Fulmini 3/10/2012, 3 ottobre 2012
LITIGATO
«Ho lasciato il Milan perché non mi facevano sentire importante. All’Inter da Moratti in giù è l’esatto contrario. Giocavo sponsorizzato da Ibra. Non ho niente contro i tifosi rossoneri, anche se mi fischieranno: se ho litigato con loro è per colpa di qualcuno…» (Antonio Cassano).
STRANIERI/1 «Io non sono contro i giocatori stranieri, ma ci deve essere un equilibrio negli stipendi. Avrei capito se fossero arrivati Messi e Iniesta, ma lo Zenit ha grandi giocatori che hanno vinto molti titoli qui…» (Igor Denisov, centrocampista dello Zenit San Pietroburgo e della nazionale russa).
STRANIERI/2 «Se gli arbitri hanno un occhio di riguardo per i calciatori inglesi e penalizzano gli stranieri è per colpa della fama di quest’ultimi» (Alex Ferguson risponde a Sergio Aguero che sostiene che gli arbitri siano più leggeri nei confronti degli inglesi).
MAESTRO «Zeman resta l’unico maestro. Non so cosa succede, ma qui ha fatto un’impresa. Io continuo a sentirlo, non credo di fare meglio di lui. Ma lavoro perché questa città vuole mantenere la categoria e lo meriterebbe» (Giovanni Stroppa, allenatore del Pescara).
DOPPIO/1 «Purtroppo credo che Zeman abbia causato un danno doppio quest’estate. Uno a Pescara, dove la gente crede che si possa vedere per sempre lo spettacolo della scorsa stagione. […] L’altro danno l’ha fatto a Roma, dove la società giallorossa e i tifosi erano convinti che si potesse ripetere in giallorosso il miracolo del Pescara. Credo sia molto difficile. Noi ci teniamo stretto quello che abbiamo» (Daniele Sebastiani, presidente del Pescara).
DOPPIO/2 «Se io, Filippo Baldi e Mirko Cutuli siamo i più forti? Sì, adesso è certo. Ma l’abbiamo dovuto dimostrare, subendo la pressione di favoriti numeri 2, contro le 16 nazioni più forti, con gli americani da battere e gli australiani con Kokkinakis che ho battuto io, che è numero 800 del mondo. E ce l’abbiamo fatta solo dopo un doppio molto duro che abbiamo vinto con una tattica intelligente: loro facevano solo servizio-volée e noi nel primo set abbiamo giocato da dietro, tirandogli i passanti fra i piedi. Così al secondo set ci siamo messi tutti da fondo. E al terzo abbiamo vinto perché siamo stati più solidi e freddi» (Gianluigi Quinzi, tennista classe ’96, neo vincitore della Junior Davis Cup).