Margherita De Bac, Corriere della Sera 22/8/2013, 22 agosto 2013
ANESTETIZZATA CON L’IPNOSI MA FUNZIONA
DAVVERO –
1 L’ipnosi può essere utilizzata comunemente in alternativa all’analgesia con farmaci?
Assolutamente no. La metodica richiede al contrario un’attenta e rigorosa selezione del candidato all’operazione. Nel caso della donna di Padova è stata una scelta estremamente vantaggiosa perché ha evitato reazioni come allergie e shock anafilattico che si erano già manifestate inoculando in altre situazione sostanze farmacologiche. L’anestesia tradizionale non avrebbe permesso di escludere questo rischio».
2 È il primo caso in Italia?
È il primo caso pubblicato. A livello mondiale non più di 7-8 precedenti. La peculiarità consiste nel fatto che in questa occasione l’ipnosi ha bloccato ogni reazione dell’organismo. Oltre ad avere prodotto un effetto psicologico portando la donna padovana verso uno stato di benessere e assenza di dolore, ha mantenuto inalterati i valori cardio circolatori. Pressione e battito cardiaco non sono aumentati dunque non c’è stato stress chirurgico. Questi dati sono stati pubblicati. Nessuno lo aveva mai fatto. La donna finito l’intervento si è alzata ed è uscita dalla sala operatoria con le sue gambe.
3 Quali altre applicazioni ha l’ipnosi in anestesiologia?
Viene usata meno raramente in odontoiatria e nella piccola chirurgia, mai per i grandi interventi. Durante il parto può favorire il miglior controllo del travaglio e del dolore. In ogni caso è necessario che la persona sia dotata di capacità di saper modulare le propria attività cerebrale fino ad avere la suggestione che in un certa parte del corpo non provi dolore».
4 Come viene indotta l’ipnosi?
Il paziente chiude gli occhi e l’operatore verbalmente lo conduce verso uno stato di rilassamento e benessere. Poi subentra una fase di approfondimento, la persona si immerge nell’immaginazione di un paesaggio piacevole come può esserlo una spiaggia tropicale. Infine si passa alla fase di analgesia vera e propria, diversa dal semplice rilassamento, un’anestesia non chimica ma di suggestione.
5 Esistono formule verbali canoniche per arrivare a questo risultato?
C’è un repertorio verbale di base che fa parte del bagaglio dell’ipnotista che viene modificato anche in base all’esperienza. L’Italia ha una grande tradizione ipnologica che risale alla fondazione del primo centro specializzato di Torino, diretto dal professor Franco Gianone. Oggi esistono due società italiane di ipnologia. Per assimilare queste tecniche gli anestesisti dopo la specializzazione devono seguire corsi di formazione.
6 L’anestesia tradizionale accetta l’ipnosi?
Il tema continua ad essere molto dibattuto a livello congressuale soprattutto per quanto riguarda l’utilità dell’ipnosi nell’ambito delle cure palliative, per il controllo del dolore cronico ed altre situazioni dove si può intervenire per alleviare la sofferenza fisica del malato. Finora però la comunità scientifica non è arrivata a una conclusione. Non ci sarebbero evidenze scientifiche sufficienti per dimostrare l’efficacia di pratiche alternative ai farmaci.
(risposte di Gennaro Savoia, responsabile area anestesia Policlinico Gemelli di Roma e Enrico Facco, docente dipartimento Neuroscienze Università di Padova)