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 2013  agosto 21 Mercoledì calendario

LA SHARAPOVA CAMBIA NOME PER SOLDI SI CHIAMERÀ COME UNA CARAMELLA

Quando stringe la racchetta da tennis Maria Sharapova non è più la numero uno, essendo il primato saldamente detenuto da Serena Williams che l’ha sconfitta nei loro ultimi tredici incontri, ma con un pacchetto di caramelle in mano non ha rivali. L’avvenente ventiseienne giocatrice russa, con l’avvicinarsi del torneo finale del Grande Slam, l’US Open di Flushing Meadows che si terrà dal 26 agosto al 9 settembre, è infatti più preoccupata della sua assai redditizia linea di caramelle, le Sugarpova (fusione tra sugar, zucchero in inglese, e il cognome) che non della Williams e le altre avversarie sul campo. Ha le sue ragioni: l’anno scorso ha venduto due milioni di pacchetti di Sugarpova, con un importante contributo al suo reddito salito oltre i 17 milioni di euro.
Ma essendo una campionessa abituata a allenarsi con la disciplina di un miliziano dell’armata rossa, Sharapova sa che anche il marketing va costantemente tenuto in esercizio, aggiornato, scagliato sul pubblico come un servizio bruciante.
DONNA SANDWICH
Perciò ha escogitato una trovata ingegnosa: vuole diventare lei stessa una Sugarpova, trasformando così gli US Open in uno spot alle sue caramelle lungo due settimane. Ha chiesto alla corte suprema della Florida, Stato in cui risiede, di poter cambiare temporaneamente cognome, giusto per il periodo del torneo di Flushing Meadows, così che sul tabellone, negli annunci e, soprattutto, nei media, si parlerà non più di Maria Sharapova, ma di Maria Sugarpova. Dall’uomo sandwich, dunque, alla donna caramella.
E sarà proprio tutta caramellata, Maria, non soltanto nel cognome (se la corte accetterà la sua eccentrica richiesta) ma anche nell’abbigliamento e nelle attrezzature sportive. Si annunciano infatti deliziosi completi e borse in cui spiccherà il logo delle caramelle: le carnose labbra atteggiate a un bacio.
Pensavamo che la notizia avrebbe suscitato l’ira dei nostalgici del tennis dei bei tempi andati, quelli delle racchette di legno, delle epiche sfide tra Martina Navratilova e Chris Evert, quando il tennis non era una diversificazione del rischio d’impresa né un pretesto per sfacciate operazioni di marketing, e invece niente, si vede che anche quelli che lo amavano quando somigliava a un hobby per giovani di buona famiglia hanno capitolato.
PERE WILLIAMS
Il Guardian addirittura prende spunto per girare ai suoi lettori un divertente quesito: e voi, come cambiereste il vostro cognome? Il brillante articolista sorvola sul fatto che la gente comune non ha una linea milionaria di caramelle da sponsorizzare, il che spesso comporta l’irrilevanza del proprio cognome e dunque di cambiarlo oppure no. Naturalmente se il piano di Sharapova avesse successo, e considerato il rispetto, non immune da cospicui vantaggi, che la corte della Florida deve nutrire per la sua celebre residente, non vediamo perché dovrebbe negarle la nuova identità di Sugarpova, non resta che attendere che la sua acerrima avversaria, Serena Williams, senza nemmeno cambiare il cognome, sponsorizzi la nota varietà di pere.
Immaginate che pacchia, una sfida non tra la solita Serena e Maria, ma tra queste due nuove entità mutanti, frutto dell’incrocio tra un antiquato gioco da circolo snob e le più avanzate tecniche di autopromozione: la caramella Sugarpova contro la pera Williams. Così i fan delle due tenniste troverebbero nuovi motivi di rivalità, nuovi stimoli e possibili cambi di campo: chi sta con lo sviluppo del dolciario e chi con l’avanzata dell’ortofrutticolo.
Ancora un passo (la corte della Florida non dovrebbe sollevare sostanziali obiezioni) e si potrebbero direttamente sostituire le palline da tennis, quell’inutile e poco commerciale oggetto della contesa, e per giunta non commestibile, con le caramelle e le pere medesime. Un set si gioca con le Sugarpova, un altro con le Williams. Il pubblico non solleverà obiezioni, anzi, i media chiederanno con quali altri prodotti potrebbe giocarsi Wimbledon. Un’idea noi ce l’abbiamo: i pomodori.