Terry Marocco, Panorama 22/8/2013, 22 agosto 2013
ANCHE L’AMANTE È IN CRISI
Nella Torino degli anni Ottanta, quando l’uomo più potente della città era «il Dottore», ossia Cesare Romiti, i salotti della buona borghesia si trovavano davanti a un dilemma di bon ton al momento di invitarlo a cena: pregarlo di venire con la moglie Gina, storica compagna di tutta la vita, o con Michi Gioia, storica amante? La capitale del perbenismo risolveva l’impasse con sabauda eleganza: una volta toccava all’una e una volta all’altra. Perché allora «l’amica» (come si chiamava con soave ipocrisia) aveva lo stesso status della moglie e spesso molto potere, quasi come ai tempi di Luigi XV e di Madame de Pompadour. Era ascoltata, omaggiata e soprattutto accolta in società: l’amante per un uomo di potere era una necessità. Oggi, però, questa parola sembra ricordare solo un film in bianco e nero di Pietro Germi: è sparita pure dai cinepanettoni dei fratelli Vanzina e le segretarie che raggiungono il capo di nascosto a Cortina sono state sostituite da più pratiche escort.
Nell’epoca del controllo mondiale, nella quale abbiamo scoperto di essere tutti spiati come nei libri di George Orwell, tra telefonate con Skype e webcam ovunque, avere un amore clandestino è logisticamente difficile. Oltre che assolutamente faticoso, costoso, stressante. Non c’è più tempo, e lo diceva già Ennio Flaiano: «Il traffico ha reso impossibile l’adulterio nelle ore di punta».
Il nuovo secolo, insomma, ha mandato in pensione le amantimogli, quelle con cui vivevi una vita parallela: se la moglie era la madre dei figli, l’altra era il sesso segreto e proibito. Ma la liberazione sessuale ha spazzato via anche questo, come spiega la sociologa israeliana Eva Illouz nel suo libro appena uscito per Il Mulino Perché l’amore fa soffrire: il problema di relazioni sbagliate è l’enorme uso della libertà emotiva, sessuale, sentimentale, uomini e donne hanno una scelta infinita di possibilità, cosa che li fa sentire inadeguati se falliscono. «Corteggiare è una fatica pazzesca e una frustrazione continua, sedurre è difficile, mette a rischio la mascolinità. Gli uomini vogliono vincere e non accettano il fallimento. Così preferiscono la finta seduzione, scegliersi una ragazza a pagamento, magari facendo la sceneggiata di portarla fuori a cena e di conquistarla: stesse dinamiche, ma con la sicurezza della vittoria» osserva la scrittrice e sceneggiatrice Teresa Ciabatti, che nel suo ultimo libro, Il mio paradiso è deserto (Rizzoli), racconta la passione divorante di un anziano e ricchissimo imprenditore: non tanto per un’amante classica, quanto piuttosto per il giovane fidanzato della figlia (ma qui siamo ormai oltre, siamo agli incontri ravvicinati del terzo tipo). «E poi per forza l’amante è passata di moda, ci sono tutte queste miriadi di ragazze meravigliose a disposizione. Perché limitarsi a una, sempre la stessa, quando puoi avere la varietà? La donna carina con molte aspettative può andare a casa, le uniche che hanno una speranza sono i cessi, le bruttine acculturate. L’unico consiglio che mi sento di dare alle amanti che vogliono vincere la dilagante concorrenza delle escort è: non fate la liposuzione, ma leggete, leggete...». E poi sperate di non incontrare un maschio come Andrea, 50 anni, una moglie appena lasciata e un’altra storia da molti anni: «Arrivato il momento del tanto agognato divorzio, lei si offrì subito di venire a stare con me: “Eccomi, ora possiamo finalmente vivere insieme” mi disse. Ma io non volevo un’altra moglie e così le risposi di no. E mentre lei mi diceva: “Non sai a quale felicità stai rinunciando”, io pensavo: per carità, non voglio proprio saperlo». La verità è che alla fine ogni amante aspira a diventare una moglie, mentre dovrebbe essere come nelle poesie di Jacques Prévert: la vita separa chi si ama.
Invece no, le amanti restano attaccate come patelle sulla roccia e questo le ha rese inevitabilmente una specie in via d’estinzione. «Gli uomini alla fine scelgono di pagare, non per il sesso, ma per avere il diritto di andarsene»: non ha dubbi Giuseppe Scaraffia, che ha scritto Cortigiane, il suo libro più bello. «Il grande problema è che tutte le donne, anche quelle che sembrano più libere, scivolano sul voler fare casetta insieme. E questo gli uomini lo detestano. Le donne vogliono quagliare, ma gli uomini vogliono squagliarsela».
Gli uomini, questi «moglioni»: ossia mammoni della moglie. Così li definisce Barbara Alberti nel suo ultimo libro scritto con Gloria Guerrera, La guardiana del faro (Imprimatur): «Tradiscono sempre e non se ne vanno mai, facendo soffrire sposa e amante. Il moglione è sempre innamorato fuori casa, ma identifica la moglie con i confortevoli arredi del salotto. Io non ho mai fatto l’amante, detestavo quell’odore di minestra, ascoltare le stesse bugie, una vita basata sulle menzogne: “Io e mia moglie viviamo come fratello e sorella”. E quando gli facevi notare che avevano un figlio di 8 mesi? Rispondevano: “Quella sera avevamo bevuto”».
Alberti ha risposto a lettere d’amore per trent’anni e alla fine è giunta all’amara conclusione «che ci si sposa solo per farsi le corna e che a parità di antipatia e mediocrità una donna sceglierà sempre uno sposato piuttosto che uno single». Come se le donne avessero una vocazione masochista a passare i Natali e le vacanze estive sempre da sole, ad attendere come Penelope anni interi, a morire aspettando una misera telefonata. E in più a sorbirsi la bugia più grande di tutte: che l’amante si ama e alla moglie si vuole solo bene. Balle. Come quelle che sono state rifilate a Francesca, che racconta di essere stata compagna segreta per 45 anni di un uomo che non era mai pronto a lasciare la moglie: quando lei era giovane lui diceva che i figli erano troppo piccoli, poi la vita è passata nell’attesa, finché lui, trisavolo, è morto senza mai averla impalmata.
E comunque, in tempo di crisi, l’amante è un costo fisso che non si vuole affrontare. Nel passato chi poteva le regalava la boutique in centro e l’appartamento. «Ma quale appartamento... Oggi è già tanto se ne abbiamo uno dove vivere noi»: non ha dubbi lo scrittore Gaetano Cappelli, che ricorda suo nonno, proprietario terriero che negli anni Sessanta aveva tranquillamente moglie e amante. Quasi fosse un dovere maschio, come il principe di Salina nel Gattopardo. «Oggi è complicato avere una relazione, è più complicato che avere una moglie. Il solo pensiero mi fa venire un infarto, soprattutto d’estate, quando sei sempre con la tua famiglia e lei che ti tormenta: “Non dovevi andare in vacanza così lontano”. Spesso diventano mogli, peggio delle mogli. Nessuno ha più la voglia, né la forza, di sobbarcarsi due vite, come Vittorio De Sica».
Diceva Karl Marx: «Gli uomini fanno la propria storia, ma non la fanno in modo arbitrario in circostanze scelte da loro stessi, bensì nelle circostanze che essi trovano immediatamente davanti a sé». E allora se tu, maschio, ti trovi davanti a un sito che ti offre ragazze statuarie, che nei loro profili dicono di essere appassionate d’arte e di saper giocare a golf, la storia diventa inevitabilmente diversa. Ragazze che puoi arrivare a prenotare anche per un’estate, come fossero vere fidanzate. «Con 2 mila euro hai l’amore estivo sullo yacht. Anche uno sfigato se la può permettere. E ormai, se le prenoti direttamente dai siti russi, costano la metà. Con un sms, come fosse un tavolo al ristorante. Dopo 10 minuti ti arriva il numero della stanza di hotel e, quando tutto è finito, un altro sms ti spiega come pagare» spiega Claudio Bernieri, giornalista e scrittore, grande esperto del mondo della prostituzione.
«Comunque l’amante non passa mai di moda» sospira Sandra Monteleoni, gran dama e un tempo moglie di Luca Cordero di Montezemolo, da 24 anni felicemente sposata con Alex Ponti. «Adesso è solo tutto più complicato, è più difficile avere una privacy». Ne ha viste passare molte di amanti negli anni d’oro delle corna, gli anni Ottanta. «Oggi, quando vedo queste ragazzine accompagnarsi a uomini vecchi, sorrido, penso che ormai il loro ruolo è più quello di badanti che di compagne». Forse pensava allo stilista Roberto Cavalli, appena fotografato sul suo yacht con una giovane bellissima e premurosa che, aprendogli il costume da bagno, gli faceva una doccetta intima. «Non si capisce più, ormai, se sono amori clandestini o mercenari. Le escort diventano fidanzate in affitto. Il confine che divide i due ruoli di escort e amante è molto labile: entrambe sono donne che gli uomini cercano di vedere nei ritagli di tempo» dice Grazia Visconti che al mondo della prostituzione online ha dedicato uno studio, Escort Life (Aliberti).
La soluzione per arrivare a un mondo più chiaro, a una sana conciliazione tra mogli, amanti, escort, forse l’aveva trovata Pina Fantozzi, quando decise di andare dalla mitica signorina Silvani, sogno erotico del più noto ragioniere d’Italia, e pagarla per passare una notte con il marito, che lei pensava morente. I due tapini, come tutti gli amanti che si rispettano, andarono a Cortina. Fu un amplesso tremendo, tremarono le valli, fuggirono i cerbiatti, ma alla fine Fantozzi rimase tutta la vita con la sua Pina. Perché l’amore è per i coraggiosi, tutto il resto è coppia.