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 2013  agosto 25 Domenica calendario

UN PEZZO D’ITALIA CON DE SICA E LOLLO

Cosa mette nel pane? chiede il maresciallo a un uomo che si mangia un panino; Fantasia, risponde l’altro. La serie di «Pane e amore» — dopo la fantasia, la gelosia — fu, con quella di «Don Camillo», la più popolare negli anni 50 e ora si prova, rivedendo il campestre e sorridente film di Luigi Comencini scritto con Ettore M. Margadonna, una gran nostalgia. Non solo di quel cinema che era profondamente morale (il neorealismo e la commedia italiana furono in questo senso due generi non superati) ma di quell’Italia che era molto più povera ma molto più bella, più sana, meno furba, più morale, di quegli enormi cinema (a Milano il Corso) pieni di gente, di fumo e di allegria. Pane, amore e fantasia maggior incasso del ’53, senza far la voce grossa, ma anzi rimpicciolendola apposta a livello di campagna e dialetto, asinelli, frutta, levatrici, cascine, boschi, la chiesa, il confessionale, marescialli e timidi carabinieri e la maggiorata «Bersagliera» che diventò il nome d’arte della Lollobrigida racconta un pezzo di storia nostra nell’Abruzzo (Sagliena), quasi come una commedia dell’arte.
Ecco personaggi nazional popolari, il galante maresciallo che, diviso tra due tentazioni, aiuterà il sottoposto a conquistare la campagnola bella. Un miliardo e mezzo d’incasso, due seguiti assicurati (ancora con la Lollo il secondo di Comencini, poi subentra la Loren diretta da Risi), soprattutto il vero trapasso dal realismo drammatico melò contadino degli ulivi De Santis alla commedia quasi già italiana i cui caratteristi sono giustamente tutti nell’albo d’oro. Marisa Merlini, ex soubrette di rivista con la Magnani, ancora bella, è la levatrice che s’accasa col maresciallo impenitente esule da Sorrento; Tina Pica è grande attrice del teatro di Eduardo che i film (soprattutto di Risi) resero poi prepotentemente ridicola e antiquata; Roberto Risso è il timido, attor giovane, innamorato senza parole, e poi Maria Pia Casilio e Memmo Carotenuto. Ma naturalmente principale ragione del trionfo fu la coppia: il grande Vittorio De Sica, concentrato di intelligente ironia, con la Lollobrigida che improvvisamente diventò una star nota in tutto il mondo col soprannome del personaggio. De Sica fu l’unico tra i nostri grandi ad essere partner sia di Sofia (molto più spesso, certo, anche come regista), che di Gina, le due eroine maggiorate di quell’Italia rimpianta.