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 2013  agosto 21 Mercoledì calendario

FINI, IL TRADITORE TRADITO

Nessuno sa che fine abbia fatto Gianfranco Fini e gli auguro sinceramente che viva sereno e non siano vere le dicerie. È civile, oltre che umano, distinguere il giudizio politico sui gravi danni che ha compiuto dal rispetto per la vita, la salute, gli affetti. Trovo vergognoso ma esemplare il trattamento ingrato che ha ricevuto dai media e dalla sinistra. Vi ricordate cos’era Fini per loro ai tempi dello scontro con Berlusconi? Uno statista, un vero leader da intervistare ed elogiare, un antifascista sincero. Era diventato una star, ogni sua banalità sembrava acuta, i suoi fedelissimi apparivano come una specie miracolosa di destra intelligente, moderna, libera, europea. Salamelecchi qua e là. Lui stesso, il poverino, si era convinto di essere quel che scrivevano i giornali. E ci aveva preso gusto a distinguersi dal mondo da cui proveniva, vista la risonanza. Non dava peso a chi gli diceva: guarda che ti stanno usando, quando non servirai più per sfasciare il centrodestra e colpire Berlusconi ti butteranno via come una scarpa rotta e spaiata, fingeranno di non conoscerti. E non credeva neppure se gli dicevi: se chiedi alla gente di sinistra che parla bene di te «ma lo votereste?», tutti rispondono: «Che c’entra, io sono di sinistra». Lui non aveva capito che piaceva a chi non l’avrebbe mai votato e nemmeno adottato. E piaceva fintanto che serviva allo scopo. Poi l’hanno buttato a mare, con la scusa della pesca subacquea. E hanno tolto la scaletta per risalire. Lui se l’è meritato, ma loro che bastardi...