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 2013  agosto 21 Mercoledì calendario

VERGINI FINITE, KIM JONG UN A BOCCA ASCIUTTA

Dopo aver di fatto legalizzato i poteri da sovrano assoluto, Kim Jong Un si comporta anche da sultano. Sta avendo infatti molti problemi a trovare delle vergini in Corea del Nord, come si legge sul giornale sudcoreano Chosun Ilbo. Il leader di Pyongyang ne ha bisogno per formare squadre di danzatrici e quelle, meno nobili, del piacere. Come in una sorta di harem insomma. Ma il Paese è talmente impoverito, proprio per quelle politiche folli fatte dalla dinastia dei Kim – che di vergini ce ne sono ben poche, e le donne finiscono per prostituirsi per poter sopravvivere. Come si legge sul giornale coreano, perfino le studentesse universitarie scelgono l’antica professione e spesso i loro clienti sono proprio alti funzionari del regime che in questo modo non permettono al loro leader di mettere le mani sulle tanto amate vergini.
Il fenomeno ha anche una riprova statistica. Pare che dagli esami militari condotti all’età di 16 anni nella zona di Chongjin, il 60% delle ragazze abbiano già avuto esperienze sessuali. La prostituzione è l’unico modo che le ragazze hanno per racimolare qualche soldo e spenderlo prima di tutto negli alimenti e poi per acquistare i rarissimi cosmetici o oggetti quasi introvabili come i cellulari.
A Kim Jong Un non è rimasto dunque che ordinare ai suoi stretti collaboratori di ovviare a questa ”mancanza” andando a scovare nel Paese qualche candidata per le sue danzatrici che dovrebbero intrattenerlo.
Questo mentre una inquietante revisione costituzionale è stata approvata nei giorni scorsi. Come ha riportato Asia News, è stato stabilito la fine del concetto di “Repubblica democratica popolare” per adottare quello della monarchia ereditaria. La revisione ha stravolto i 10 “principi fondamentali” che sono alla base del Partito dei Lavoratori, unico organo politico del Paese. La dinastia dei Kim assume quindi la totale centralità sullo Stato, acquisendone in pratica i poteri di un sovrano assoluto. La revisione dei principi non si limita a cambiare lo status nazionale, ma attacca «i borghesi che trafficano in valuta» ed elimina i concetti di socialismo e comunismo, che vengono rimpiazzati in maniera ufficiale dall’unico dogma della «rivoluzione Juche». Quest’ultima è la summa dei pensieri di Kim Ilsung, il “padre” della nazione, un miscuglio di autarchia economica e di militarismo esasperato. Secondo una fonte cattolica citata da Asia News, «si tratta di un vero confine ideologico. Con questa revisione il governo mette in chiaro che la fine del regime non è pensabile fino a che ci saranno discendenti diretti di Il-sung da mettere sul trono. E quindi fa escludere la possibilità di un golpe militare o di una rivoluzione interna. Oramai la Corea del Nord si identifica per intero con la famiglia Kim».