Lino Terlizzi, Il Sole 24 Ore 22/8/2013, 22 agosto 2013
LE RELAZIONI PERICOLOSE DI EDOUARD STERN
Quando ai primi di marzo del 2005 la notizia fa il giro delle capitali europee, l’incredulità è grande. Edouard Stern, 50 anni, francese, uno dei più noti tra i banchieri del Vecchio continente, è stato trovato morto a Ginevra, città in cui da tempo aveva scelto di lavorare e vivere. La polizia elvetica rispetta la tradizione di riservatezza e fa uscire le notizie con il contagocce, ma il quadro che emerge è quello di una morte violenta. Edouard Stern è stato ucciso a colpi di pistola nella sua abitazione.
Lo scalpore è notevole, sia per la figura di Stern, sia per il fatto che l’uccisione è avvenuta nella quieta Svizzera, in quella città di Calvino che è anche uno dei principali centri finanziari europei. Edouard Stern è conosciuto sia in Europa che a New York. La sua storia è densa di avvenimenti. Discendente dei proprietari della banca Stern, collegato per parte materna alla famiglia Servan-Schreiber, fa il suo esordio a Parigi come banchiere d’affari a soli 22 anni, negli anni Settanta. Un esordio clamoroso, perché in pochi anni isola ed estromette il padre, con il quale rompe. Non si parleranno per quindici anni, sino alla riconciliazione poco prima della morte del padre. Per Edouard Stern, nel frattempo, un’altra svolta clamorosa: nel 1983 sposa Béatrice e diventa genero di Michel David-Weil, che guida la blasonata banca d’affari francese Lazard. Il giovane Stern vende la banca di famiglia a investitori libanesi e inizia il suo percorso in Lazard.
Potrebbe essere un punto di approdo. Ma Stern ha un carattere forte, in molti ormai dicono difficile. E ovunque vada sembra non amare la vecchia guardia, ricambiato. Succede anche in Lazard. Il giovane banchiere vuole metodi di gestione diversi e operazioni magari più a rischio, più flessibili e redditizie. A New York le sue iniziative piacciono, a Parigi un po’ meno. Si va avanti per anni, ma alla fine il suo tentativo di emarginare la vecchia guardia questa volta non riesce. Quest’ultima reagisce duramente e, nonostante il legame familiare con David-Weil, Stern nel 1997 deve lasciare Lazard.
Il banchiere bel tenebroso dagli occhi di ghiaccio, così viene definito, con la sua fama di mago dell’offshore e di conoscitore di paradisi fiscali (a partire dalle isole Cayman), deve trovare un’altra via. Di lì a poco sceglierà Ginevra. Conserverà alcuni rapporti con Lazard, tanto che sarà socio di Eurazeo, holding della stessa Lazard, in un fondo di investimenti. Continuerà a essere spesso a Parigi e a New York, dove si installeranno la moglie (da cui divorzierà nel 1998) e i tre figli. Guida il fondo di private equity Investments real retournes e la società immobiliare Dombes, entra nei consigli di amministrazione della israeliana Yozma, della franco-spagnola Altadis, di altre società. Insieme al fondo Knight attua operazioni finanziarie in Francia sul gruppo chimico Rhodia e sul gruppo Suez. Edouard Stern cerca di mettere a frutto nel mondo degli affari sia la vecchia rete di conoscenze legata all’appartenenza alla comunità ebraica e alle sue radici parigine, sia la nuova rete creata tra Ginevra e New York. È ricco, famoso, ancora molto attivo. Ma a Ginevra conduce una vita abbastanza ritirata, all’inizio degli anni Duemila non occupa la scena delle cronache. Sino all’epilogo tragico.
Viene ucciso la sera del 28 febbraio 2005. La mattina seguente la domestica riceve la telefonata di un collaboratore di Stern, allarmato per la sua assenza. La domestica e tre collaboratori del banchiere entrano nel suo appartamento con la chiave di lei e scoprono il cadavere. Da Ginevra a Parigi, a New York rimbalzano gli interrogativi. «Esploriamo tutte le piste», dice la polizia svizzera. Da una parte e dall’altra dell’oceano emergono voci su affari di Stern attraverso relazioni potenzialmente pericolose, che potrebbero averlo portato al finale tragico: gli affari con Russia (ha avuto anche una fidanzata russa) e Paesi dell’Est europeo, operazioni ancora nei paradisi fiscali, qualcuno indica pure affari con il Medio Oriente ed il commercio internazionale di armi. A lato di queste voci, poi, ci sono quelle che riferiscono di flussi di denaro non dichiarato in direzione della Svizzera, gestiti da Stern nell’interesse di politici francesi.
Nessuna di queste voci trova però conferma. E il muro delle indiscrezioni a sfondo finanziario o politico cade quando viene resa nota la confessione della francese Cécile Brossard. È stata lei ad uccidere Edouard Stern. Era la sua amante. Dopo averlo ucciso, fugge, parte per Sydney. Ma poi torna e confessa, dopo tredici ore di interrogatorio. La Brossard ha una decina d’anni meno di Stern, si erano conosciuti nel 2001, lei probabilmente è uno squillo anche se non a tempo pieno. Ci sono i dettagli di una relazione sado-maso tra i due.
Nel 2004 Cécile chiede a Edouard due cose: il matrimonio e un milione di dollari. Lui versa la somma, lei sparisce e lui ci ripensa e blocca i soldi. La sera del delitto lei arriva all’abitazione di Stern e viene filmata dalle telecamere di sorveglianza. Il sesso, il nuovo litigio, sembra che lui le dica «Un milione di dollari è un prezzo alto per una puttana». La Brossard gli spara, finendolo con tre colpi, di cui uno alla tempia.
Questione di soldi o vicenda di passione tra una donna con passato e presente tormentati ed un banchiere famoso? Entrambe le cose? Sulla storia usciranno libri e film, ma la risposta definitiva rimane difficile da trovare. Nel giugno 2009 Cécile Brossard viene condannata a otto anni e mezzo di detenzione per l’omicidio di Stern. Uscirà dal carcere nel novembre 2010. Ritorna in Francia, vive a nord di Parigi. Di tanto in tanto, in Svizzera e altrove risorgono voci su altre motivazioni per l’uccisione di Stern, sul fatto che la Brossard sarebbe stata solo lo strumento, non il soggetto unico. Tornano le voci su relazioni d’affari pericolose di Stern. Ma l’unica verità accertabile e accertata è stata quella della confessione della Brossard e del processo concluso con la sua condanna.