Fulmini 17/5/2013, 17 maggio 2013
MAIUSCOLA
«Mi piace essere chiamata ministra e mi piacerebbe la “S” maiuscola allo sport, perché lo sport è qualità e stile di vita. E vorrei che la parola “Sport” venisse inserita nella Costituzione, perché lo sport è il parametro di civiltà dei popoli» (Josefa Idem, ministra dello Sport, delle Pari Opportunità e delle Politiche Giovanili).
INNO «Devo ancora imparare l’inno della Fiorentina. Alvaro, il figlio di Borja Valero, è molto più bravo di me, lo canta parola per parola» (Vincenzo Montella).
SIMBOLI «Non sento la pressione perché non mi sento ancora un simbolo. Lo sono Zanetti, Stankovic, non io. Certo, spero di rimanere qui a lungo per entrare nel cuore dei tifosi» (il centrocampista dell’Inter Mateo Kovacic).
IDOLO «Forse dopo la vittoria al Roland Garros per i più giovani sono diventata un idolo. Ma davvero non ci penso: io sono solo una tennista e, finché posso, devo soltanto cercare di concentrarmi sul campo. Non so come gli altri mi vedono e mi giudicano. Tanto non puoi cambiarlo, devi conviverci» (la cinese Li Na).
EMOZIONI «Odio fingere, sono sempre me stesso, in campo sono le emozioni che mi guidano» (il tennista polacco Jerzy Janowicz, che a Roma ha festeggiato la vittoria su Tsonga strappandosi la maglietta).
GRAFFETTE «L’operazione è stata più impegnativa del previsto e quando mi sono svegliato ero sicuro che non avrei corso. Il muscolo avvolgeva molto le guaine e il chirurgo ha dovuto aprire tutto. Di solito fa un taglietto, a me ha dovuto mettere 20 graffette» (Andrea Iannone, operato la scorsa settimana all’avambraccio destro e già pronto a correre al Gp di Francia).
MALATI «In molte squadre ci sono stati corridori malati e non c’è da sorprendersi troppo se lo sono anch’io. Ho un’infezione al petto e un “raffreddore di testa” (l’espressione letterale usata in inglese: «a bog-standard head cold», ndr). Ci sto combattendo, come farebbe chiunque. Non ho alcuna intenzione di mollare» (Bradley Wiggins).
MORIRE «Io lotto. Io non mi ritiro. Io, piuttosto, in bici ci muoio. Non mi prenda alla lettera: è un modo di dire, ma rende l’idea» (Cadel Evans).
FRETTA «Il calcio non è malato, è solo cambiato tanto. Va tutto così di fretta, come la vita...» (Osvaldo Bagnoli).