Fulmini 13/6/2013, 13 giugno 2013
EDUCARE «I
giocatori devono sentirsi bene, basta un gesto. Io educo come alleno, non dirigo ma discuto, correggo, accompagno» (Rudi Garcia, nuovo allenatore della Roma).
FUOCO «Non sono mai pienamente soddisfatto, perché si può sempre crescere e migliorare. Quando il fuoco dentro di me si spegnerà, vorrà dire che non devo più fare questo lavoro. Ma quando vedo Trapattoni, lo guardo con ammirazione e spero di avere la sua forza e la sua grinta fra trent’anni...» (José Mourinho).
MARTELLO «Guidolin è un martello. “Ma quanto rompe”, diciamo noi giocatori quando non ci sente… Però lo fa per il nostro bene. A me dice che in campo devo lasciare tutto quello che ho» (l’attaccante dell’Udinese Luis Muriel).
MERITO «Nello sport prevale il merito, questo è sicuro. Non ci sono raccomandati, la meritocrazia è evidente e facilmente verificabile. I nepotismi sono per forza di cose impossibili. Il figlio di Berlusconi non gioca nel Milan. Gli stessi direttori sportivi devono guadagnarsi la pagnotta. Anche Moggi è diventato dirigente grazie al suo lavoro, indipendentemente da tutto il resto» (Julio Velasco).
REGALI «Che cosa regalo alle mie figlie quando vincono un Gran Slam? Niente, è scontato che vincano» (Richard Williams, papà di Venus e Serena).
UOMINI «Quando Serena Williams è in giornata, è un avversario ingiocabile, la migliore del mondo. Se lei gioca la partita perfetta, c’è poco da fare per tutte le donne e anche per diversi uomini» (Flavia Pennetta).
BIBBIA «Ci troviamo due volte la settimana con gli altri fratelli e sorelle per leggere la Bibbia e parlare di Gesù. Lo facciamo anche nelle case, si mangia, si sta insieme, si impara a curare l’anima ma senza le istituzioni religiose: perché l’istituzione prima o poi ti delude, è fatta di uomini fallaci, invece la Bibbia non fallisce mai» (Nicola Legrottaglie, frequentatore della chiesa evangelica).
PICNIC «Ma quale poesia della navigazione. È solo sofferenza, vorresti scendere e maledici il giorno che ti sei imbarcato. Non vedo l’ora di tornare a casa mia e fare un picnic o un weekend all inclusive, che paghi e hai tutto, e te lo portano in camera» (Andrea Mura, che sta terminando la Ostar, una delle regate in solitaria più dure al mondo, 3.000 miglia attraverso l’Atlantico).