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 2013  agosto 26 Lunedì calendario

LA MUSICA NON È FINITA


Più o meno qualche milione di persone ogni giorno, nell’estate che sta per finire, non hanno potuto fare a meno di ascoltare Get Lucky dei Daft Punk (gruppo francese in testa alle classifiche di 97 Paesi, tra gli altri Stati Uniti, Germania, Australia, Giappone, Francia, Canada, Svizzera, Spagna, Austria, Messico, Inghilterra, Belgio). Un fenomeno globale che suscita curiosità. David Byrne ha scritto un libro perfetto per soddisfarle. Prima di creare equivoci preciso che non si tratta di un saggio sul fenomeno del 2013, ma più semplicemente l’artista inglese racconta Come funziona la musica: così recita infatti il titolo del volume che viene pubblicato ora in Italia. Il leader degli ex Talking Heads (anche se dall’affetto, con cui scrive dei compagni d’avventura, e dalla malinconia con cui ricorda l’appartamento del Lower East Side in cui vivevano senza riscaldamento, doccia e bagno, mi sa che dobbiamo prepararci a una clamorosa reunion del gruppo visionario che ha rivoluzionato il sound negli Anni 80) non fornisce la ricetta per il successo sicuro. Dopo questo affascinante viaggio – in cui si precisa più volte che non è un’autobiografia in musica – vi sarà chiaro perché in un determinato momento storico piace un genere piuttosto che un altro. Illuminanti le pagine in cui si spiega come Johann Sebastian Bach abbia dovuto raggiungere la precisione assoluta, per potere riempire di suono le immense cattedrali in cui venivano eseguite le sue composizioni.
Da questo punto di vista Get Lucky, che ci riporta a un’immaginaria infanzia felice e fortunata perché è stata scritta come una canzone di 30 e più anni fa, grazie agli attuali mezzi per fare e ascoltare musica diventa così contemporanea. Non è certo una novità dire che le tecnologie cambiano profondamente la natura della musica (modificandola sia nella creazione sia nell’ascolto). Byrne ricorda che, dopo qualche balbettante tentativo (per chi non lo sapesse racconta che la prima registrazione sonora risale al 1878), la musica dal vivo cambia con l’invenzione del microfono grazie al quale i crooner, cantanti confidenziali il cui numero uno resta sempre Frank Sinatra, riescono a sussurrare nell’orecchio degli spettatori dell’ultima fila. Per quanto riguarda l’ascolto domestico, il passaggio dai cilindri di cartone perforati al 78 giri e dopo al più capiente long-playing consente di allungare i brani fino alle suite del rock progressive che occupano un’intera facciata (se c’è ancora qualcuno che ha voglia di sentirle). Poi, negli Anni 80, arriva il compact disc, la cui capacità di 74 minuti, scrive Byrne, è determinata dalla durata della Nona sinfonia di Beethoven, brano musicale prediletto da Norio Ohga, all’epoca presidente della Sony. In ogni caso, con la digitalizzazione ha inizio il Big Bang che frantuma il suono. Primi timidi tentativi con il walkman a cassette, poi quelli a cd e definitiva affermazione nel nuovo millennio con il formato mp3. Ascoltare, sottolinea Byrne, è diventato un fatto meramente privato: addio funzione sociale della musica e piacere di trovarsi. E al tempo stesso, per produrre un disco, basta un computer con software audio. In Come funziona la musica racconta di avere realizzato in casa il suo Everything That Happens Will Happen Today, scambiandosi aggiornamenti via e-mail con Brian Eno.
E agli aspiranti Daft Punk che cosa consiglia? Byrne suggerisce di ascoltare molto, incontrare musicisti e suonare insieme. Pensa che da questa dimensione artigianale nasca il futuro. Adeguandosi ai tempi, come fanno le balene i cui richiami negli ultimi decenni sono aumentati di volume per adattarsi al crescente rumore delle navi e dei loro motori. Così, ci fa capire, anche noi troveremo il modo di sopravvivere all’enorme offerta di suono scatenato dalle nuove tecnologie.