Maurizio Porro, Corriere della Sera 19/8/2013, 19 agosto 2013
LA MEGLIO GIOVENTU’, QUARANT’ANNI D’ITALIA
La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana, titolo di memoria pasoliniana, di cui Raiuno propone la prima parte (la seconda martedì 27) è più di un bellissimo film che ci riguarda, interessa, appassiona e commuove. È il film che, dieci anni fa ormai, ha riattivato i condotti intellettuali ed emozionali tra il cinema e la realtà italiani e tra il capolavoro sul grande e sul piccolo schermo per cui era stato pensato prima di vincere un premio a Cannes proprio per il suo «Certain regard», diventando un insospettabile evento in sala, mentre mamma Rai, timorosa, lo teneva in quarantena.
Giordana, da ex liceale sessantottino milanese, di passioni e illusioni politiche se ne intende (testimone la filmografia): sceglie un format classico tv, la saga di una famiglia, e la conduce per mano carezzandola e anche strattonandola, dal 1966 al 2003, dall’alluvione di Firenze all’alluvione dell’Italia affogata nella violenza degli anni di piombo, fra probabilità e imprevisti, illusioni e delusioni, ma sempre con una gran curiosità di vita e un assegno in bianco per il futuro. Al centro due fratelli, Nicola e Matteo (Luigi Lo Cascio e Alessio Boni, nella foto) , le cui vite borghesi parallele sono divise dall’incontro con Giorgia, ragazza disturbata sottoposta ad elettroshock che segnerà molti destini: Nicola illuso sarà psicanalista basagliano, Matteo deluso farà il poliziotto. Intorno, genitori, due sorelle, tutti impegnati e coinvolti in una partita di cui non sappiamo il finale che si scopre con stupore balzachiano a gradi.
Merito di una gran regia che alterna cuore e cervello e della sceneggiatura di ferro di Rulli & Petraglia, che si affida al doppio (i fratelli) per spiegare il corso degli eventi e il valore del dubbio. Diviso in due lunghi atti, come il padano Novecento , di cui rappresenta il contraltare cittadino e forse l’ideale sequel, il film sussultorio ci riporta 40 anni di made in Italy con economisti rampanti, magistrati, terroristi, in eccezionale fluidità narrativa, il piacere di raccontare e di ascoltare e la scoperta d’un cast che diventerà famoso a pieni meriti sul campo: Lo Cascio, Boni, Gifuni, Bergamasco, Trinca, Scamarcio di sfuggita e una prova meravigliosa di melò frenato di Adriana Asti, prima e dopo la rivoluzione.