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 2013  agosto 26 Lunedì calendario

Notizie tratte da: Luca Beatrice, Sex Erotismi nell’arte da Courbet a Youporn, Rizzoli 2013, pp. 256, 19,50 euro

Notizie tratte da: Luca Beatrice, Sex Erotismi nell’arte da Courbet a Youporn, Rizzoli 2013, pp. 256, 19,50 euro.

(vedi anche biblioteca in scheda 2246017
e libro in gocce in scheda 2248559)

La Maja desnuda La Maja desnuda di Goya (1800), imputata davanti al tribunale dell’Inquisizione nel 1815, condannata e sequestrata, perché ritenuta oscena, fino all’inizio del XX secolo.

L’origine du monde L’origine du monde di Gustave Courbet, dipinta nel 1866, primo capolavoro pornografico della storia dell’arte. «Una tela che misura 46x55 centimetri e raffigura il sesso femminile in primo piano: della donna, a gambe generosamente aperte, si vedono le cosce, il ventre e una porzione ridotta del seno destro. Il viso è oltre la cornice, rovesciando così il concetto di osceno».

Pube arruffato Lo storico dell’arte Thierry Savatier su L’origine du monde: «L’ombelico si mostra con chiarezza. Il pube, con i suoi peli bruni, presenta un aspetto arruffato, senza peraltro ostentare un’esuberanza anarchica, invadente»

Ombelico L’ombelico, zona altamente erotica nel Medioevo e censurata nel cinema hollywoodiano dal codice Hays nel 1934.

Modella. Chi è la donna che ha prestato il suo sesso per 1 L’origine du monde? «Tra gli storici gossippari si è fatta strada l’ipotesi di Joanna Hiffernan, nata nel 1843 in Irlanda, ragazza di umili origini, ma di seducente bellezza, i cui trascorsi farebbero invidia a un personaggio di Dickens. Modella e amante di diversi pittori, tra i quali l’americano James Abbott Whistler che nel 1861 la porta con sé a Parigi. In un sincero scambio epistolare con un amico, descrive i capelli di Joanna come
i più belli che abbia mai visto, “di un rosso non dorato ma color rame”; poi, cedendo a un afflato decadente, chiosa così: “Dimenticavo di dirtelo, ha un’aria sommamente da puttana”. Nel 1865 la coppia incontra Courbet, che rimane abbagliato dalla donna e la ritrae nel quadro intitolato Jo la bella ragazza irlandese (1866). Le indiscrezioni dell’epoca ipotizzano dapprima un consenziente ménage à trois, quindi un cambio della guardia nel letto di Joanna, quando, l’anno successivo, Whistler si arruola in Cile per combattere gli spagnoli. Come le soubrette di oggi in cerca di protezione e soldi, la Hiffernan non si pone troppi scrupoli a mettersi con Courbet, di 24 anni più anziano, obeso, la barba ispida, l’alito cattivo da bevitore e fumatore incallito. Vivono insieme per tutta l’estate del 1866, dunque le date sarebbero a favore dell’ipotesi che la modella dell’Origine sia proprio lei. Ma a questo punto si solleva un’obiezione: se Joanna era una rossa, difficile che le appartenga un vello pubico scuro come quello immortalato nell’Origine. Sembra allora più probabile che Courbet si sia servito di una fotografia, sebbene l’opzione sia meno romanzesca.
D’altronde, a metà Ottocento il nuovo mezzo si diffonde rapidamente».

Tendina Courbet dipinse L’origine du monde per il diplomatico ottomano Khalil-Bey, che ne entrò in possesso nel settembre del 1866. «Lo appende in bagno sopra una vasca in marmo rosa, dove hanno accesso solo il padrone di casa e alcuni ospiti selezionati con cura, immaginiamo soprattutto donne. Per aumentare il mistero attorno al quadro “proibito”, Bey lo copre con una tendina verde, che al momento in cui si solleva rivela l’osceno. Proprio come in un peep show».

Debiti Khalil-Bey l’Origine se la gode poco perché già nel 1868 è costretto a mettere all’asta la sua intera collezione d’arte per pagarsi i debiti di gioco. Nei lotti dell’incanto l’Origine però non c’è: troppo forte il soggetto, si suppone che l’ambasciatore turco l’abbia ceduta privatamente. Edmond de Goncourt, letterato e gran collezionista d’arte, nel 1889 la scopre per caso da un piccolo antiquario parigino. «Quel ventre è bello come la carne di un Correggio...» registra sul suo diario.

Eletti Nel 1936 ritroviamo l’Origine a Budapest, presso la collezione di arte erotica del barone Ferenc Hatvany, che come Bey la conserva in bagno. Il quadro scompare durante la Seconda guerra mondiale, forse trafugato dall’esercito sovietico, e riappare altrettanto misteriosamente nel 1955 nello studio di campagna dello psicanalista Jacques Lacan. La moglie Sylvia (peraltro ex di Georges Bataille, teorico dell’erotismo) ritiene opportuno celarlo agli sguardi dei vicini o della donna delle pulizie, predisponendo un pannello di copertura della stessa misura, che riproduce un paesaggio surrealista su sfondo marrone, le cui linee principali seguono i contorni del quadro sottostante. «Quando ne aveva il desiderio» racconta Savatier «Lacan si isolava con alcuni eletti e mostrava loro L’origine du monde, sempre con un cerimoniale particolare che dava loro l’impressione di essere veri e propri iniziati, e li invitava implicitamente a conservare il segreto.» Tra gli ospiti illustri, la scrittrice Marguerite Duras e l’antropologo Claude Lévi-Strauss, forse anche il filosofo Martin Heidegger, Marcel Duchamp e Georges Bataille. «Ciò che interessava Lacan era lo sguardo dello spettatore, il confronto con lo svelamento e la subitanea apparizione di un fantasma universale. Chi guarda il quadro è il voyeur; Lacan diventa colui che osserva colui che osserva il quadro, un voyeur al quadrato, in un certo senso».

Museo Nel 1988 l’Origine viene esposta per la prima volta al pubblico, non in Europa ma in America, al Brooklyn Museum di New York. Più in sordina il debutto francese, nel 1991, al Musée Courbet a Ornans, in un evento privato di scarsa attenzione mediatica. Alla morte di Sylvia Lacan nel 1993, l’Origine passa agli eredi, che un paio d’anni dopo offrono il quadro allo Stato come pagamento delle tasse di successione. Ecco dunque il suo ingresso nella collezione del Museo d’Orsay con una solenne cerimonia pubblica, nel giugno 1995, cui partecipano i principali rappresentanti del mondo artistico, politico e intellettuale – compreso il ministro della Cultura Jacques Toubon, il quale «dispiegò tesori di ingegnosità per non trovarsi di fianco all’Origine, senza dubbio per evitare il rischio di una fotografia che non avrebbe mancato di comparire in prima pagina sulla stampa del giorno successivo».

Pesce Nel disegno di Picasso Le maquereau (1902-’03) la protagonista «accetta di farsi praticare da un pesce dotato di lingua lunga uno strano cunnilingus, [...] stereotipo ricorrente nella pornografia contemporanea».

Mutande Nel disegno Bicycle (1950) di Man Ray «si scopre che la ragazza che sta per cadere dalla bicicletta è proprietaria di una vulva carnosa e sormontata da peli ricci perché, come la Monella di Tinto Brass, non porta le mutande».

Scacchi Una fotografia risalente al 1963, scattata al Museo d’Arte di Pasadena, in California, ritrae Marcel Duchamp alle prese con una partita di scacchi «contro una prosperosa modella nuda (Eve Babitz). Uno scatto che è diventato un’opera d’arte».

Bambina Nel 1934 Balthus dà scandalo con il dipinto La lezione di chitarra, scena lesbica dove la co-protagonista è una bambina. Da qui gli deriva la fama ambigua e perversa che così prova a giustificare: «A quell’epoca non avevo denaro, la vita era molto difficile; pochi collezionisti s’interessavano a quello che facevo. Allora ho voluto provocare uno scandalo e ho fatto questa Lezione di chitarra. Da quel momento in poi tutti sono caduti nell’equivoco... La mia opera, siano queste adolescenti o i miei paesaggi, è dominata da una stessa idea: la vita, o più esattamente il risveglio della vita».

Cadavere «Nel 1895 inaugura a Venezia la prima Esposizione Internazionale d’Arte, ovvero la Biennale. Ed è subito scandalo [...] Protagonista è Giacomo Grosso, un pittore classico molto famoso, professore all’Accademia Albertina di Torino, che ha l’ardire di proporre un quadro decisamente oltre le righe per la morale dell’epoca. [...] Il titolo del dipinto è Il supremo convegno. Ambientato in una chiesa, ritrae una camera ardente: il cadavere dentro il feretro è attorniato da cinque fanciulle nude. [...] La notizia dello scandalo attorno al Supremo convegno si diffonde presto per la Laguna mentre la presidenza dell’Esposizione temporeggia nel trovarle una collocazione definitiva, temendo che essa possa turbare l’animo dei visitatori. Il sindaco della città, Riccardo Selvatico, decide allora di sottoporre la questione a una commissione di letterati, presieduta dallo scrittore Antonio Fogazzaro, il quale sancisce che “no, il dipinto non reca oltraggio alla morale pubblica”. [...] Di contro il patriarca di Venezia Giuseppe Sarto, futuro papa Pio X, si oppone a che l’opera, di cui ha solo sentito parlare, sia esposta. Il sindaco, tuttavia, impugna il verdetto della commissione e il Supremo convegno riesce a partecipare alla Biennale, sebbene esposto in una sala piuttosto appartata. La stampa clericale grida allo scandalo, ne parlano i giornali italiani e stranieri, con il risultato di accendere ancor di più la curiosità del pubblico. A fine mostra, il premio assegnato da un referendum popolare va a grande maggioranza proprio all’opera di Grosso. Una società acquista il quadro per farlo conoscere negli Stati Uniti, dove nel frattempo è giunta l’eco della sua fama. Ma come il Titanic, il Supremo convegno non arriverà mai in America, distrutto in un incendio durante la navigazione».

Gola profonda 1 «Il primo film porno che non solo cambia completamente la storia del genere, ma oltrepassa il ristretto ambito del cinema a luci rosse per diventare fenomeno sociale, addirittura politico, è Deep Throat (Gola profonda), distribuito in Italia con il titolo di La vera gola profonda. Diretto nel 1972 da Gerard Damiano, ha per protagonista la ventiduenne Linda Susan Boreman, moglie del produttore Charles “Chuck” Traynor, passata alla storia con lo pseudonimo di Linda Lovelace. L’impatto del film è paragonabile a quello provocato, nell’arte figurativa, da Gustave Courbet con L’origine du monde oltre un secolo prima».

Gola profonda 2 In Gola profonda la protagonista, non riuscendo a raggiungere l’orgasmo in modo tradizionale, scopre – dopo una serie di esperimenti e infine un’accurata visita medica – di avere il clitoride posizionato in gola. «La fellatio diventa così un’arte. Senza ricorrere a effetti speciali, ma attraverso un intenso allenamento yoga per rilassare faringe e laringe, Linda mostra nel film un talento e una resistenza a dir poco fuori dal comune. Al culmine della prestazione, l’orgasmo è annunciato dal suono delle campane a festa: un tocco d’ironia che di certo non guasta».

Gola profonda 3 Girato in una settimana con un budget di 23.000 dollari, ha incassato solo nelle sale 100 milioni di dollari, che si moltiplicano nell’home video.

Gola profonda 4 Gola profonda, sequestrato in ventitré Stati dell’America. A New York i gestori del New World Theatre vengono denunciati per oscenità, condannati a una multa in primo grado e assolti in appello; per difendere la libertà di visione scendono in campo i divi della nuova Hollywood Jack Nicholson e Warren Beatty. Persino il presidente Richard Nixon ne richiede una copia per una proiezione privata (proprio Nixon qualche mese dopo sarà costretto alle dimissioni a causa delle rivelazioni di una spia soprannominata “Gola profonda”).

Foto L’americana Judy Chicago propone in Red Flag (1971) una fotografia, a distanza ravvicinata, della propria vagina nei giorni del ciclo, da cui estrae un tampone impregnato di sangue. In Menstruation Bathroom (1972) mette in scena un’installazione composta da carta igienica e assorbenti sporchi di sangue all’interno del bagno della Womanhouse, una casa abbandonata che alcune artiste occupano per realizzare una serie di progetti legati al femminismo.

Falli Louise Bourgeois, nata nel 1911 e scomparsa alla soglia dei cento anni nel 2010, famosa per le sculture a forma di fallo che appende, colloca sul tetto di casa o porta in giro sottobraccio come un cagnolino o una borsetta.

Piccoli peni La Bourgeois inizia il proprio apprendistato artistico, da bambina, nel laboratorio di restauro di arazzi e tappeti gestito dalla famiglia: «Io avevo il compito di riparare i piedini che si consumavano prima, poi dovevo anche tagliare i genitali dei cupido che gli acquirenti americani, puritani, non volevano vedere in salotto. Mia madre, che era una donna puritana, li tagliava e li metteva tutti insieme in un cesto: un cesto di piccoli peni. Io cucivo al loro posto dei fiori».

Body art Imponderabilia, la performance messa in scena per la prima volta a Bologna nel 1977, protagonisti Marina Abramovic e il compagno Ulay. In piedi, nudi ai lati di uno stretto passaggio, costringono
il pubblico a passare in mezzo a loro strusciandovisi addosso
e ponendolo di fronte a un’imbarazzante scelta: se girarsi di
lato verso il nudo maschile oppure scegliere quello femminile.

Sedia Lo scultore pop inglese Allen Jones, che nel 1969 produce una sedia dove la lastra trasparente su cui è posto un cuscino è sorretta dai glutei e dalle cosce di una ragazza in vetroresina.

Pene e wurstel Il californiano d’adozione Paul McCarthy che nel video a bassa definizione Ass End (1972) espone le chiappe pelose e in Spit Dicking (1973) schiaccia il proprio pene tra le cosce provocando la dolorosa fuoriuscita di sperma. «Ha grande considerazione del proprio membro e lo fa recitare in quasi tutti i suoi lavori. In seguito McCarthy coniuga il sesso con il cibo, ma quello più trash della peggior cucina americana, a base di salse, zuppe e wurstel».

Auto-erotic Il performer americano Bob Flanagan, affetto da una grave forma di fibrosi cistica che lo ucciderà nel 1996: oltre a presentare il suo corpo malato e sofferente in ospedale, si dà all’arte per combattere il dolore fisico esternando i propri desideri masochisti. «In un climax crescente di crudeltà arriva a cucire e inchiodare il proprio pene su una tavoletta di legno in un’operazione che chiama Auto-Erotic SM (1989)».

Ultimo tango a Parigi Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci, programmato in prima nazionale a Porretta Terme il 15 dicembre 1972. «Pochi giorni dopo il sostituto procuratore della Repubblica Niccolò Amato ne ordina il sequestro su tutto il territorio nazionale, ritenendolo osceno e privo di contenuto artistico. Comincia così una lunga storia di sequestri e dissequestri che, ovviamente, alimentano la curiosità morbosa dei cinefili e la fortuna commerciale della pellicola. A una prima assoluzione segue una condanna nel 1974, e nella sentenza viene scritto che Ultimo tango a Parigi «nel suo complesso, è un fumettone spettacolare» e che «sul fine espressivo psicologico prevale la tesi dell’esaltazione visiva del sesso a scopo spettacolare speculativo e la tesi della distruzione dei valori morali», fino al definitivo pronunciamento della Cassazione che nel 1976 ordina il divieto di circolazione del film su tutto il suolo italiano, ordinando la confisca delle copie e la distruzione dei negativi. Per Ultimo tango a Parigi è pronto il rogo, come
nella Santa Inquisizione, e si favoleggia di connazionali curiosi disposti ad attraversare la frontiera per vedere il film in Francia, dove gira libero incassando fior di quattrini».

Salò o le 120 giornate di Sodoma «Ben più violento e scabroso, nelle immagini e nel messaggio, risulta Salò o le 120 giornate di Sodoma, il film-testamento di Pier Paolo Pasolini, proiettato in anteprima a Parigi, il 22 novembre 1975, tre settimane dopo la sua morte violenta. La trama appare subito un pretesto. È il 1944, gli ultimi giorni della Repubblica di Salò; alcuni gerarchi fanno sequestrare un gruppo di giovani, maschi e femmine, per sottoporli incondizionatamente ai loro desideri, non ultimi la tortura e la morte. Il film è suddiviso in quattro episodi, in un crescendo di efferatezze che includono ogni sorta di perversione fisica e psicologica e che sottendono il giudizio politico del poeta regista contro ogni forma di totalitarismo sempre in agguato nella democrazia decadente che somiglia tanto alla nostra. In Italia la pellicola esce il 10 gennaio 1976 al Majestic di Milano; pochi giorni dopo viene sequestrata dal procuratore della Repubblica della stessa città. Ha così inizio un’odissea giuridica, a partire dal procedimento penale contro il produttore Alberto Grimaldi. In realtà nel 1976 la Corte di Cassazione assolve integralmente il film concedendone la libera circolazione, ma bisogna aspettare fino al 1985 per vederlo al cinema e il 2000 – per i venticinque anni dalla morte di Pasolini – perché sia programmato in tv».

Sumo Sumo di Helmut Newton, il più costoso e spettacolare libro di fotografia: 50x70 centimetri per 30 chili di peso, 464 pagine, pubblicato nel 1999 dall’editore Benedikt Taschen in 10.000 copie numerate e firmate dall’autore, inserite in una custodia disegnata da Philippe Starck che al momento costa 10.000 euro. Nel volume, fotografie di moda fino, nudi e ritratti di celebrità.

Polaroid Nata nel 1932 e diffusa in Europa negli anni Sessanta come macchina capace di produrre istantanee, la Polaroid ha rivoluzionato la fotografia. Il più celebre e prolifico autore di Polaroid è il giapponese Nobuyoshi Araki. Al suo attivo, conta più di 400 pubblicazioni di libri fotografici. «Uno dei suoi tomi più famosi, Tokyo Lucky Hole, di sole foto in bianco e nero scattate tra il 1983 e il 1985, è ambientato nel distretto a luci rosse di Shinjuku, chiuso dalle autorità, dove spesso esercitano la prostituzione ragazze molto giovani se non addirittura minorenni. Per tale ragione, e per l’accusa reiterata di oscenità, Araki ha subìto diversi processi. Fin dall’immagine di copertina della versione italiana, le gambe aperte e la vagina, in close-up, appena celata dal pallino rosso della censura, il libro è un omaggio a Gustave Courbet: come tutti gli orientali anche Araki adora la vulva non rasata e questo suo gusto contribuisce al rilancio della categoria che nei siti porno va sotto la denominazione
di «asian». Alcune foto, tra l’altro, eccedono nel realismo e immortalano veri e propri atti sessuali consumati davanti all’obiettivo».

Lady Gaga «Oggi autore ricercatissimo, è stato proprio Araki a firmare il servizio nel backstage di Vogue Giappone con, modella d’eccezione niente affatto inibita, Lady Gaga».

Nudi Il lavoro dell’americano Spencer Tunick consiste nel convocare, per i suoi video e set fotografici, centinaia, migliaia di persone disposte a spogliarsi, tanto nelle grandi metropoli quanto in lande incontaminate. Per realizzare i suoi set fotografici e video in ambienti pubblici, Tunick ha viaggiato in lungo e in largo per il mondo. In rete si trovano varie testimonianze di partecipanti, che descrivono con entusiasmo l’esperienza, nonostante le difficoltà climatiche e gli imbarazzi: «Non avrò mai più l’occasione di farlo, non è il caso di sentirsi inibiti»; «Non ha niente di sessuale... sembra più tribale, è un grande raduno di umanità»; «Pensavo che ci sarebbero stati solo vecchi e nudisti e invece sono tutte persone eccezionali». Chi vuole proporsi come modello (rigorosamente volontario e dunque non pagato), può registrarsi sul sito di Tunick e sarà avvisato qualora l’artista decida di organizzare un raduno nella sua area di residenza.

Video Andrea Fraser, nata nello Stato del Montana nel 1965, autrice di performance e video. Untitled, del 2004, esibito per la prima volta presso la Friedrich Petzel Gallery a New York. Si tratta di un videotape di 60 minuti in cui l’artista fa sesso, in ogni possibile posizione, con un collezionista americano di cui non è resa nota l’identità ma solo la cifra pagata per «partecipare» all’opera d’arte, circa 20.000 dollari.

Libri e sex shop Le Cinquanta sfumature di grigio non hanno conquistato solo gli scaffali delle librerie ma hanno fatto il loro ingresso anche nei sex shop. In questo particolare esperimento di co-marketing è capitato che a Parigi alcune donne abbiano deciso di acquistare articoli erotici perché invogliate dalla lettura. «È a dir poco sorprendente constatare come, dopo l’uscita del romanzo, le manette siano in esaurimento scorte in vari punti vendita» ha dichiarato all’edizione francese dell’Huffington Post Fleur Berteau, direttrice artistica di una delle più grandi catene di sex toys, Passage du désir.

YouPorn L’ultima rivoluzione del porno risale al 2006, quando nasce YouPorn, sito web di pornographic video sharing, che già nel novembre 2007 viene segnalato come uno dei più cliccati al mondo per numero di accessi.

Lo Zuckerberg del porno Fabian Thylmann, l’inventore di YouPorn, ribattezzato lo «Zuckerberg del porno», controlla oltre 35 consociate, tra cui PornHub, Mydirtyhobby e Brazzers.

Sesso online Il sesso online, un fenomeno che conta circa 60 milioni di visite al giorno.