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 2013  agosto 09 Venerdì calendario

CRICKET

«Adoravo il cricket, e ancora a desso mi piace molto, come il calcio, ovvio. L’atletica per un ragazzino non è certo il più vivace degli sport. Devi solo correre da qua a là e mi annoiavo un po’. Solo che appena arrivavo a scuola e mi avvicinavo al coach del cricket quello mi faceva: “Usaiiiin, ma tu che ci fai qui? Devi andare subito alla tua pista”. Non avevo scelta, correvo troppo veloce per poter fare altro» (Usain Bolt).

CALCIO «Forse ero più bravo a giocare a calcio, ma ho scelto il tennis perché volevo tutta le responsabilità della vittoria o della sconfitta. Il calcio però resta il mio sport preferito, gioco ancora» (Fabio Fognini, tennista azzurro n.16 nel ranking mondiale).

STADIO «Cosa dirò al Papa martedì? Vorrei dirgli: “Se domani sera non ha di meglio da fare, venga allo stadio con noi”. Ma temo che mi mancherà la voce per l’emozione» (Cesare Prandelli).

BIRRA «Non vidi nulla di strano e a essere onesto non mi ricordo neanche se ci fossero i test. Erano più grandi di noi fisicamente magari semplicemente perché bevevano più birra» (Johan Cruijff, a proposito dei sospetti sul doping della nazionale tedesca ai mondiali del 1974).

MINISTRO «Se fossi ministro dello Sport per combattere il doping studierei bene il problema e poi preparerei un programma d’informazione nelle scuole perché è da lì che parte tutto. E perché no, potrei anche portarmi Alex come testimonial. Chi meglio di lui!» (Caroline Kostner, pattinatrice, fidanzata Alex Schwatzer marciatore, squalificato per doping)

INVIDIA «A Tania Cagnotto invidio solo il von saper fare la verticale su una piattaforma da 10 metri di altezza. L’invidia non mi appartiene perché la mia disciplina è la creazione di uno spettacolo. Ci sono la musica, la coreografia, i costumi e quindi la vittoria è solo uno degli aspetti… per cui c’è poco da essere invidiosi» (Carolina Kostner).

PROVOCATORIO «Ho ceduto al suo gioco provocatorio, è una che fa sempre così. E io sono caduta nella sua trappola anziché fare la mia scherma. L’unico modo di battermi era farmi innervosire e lei ci è riuscita. Però l’oro è rimasto in casa e sono strafelice per Arianna, era ora, gliel’ho detto: ce ne hai messo di tempo ma te lo meriti tutto» (Valentina Vezzali a proposito dell’oro vinto da Arrianna Errigo a Budapest).