Cristo. O il parato liturgico usato per la festa dell’Immacolata Concezione, istituita nel 1483 da papa Sisto IV, mentre infuriava la controversia tra macolisti e immacolisti. I primi, appoggiati dai domenicani, sostenevano che anche Maria fosse nata, come tutte le creature umane, macchiata dal peccato originale. I secondi, guidati dai teologi francescani, erano convinti che la Madonna fosse senza peccato fin dal concepimento. La questione sarà poi risolta nel 1854 da Pio IX con il dogma proclamato dall’enciclica Ineffabilis Deus. Il paramento liturgico conservato nella chiesa trasteverina risale alla prima metà del Settecento, ed è stupefacente per la raffinatezza del tessuto e la complessità dei ricami in oro e seta. La mostra sarà un’occasione anche per visitare la chiesa che è considerata la casa romana del poverello di Assisi, l’unica dove soggiornò più volte a partire dal 1219. Nella cella del santo sono conservati il sasso sul quale posava il capo e lo scenografico armadio delle reliquie, realizzato nel 1708 da fra Bernardino da Jesi. All’interno, sono custodite in teche d’argento le reliquie dei più importanti santi del mondo cattolico. La Confartigianato, in occasione della mostra, proporrà al sindaco e al presidente della Regione la creazione di una Cittadella dell’artigianato artistico romano, comprendente un museo e un archivio, oltre a spazi espositivi, con lo scopo di consentire la sopravvivenza degli antichi mestieri e la sperimentazione di nuove tecniche.
Lauretta Colonnelli