Fulmini 11/9/2012, 11 settembre 2012
FORTE «Io non credo che la Juve sia più forte di noi o di altre squadre. Sembrava che il Milan fosse a pezzi, ma il Milan ha sempre bravi giocatori
FORTE «Io non credo che la Juve sia più forte di noi o di altre squadre. Sembrava che il Milan fosse a pezzi, ma il Milan ha sempre bravi giocatori. Ci siamo noi, c’è il Napoli, la Roma. Sarà dura per tutti riuscire a vincere il torneo. La Juve è campione ed è favorita, ma noi possiamo batterla» (il calciatore dell’Inter Wesley Sneijder). FIDUCIA «Stramaccioni parla tanto con me, di tutto. Mi fa sentire la fiducia e questo fa bene a qualsiasi giocatore» (Wesley Sneijder). NUMERO «A Barcellona avevo il numero 9, che prima era stato di Ibrahimovic, Ronaldo e Cruijff. In ogni caso io non sono uno di quelli che si lega ai numeri: ho scelto il 22 (era il numero di Kakà, ndr) perché sono arrivato al Milan il giorno del mio ventiduesimo compleanno» (Bojan Krkic). TRAGUARDI «Le cento presenze? Punto ad andare avanti il più possibile, certi traguardi sono importanti» (Andrea Pirlo, che ha superato le 90 presenze in Nazionale). CILIEGINA «Sapete che amo l’Italia. Ci vengo da quando avevo 13 anni, mi piace la gente, la cultura e la cucina. […] Vincere a Monza non è come Silverstone o Monaco, ma resta speciale. È una pista storica, dove prima di me altri campioni hanno firmato belle imprese e mi piace essere riuscito a colmare questa lacuna. È come aver messo la ciliegina sulla torta, una ulteriore pietra miliare della mia carriera» (Lewis Hamilton). RAGAZZA «Il team mi ha avvertito (del ritiro di Button, ndr) e ho cominciato a trattare la macchina come... faccio con la mia ragazza. Cercavo di stare alla larga dai cordoli. Solo negli ultimi 4 giri quando ho visto Perez avvicinarsi ho alzato un po’ il ritmo» (Lewis Hamilton). GIUSTA «Il Mondiale sta andando nella giusta direzione per Fernando (Alonso, ndr). Il rivale a questo punto è Hamilton, perché la McLaren va forte su ogni tipo di pista» (Felipe Massa). SOFFRIRE «Quella di Monza è la gara che mi ha fatto soffrire di più. Per due volte ho conquistato la pole e non ci ho mai vinto. Però lì correvo con una grinta mostruosa. Era anche il Gp in cui riuscivo a creare una sintonia incredibile con il pubblico: alla fine di un giro veloce non serviva guardare il cruscotto per controllare il tempo, mi bastava puntare gli occhi verso le tribune e capivo immediatamente se ero andato forte» (Jean Alesi, in Ferrari dal ’91 al ’95).