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 2013  agosto 23 Venerdì calendario

GALATEO PER I POLITICI TEDESCHI


Vi ricordate Theo Waigel, il politico tedesco dalle folte sopracciglia scure? Quello che ce l’aveva con gli italiani? C’è sempre qualcuno che complotta contro l’Italia, il grande vecchio che dall’estero fomenta il terrorismo, l’arbitro coreano che fa perdere gli azzurri, Frau Angela che viene in vacanza nel bel paese ma ci odia e provoca disoccupati e fallimenti. In Italia la colpa non è mai degli italiani. Il bavarese Theo, oggi 74 anni, fu ministro delle finanze sotto Helmut Kohl dal 1989, l’anno in cui cadde il «muro», e il 1998 quando vinse Gerhard Schröder. E complottava per far crollare la lira, di svalutazione in svalutazione per non farci entrare nell’euro, almeno così qualcuno scriveva.

Oggi è in pensione, anche se l’hanno nominato presidente ad honorem della Csu, i cristianosociali che si presentano orgogliosamente nella sua Baviera, dove conquistano, da sempre, la maggioranza assoluta o, se va male, quella relativa con comodo distacco. Un risultato eccezionale e obbligatorio, perché, per entrare in Parlamento, devono raggiungere in percentuale almeno il 5% calcolato sul resto del paese, dove non si candidano.

Per non fallire, Theo sta preparando una sorta di galateo, un manuale di buon comportamento per i politici: «Dobbiamo essere assolutamente puliti, onesti, leali, affidabili, se non vogliamo deludere gli elettori». Retorica pura? Non dalle parti di Monaco. E impartisce consigli concreti: la società richiede assoluta trasparenza, quindi un politico deve sempre poter rendere pubblici i suoi redditi senza dover arrossire, o cercare giustificazioni. Un buon cristianosociale non dovrà mai accettare regali, da nessuno, neanche dai vecchi amici, purché non siano «cose di scarso valore», un mazzo di fiori per le signore candidate, una bottiglia di vino, ma non una cassetta di Brunello di Montalcino. Si può bere una birra gratis a una festa di paese, ma sarebbe meglio non accettare troppi inviti. E se accetta, deve stare attento che la data non coincida con impegni pubblici. Non si sa mai con chi ci si trova a festeggiare, e il politico dovrebbe inoltre condurre una vita morigerata.

Theo, figlio di un muratore, e di professione avvocato, nel 1994 si giocò una carriera prestigiosa, magari la candidatura a Cancelliere, perché ebbe un figlio dall’amante, una campionessa di sci, dovette divorziare per sposarla. E i compagni di partito, nella supercattolica Baviera, non approvarono. «Chi assume una carica pubblica», ha detto Waigel alla Süddeutsche Zeitung, «deve dare il buon esempio, per rafforzare la fiducia popolare nel partito, nella politica, nello stato. Questo vale per un impiegato statale e per un ministro. Un politico deve comportarsi come un magistrato, che non deve mai far nascere il sospetto di avere rapporti che ne condizionino l’operato».

Se a pagare è lo stato, bisogna stare attenti al cent, e risparmiare. Un principio da tener presente nei viaggi ufficiali, e per il Dienstwagen, l’auto blu. Niente di male nel finanziamento da parte dei privati, ma le donazioni siano trasparenti, e non anonime per le somme considerevoli. Bisogna sempre poter dimostrare che in cambio non si è offerta alcuna compensazione moralmente dubbia, benché non contro la legge. La Csu dovrebbe infine istituire un Ethikrat, una commissione etica, che dovrà controllare il comportamento degli iscritti e, nel caso, mostrare il cartellino giallo o rosso, ammonizione o espulsione. Il Knigge di Theo, cioè il galateo, verrà mai tradotto in italiano? Probabilmente no, perché non sarebbe un bestseller. E poi l’autore era uno che ce l’aveva con noi.