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 2013  giugno 11 Martedì calendario

PROBLEMI

«Se non ci fosse uno scopo, una meta, lo sport sarebbe una cosa stupida. Perché sono un agonista così forte, perché riesco a vincere tanto? Perché amo lo sport. Perché amo trovare soluzioni ai problemi» (Rafa Nadal).

TERRA «Qualcuno mi aveva suggerito di andare a zappare la terra. Ci sono andato e mi ha fatto bene, a quanto pare» (Vincenzo Nibali).

POVERO «I miei genitori erano postini-motociclisti, si sono conosciuti sul lavoro. La nostra famiglia non nuotava nell’oro, così anche oggi che potrei permettermi qualche stravizio in più, quando spendo troppo sento di aver sbagliato e mi assale l’angoscia, mi si stringe lo stomaco. Ecco, in questo ragiono ancora come un povero» (Jorge Lorenzo).

SFIDE «Diciamo che probabilmente Vettel è la persona che conosco meglio nel paddock. Gli altri non so bene che cosa facciano e non mi interessa saperlo. In pista non ci succede spesso di duellare. Comunque ognuno di noi cerca sempre di battere l’altro: fa parte del nostro modo di essere. Quando c’è una sfida, c’è sempre un solo vincitore» (Kimi Raikkonen).

CONDIVISIONE «I ragazzi vivono tutti nello stesso residence. Cucinano insieme, escono insieme: l’idea della condivisione dello stesso spazio fuori dal campo la coltivavo da tempo e, adesso, chi arriva a Roma sa che nel contratto trova non solo le cifre dell’ingaggio, ma anche molto altro» (Claudio Toti, presidente della Virtus Roma, che questa sera sfiderà Siena nella gara 1 delle finali).

BENE-BENE «A Benitez consiglio di entrare nel cuore e nell’anima di Napoli. È una piazza molto particolare. O bene-bene o male-male. Certo, se restasse Cavani sarebbe tutto più facile» (Alberto Zaccheroni che ha già portato il suo Giappone alla qualificazione per i Mondiali brasiliani).

ZERO «Come allenatore ho dovuto ripartire da zero, ma ho imparato a fare autocritica e a farmi aiutare dai miei collaboratori. Il mio primo obiettivo è rendermi credibile agli occhi dei ragazzi» (Pippo Inzaghi, che il prossimo anno allenerà la Primavera del Milan dopo un anno alla guida degli Allievi).

MUTANDE «Non vedo in giro tecnici sopraffini ma è la vita del coach a non avermi mai attirato. E poi si prendono tutti sul serio. Siamo gente fortunata che insegue una pallina in mutande. Mica stiamo lì a scoprire la penicillina, ao’...» (Adriano Panatta).