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 2013  luglio 26 Venerdì calendario

NUMERI/1

«Il 19 rimane e rimarrà sempre il mio numero, perché è con questo numero ho fatto la storia» (l’esterno della Lazio Senad Lulic).

NUMERI/2 «Gioco con i numeri. Che so? Il numero di casco per quello della stanza d’hotel diviso le auto alla partenza. L’importante è che il risultato sia 14, perché con il numero 14 ho vinto il mio primo Mondiale kart» (la scaramanzia di Fernando Alonso).

GIRA «Io non amo i numeri, anche se vedo grandi dispute per il 4-4-2, e così via. La realtà è che il pallone gira e i giocatori si muovono» (Esteban Cambiasso).

SIMBOLO «Sono diventato una celebrità nel mio paese, una specie di Justin Bieber, ma non così cattivo. In un mondo così fragile è un onore essere un simbolo» (il ventunenne sudafricano Chad Le Clos, campione olimpico in carica nei 200 farfalla).

DONNE «Al mio posto vedrei bene una donna, perché no. In generale credo che le donne non abbiano un ego così marcato. Non devono andare a giocare a golf per chiudere gli affari. Inoltre nelle scelte sono molto meno emotive rispetto al “sesso forte”, e negli affari è un vantaggio» (Bernie Ecclestone).

CATTIVA «Io cattiva? Direi di sì. Non mi sono mai tirata indietro e non ho bisogno della faccia truce per far passare il messaggio» (Federica Pellegrini).

POSITIVO «Sono un essere umano che ha avuto tutto dalla vita, il successo sportivo, la popolarità, i soldi, e che poi ha perso tutto. Voglio marcare una differenza al positivo nel mondo in cui viviamo. Le vittorie nell’atletica non ispiravano nessuno. La nuova Marion, sì» (Marion Jones, ex fenomeno dell’atletica stroncato dal doping che ora partecipa a conferenze per evitare che altri commettano i suoi stessi errori).

ASINO «Lo sport s’è sempre potuto praticare anche senza doping. E ricordatevi che un asino non è mai diventato un cavallo con le medicine. Poi basta con ‘sta storia di generazione rovinata. Noi siamo stati i primi che ci siamo battuti contro la piaga del doping e i primi sportivi ad avere accettato analisi sul sangue. Poi, ovvio, i furbi ci sono sempre stati e ci sono ancora» (Gianni Bugno).

INGIUSTIZIA «Il doping è una delle forme di ingiustizia più raffinata. Anche chi vince pulito è sospettato. Paradossalmente è proprio chi vince pulito a pagare di più, perché è inseguito dal sospetto» (Livio Berruti).