Fulmini 5/6/2013, 5 giugno 2013
SANGUE
«Il campionato di B è stato un bagno di sangue, ho perso quasi mezzo milione di euro al mese visto che la stagione è costata 12 e gli incassi non sono arrivati a 2. Spero che i tifosi rispondano come hanno fatto nelle ultime partite, dobbiamo farli innamorare di nuovo, solo così potremo evitare di cedere i nostri gioielli» (Aldo Spinelli, presidente del Livorno fresco di promozione in A).
INNAMORATA «Se sono innamorata? Io sono innamorata di tutto quello che faccio. Del mio mestiere, di questa terra rossa, di Parigi. Sono persino innamorata delle mie avversarie» (Francesca Schiavone).
PAPA’/1 «Mi fanno festa tutti, la Navratilova, carinissima, la Hingis, la Martinez. Io a dire il vero di alcuni mi sento il papà, sono un po’ imbarazzato. Comunque tornare qui, rivedere lo stadio, gli amici, mi fa veramente piacere» (Adriano Panatta, di nuovo al Roland Garros per giocare il torneo delle leggende).
PAPA’/2 «Mi ricordo tutto di quando mi prese il River Plate. Avevo 6 anni. Pioveva, il campo pesante. Mi arriva un pallone in mezzo all’area e non ci penso due volte: lo stoppo e calcio in porta. Gol. Il mio primo gol. I dirigenti mi fanno: “Complimenti, ci vediamo la prossima settimana”. E io: “Non so, devo chiedere a mio papà”. Lui approvò a una condizione: che continuassi a studiare» (Hernan Crespo).
RAGAZZINO «Non sono un ragazzino. In Brasile sto bene, gioco nel Corinthians, una società forte, amata. E nella Selecao sono uno dei titolari. Il gol che ho segnato al Maracanà, nel giorno della sua inaugurazione, mi farà entrare nella storia. Insomma, per lasciare tutto questo devo avere le motivazioni giuste» (il centrocampista brasiliano Paulinho, nel mirino dell’Inter).
UOMO «Io sono quello che ero, solo che sono meno stupido. Non ho pianto quando mi hanno squalificato, penso che quella vicenda mi abbia salvato la vita. Il successo con Miami? Io faccio sempre quello che so fare: faccio l’uomo. Se LeBron mi chiama combatto altrimenti me ne sto nel mio nido» (Chris Andersen, centro dei Miami Heats).
EROI «Oggi noi italiani abbiamo un momento di flessione e gli spagnoli stanno lanciando tanti giovani. Da noi c’è la crisi economica come da loro, ma forse i loro sponsor investono di più: lì è uno sport nazionale e i piloti forti diventano eroi» (Valentino Rossi).