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 2013  agosto 26 Lunedì calendario

IL BIVACCO DEI NOSTALGICI DI MONTECITORIO

«Non riescono a stac­carsi dal Transatlan­tico, pensano di esse­re ­al centro del dibattito frequen­tando i divanetti di Montecito­rio, si spacciano per politologi». Chi sono codesti? Montecito­rio, un giorno qualunque, fra le centinaia di parlamentari che af­follano la sala fumatori, o la sala lettura, o il Transatlantico, si scorge una categoria di politici che non dovrebbe più frequen­tare il Palazzo. Sono gli ex parla­mentari. Una categoria che non vuole proprio staccarsi da Mon­tecitorio. Del resto fra questi c’è chi ancora pretende il suffisso «on.» prima di pronunciare il lo­ro cognome.
«Ma è da sempre così», ricor­da col Giornale l’ex direttore de l’Unità Peppino Caldarola. «Stanno lì per un fatto di status.
Ad esempio, «quando io fui par­lamentare - continua Caldarola - c’era il socialdemocratico Fla­vio Orlandi che fin dalle 9 del mattino era a Montecitorio. Sta­va lì seduto, leggeva i giornali, frequentava la buvette, usufrui­va del barbiere. Poi lì c’è l’aria condizionata», sbuffa Caldaro­la.
Ma come si articola la giorna­ta tipo dell’ex parlamentare? In­tanto, tiene a precisare un ex de­putato siculo di Forza Italia, bi­sogna dividere la categoria in 3 sottocategorie: «Abbiamo quel­li che vanno lì, penso ad uno co­me l’ex An Gustavo Selva, per­ché considerano Montecitorio come un circolo di pensionati. Le famiglie al mattino gli chia­mano un taxi che li conduce alla Camera. Usufruiscono della sa­la lettura, sgranocchiano dei supplì alla buvette, e poi nel pomerig­gio sempre all’interno della sala lettura si addormentano. In sostanza questa, parola di parla­mentare, sarebbe la «sottocate­goria più genuina».
Poi, «ci sono i consiglieri regio­nali, o i presidenti di provincia dei territori più disparati che so­no stati parlamenta­ri e frequen­tano Montecitorio per poter raccontare nella città di origine di avere incontrato un ministro, o un parlamentare autorevole, che gli avrebbe promesso un in­vestim­ento per il territorio di appartenenza. In sostanza questi sono i millantatori». Ma non è fi­nita.
Si aggiunge una terza sottoca­tegoria che, secondo i conoscito­ri del Transatlantico, sarebbe la più affollata. Sempre stando al racconto dell’ex parlamentare forzista, si tratta dei «trombati», ovvero coloro i quali non sono stati eletti alle recenti politiche, o non sono stati inseriti nelle li­ste del Porcellum. Fra questi ulti­mi il guinness dei primati spetta all’ex segretario generale della Cisl Sergio D’Antoni. Il nisseno non manca giorno che non var­chi l’ingresso del Parlamento. Al punto che in tanti credono sia ancora parlamentare. Mazzetta di giornali sotto braccio, abito ri­gorosamente di sartoria, il sici­liano è il re dei «super trombati». La sua giornata tipo inizia nei di­vanetti della sala fumatori, dove sfoglia i giornali nazionali, non mancando la lettura dei quotidiani dell’isola, su tutti il Giorna­le di Sicilia. Dopo un caffè alla buvette, inizia l’attività di lob­bying con i vertici del Nazareno, ad esempio con «l’amico Franceschini» o con il «compagno Bersani», e a fine giornata quan­do in Transatlantico sono più i giornalisti che i parlamentari sciorina scenari e retroscena che condiranno le pagine dei quotidiani del giorno dopo. E in occasione della formazione del governo Letta in virtù dell’attac­camento al Palazzo D’Antoni ha sperato, o come dicono alcu­ni parlamentari «lemosinato», un ministero o un sottosegreta­riato.
Di certo l’ex sindacalista ha il primato ma non è il solo. In casa democrat la lista raggiunge le due cifre. Sono diversi gli ex par­lam­entari del Nazareno che considerano Montecitorio come una seconda casa. Pensiamo al­l’ex ministro del governo D’Ale­ma, il siciliano Totò Cardinale, che dal 2006 ha dovuto cedere lo scranno di Montecitorio alla gio­vane figlia Daniela, ma di certo non ha abbandonato il Palazzo. O al plenipotenziario di Enna, l’ex senatore Vladimiro Crisaful­li, che a metà pomeriggio con la camminata che lo contraddi­stingue adora passeggiare in Transatlantico. Per quale moti­vo? Non è dato sapere, anche se i suoi detrattori lasciano intende­re ch­e starebbe lavorando per ri­candidarsi alle Europee del 2014. La lista, ovviamente, conti­nua, e sfiora tutte le province del­lo stivale. Anna Paola Concia è fra gli altri «ex» nostalgici dei di­vanetti di Montecitorio, o il le­ghista Sebastiano Fogliato. Per non parlare di Pier Paolo Cento. L’ex verde, oggi vendoliano, fa parte addirittura dell’associa­zione ex Parlamentari della Re­pubblica presieduta dall’ex Dc Gerardo Bianco. Interpellato dal Giornale Cento arriva a giu­stificare gli ex parlamentari: «Io credo sia utile che chi ha svolto l’attività parlamentare continui a mantenere i rapporti con il pro­prio partito e con le istituzioni. Semmai il tema vero è un altro: bisogna ridare dignità al Parla­mento italiano. Non seguo l’attività degli ex p­arlamentari ma or­ganizzano convegni molto inte­ressanti e danno un contributo notevole. Rappresentano una ri­sorsa della politica». Non sembrerebbe. Semmai, per dirla con un attuale deputato di rito renzia­no, «a me fanno quasi tenerezza perché non vogliono che la stampa si dimentichi di loro, è l’idea di non recarsi più in Transatlantico li fa star male...».